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Ranieri: «Voglio impegno fino alla morte, sono qui per salvare la Sampdoria»

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Ranieri: «Voglio impegno fino alla morte, sono qui per salvare la Sampdoria»

«Si riparte dalla voglia di lottare e di dire: voglio restare in Serie A. Non sono venuto qui per fare crescere i giovani o ridare smalto agli anziani: sono qui per salvare la Sampdoria». Parole sante. Claudio Ranieri nella sua conferenza di presentazione comincia ringraziando il presidente Massimo Ferrero per l’incarico e chiarisce fin da subito l’obiettivo: cancellare l’ultimo posto in classifica e riportare il club laddove merita. Un compito da assolvere con l’orgoglio di portare questi colori sul petto. «Tutti sanno che sono tifoso della Roma – ribadisce una volta di più l’allenatore -, ma la Sampdoria è una squadra da sempre simpatica per me. Fui felice per lo Scudetto, deluso invece dopo Wembley, dove ero presente. La Samp è sempre stata vicina a me e sono onorato di essere qui».

Garante. Ranieri non è solo un grande allenatore, capace di sedersi sulle prestigiose panchine di mezza Europa. Ma è soprattutto l’artefice principe della favola Leicester, una fiaba che tanto ricorda quella della Sampd’oro. «Le favole sono segno di un gran lavoro – ricorda a tutti Sir Claudio -. Ci sono una società, un allenatore, dei calciatori capaci di fare sognare i tifosi, ecco come nascono le favole. E io penso che si debba sempre sognare, ma prima facciamo un passo indietro. Sono stato chiamato qui con la squadra ultima in classifica e io so che non è questo il valore reale. Io sono il garante, in campo si dovrà dare il massimo». A partire dalla Roma, bizzarria del calendario e del destino. «L’esordio con la Roma nel giorno del mio compleanno è uno scherzo bellissimo – dice con un sorriso -. Dal momento in cui scenderò in campo ovviamente metterò da parte i ricordi. E che vinca il migliore».

Lotta. «Non pensavo che sarei stato chiamato così presto – svela l’aneddoto il mister -, tanto che mi sono operato al ginocchio. Ma la chiamata è stata una bellissima medicina, e infatti sono qui, pronto a ricominciare. Come sta la squadra? Quando si è ultimi si perde sicurezza, autostima. Io devo ridare autostima e determinazione ai miei ragazzi, perché voglio che non si arrendano mai. Sono uno sportivo e so che ci sono tre risultati, ma non ci deve battere nessuno per voglia di combattere e sacrificarci per i compagni. Solo allora la sconfitta si potrà accettare. Sceglierò undici persone che hanno voglia di lottare, poi sistema e modulo verranno più in là. Voglio giocatori che si impegnino alla morte per il compagno e perché i tifosi siano orgogliosi di loro. Proprio con i tifosi, io e la squadra dovremo trovare il giusto feeling così da essere una cosa sola. E salvare la Sampdoria».

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