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Giampaolo: «Una grande mezzora finale, ma dobbiamo crescere ancora»

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Giampaolo: «Una grande mezzora finale, ma dobbiamo crescere ancora»

Giorni strani gli ultimi a Genova. Giorni da mettersi alle spalle, magari con una vittoria. Peccato che per la Sampdoria non sia arrivata alla “Dacia Arena”. «Vivendo a Genova – comincia Marco Giampaolo – si percepisce il sentimento: il dolore, la tragedia. Ma tutto è stato vissuto con grande dignità da chi è stato toccato dal crollo di ponte Morandi. Dai funerali in poi però si è visto il grande orgoglio da parte della città».

Misure. E un moto d’orgoglio, proprio come la città, lo hanno avuto nel loro piccolo i blucerchiati, che nel secondo tempo hanno messo alle corde l’Udinese. «Abbiamo sofferto la loro intensità iniziale – continua il mister -, stavano meglio di noi: erano più brillanti, avevano più forza. Noi, invece, eravamo abbastanza didattici, ci mancavano le misure. Ma nell’ultima mezzora ho visto una Samp come mi è capitato poche volte: mai buttata la palla, giocate sempre con grande personalità. I problemi? Si arginano giocando».

Mezzora. Quattro tiri in porta, tre fuori, un palo e sei corner in 40 minuti scarsi. Il segno di un’inversione di marcia, notevole. «Siamo stati nella metà campo avversaria e abbiamo creato molto – prosegue -, l’ultima mezzora mi lascia fiducioso. La squadra mi è piaciuta malgrado la sconfitta mi dia fastidio. Un pari ci stava. Ma l’Udinese ha vinto contro una squadra che spero e penso che possa crescere ancora».

Alibi. I bianconeri avevano una gara di campionato in più nelle gambe, un rodaggio in più che, di questi tempi, può fare la differenza. «I ragazzi hanno anche qualche alibi – conclude il mister -, questa era la prima giornata per noi e fin qui siamo stati un po’ discontinui nel giocare le gare. Qualcuno era adattato, fuori ruolo; qualcuno invece era ancora fuori condizione. Ma ripeto: ho visto 30 minuti di calcio importante. Così abbiamo riempito il bicchiere».

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