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Storia di Vieri, zingaro del calcio con la Samp nel cuore

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Storia di Vieri, zingaro del calcio con la Samp nel cuore

Dall'Australia a Genova, il giro del mondo del nuovo centravanti blucerchiato si arricchisce di una nuova tappa. Carriera e gol di Bobo Vieri.

Il padre, Bob, era un altro tipo. Fantasia, tecnica, pure un po’ di follia. Il figlio, Bobo, segue altre strade: a lui, in campo, vien facile segnare.

Gli esordi. La sua storia, la storia di Christian Vieri, trentatre anni settimana prossima, corre via per mezzo mondo, da Bologna – dove nasce – a Prato e all’Australia. Mondi lontani, dove cresce e diventa uomo. Laggiù, a Sidney, ci finisce dietro al padre che sposta baracca e burattini per allenare il Club Marconi, espressione calcistica della comunità italiana d’Australia. C’è posto anche per Christian, nelle giovanili: il calcio comincia a piacergli, ci sa fare. Gioca lì, in Australia, ma il calcio vero è lontano. E allora decide, va a vivere a Prato da nonno Enzo. Lo tessera il Santa Lucia. Il nonno promette cinquemila lire ogni gol; poi scende a mille, troppi soldi per stare al passo della crescita del nipote.

Il salto tra i professionisti. Allievi Nazionali del Prato, poi il Torino. Ci arriva nel ’90, esordisce il 15 dicembre dell’anno successivo: Torino-Fiorentina 2-0, Serie A, allenatore Emiliano Mondonico. Sei le presenze, un gol, il prestito al Pisa in B nel novembre del ’92 e l’infortunio al legamento esterno della caviglia; annata a mezzo servizio, due le reti. A Ravenna, dove lo vogliono la stagione successiva, le cose girano al meglio: i gol sono dodici. La quotazione sale, il mercato lo manda a Venezia, sempre in B, per altri undici gol in ventinove partite.

Il boom. E’ la chiave della carriera, quell’estate. Mondonico lo chiama all’Atalanta, di nuovo in A, e Vivieri_700eri accetta: scelta felice, gioca diciannove gare e segna sette gol. E’ fatta: il ragazzo ha stoffa e un futuro davanti. Lo prende la Juventus del primo ciclo di Lippi. Col tecnico si passa dagli insulti a una stima profonda, sincera: Vieri contribuisce con quindici gol (otto in campionato) alla conquista dello scudetto e della Supercoppa Europea, con la Champions League che sfuma nella finale col Borussia Dortmund, quella dell’inutile e splendido gol di tacco di Del Piero.

Spagna andata e ritorno. A Torino Vieri resta una sola stagione, la società accetta i miliardi dell’Atletico Madrid e lui accetta la Spagna. Anche lì resta un anno, il tempo di farsi amare e di far suo il titolo di pichichi, capocannoniere, della Liga: 24 presenze, altrettanti gol. E in Coppa ne segna uno, al Paok Salonicco, dalla linea di fondo, che resta negli occhi.
Altra estate, altro giro. A Roma Cragnotti sta costruendo la Lazio che andrà a vincere, nel 2000, lo scudetto, e vuole Vieri per il suo attacco. Lui arriva, pesca la maglia numero 32 – e quella resterà -, chiude con dodici gol in ventidue partite e si mette in tasca l’ultima Coppa Coppe della storia, alzata nel cielo di Birmingham col Maiorca di Cuper secondo.

L'Inter. Christian Vieri, zingaro giramondo del calcio italiano, costa all’Inter qualcosa come novanta miliardi. Moratti li sborsa nel ’99, convinto che con quel ragazzo possano arrivare anni di soddisfazioni. Lui, Bobo, giura amore ai colori nerazzurri. Non mente: a Milano resta sei stagioni, segna qualcosa come centoventidue (122, uno-due-due) gol ma vince solo una Coppa Italia, due anni fa, quando ormai la storia è agli sgoccioli e stimoli a salvarla non ce ne sono più. Nel futuro c’è ancora Milano, città d’adozione, culla di affari e interessi; il Milan lo chiama, lui ci pensa un po’ e alla fine accetta.

La rincorsa al mondiale. Ha il Mondiale in testa, Bobo, sa che dopo i gol (tanti) e le delusioni (altrettante) di Francia e Corea la Germania è l’ultima chanche da giocarsi. Pensa di poterlo fare in rossonero, con Inzaghi in chissà quali condizioni e Crespo volato di nuovo al Chelsea. Ma ci sono anche Shevchenko e Gilardino, c’è Inzaghi che torna un calciatore e ci sono solo otto presenze, otto spezzoni, per un gol che sancisce l’addio. Senza rancori, Vieri torna a viaggiare. Lo prende il Monaco, campionato francese, nobile in difficoltà che da lui e da Di Vaio pretende i gol per tornare grande. Tre in sette apparizioni, poi si fa di nuovo male. Fatica, prova a recuperare, Lippi lo aspetta.

Sotto la Lanterna. Ma ai Mondiali Vieri non può proprio andarci, alla fine è chiaro. E allora vacanze, una nuova estate e una nuova maglia. Sampdoria, come il padre. Un gagliardetto appeso in casa parla di una passione antica, un desiderio da soddisfare, una sfida da vincere. A trentatre anni Vieri ha addosso fiumi di parole e caterve di gol. Quel che gli interessa dimostrare è che, a trentatre anni, Bobo ha ancora un futuro con due pali e una traversa davanti.

Nella foto Pegaso, Bobo Vieri durante un allenamento con la maglia della nazionale italiana.

Christian Vieri: la scheda

Luogo e data di nascita: Bologna, 12/07/1973
Altezza: cm 185
Peso: kg 82
Ruolo: attaccante
Esordio in A: 15/12/1991, Torino-Fiorentina 2-0
Esordio in Nazionale: 29/03/1997, Italia-Moldavia 3-0

 Stagione  Squadra Presenze
Goal
 2005/06  Monaco (Francia) 7 3
 2005/06  Milan (A) 8 1
 2004/05  Inter (A) 27 12
 2003/04  Inter (A) 22 13
 2002/03  Inter (A) 23 24
 2001/02  Inter (A) 25 22
 2000/01  Inter (A) 27 18
 1999/00  Inter (A) 19 13
 1998/99  Lazio (A) 22 12
 1997/98  Atl. Madrid (Spagna) 24 24
 1996/97  Juventus (A) 23 8
 1995/96  Atalanta (A) 19 7
 1994/95  Venezia (B) 29 11
 1993/94  Ravenna (B) 32 12
 1992/93  Pisa (B) 18 2
 1992/93  Torino (A) 1
 1991/92  Torino (A) 6 1
 1990/91  Torino (A)
 1989/90  Prato (C1)

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