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Novellino: «I conti si fanno sempre alla fine»

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Novellino: «I conti si fanno sempre alla fine»

Il tecnico della Samp è «tranquillo e sereno» anche dopo la doppia sconfitta in campionato. E spiega: «La strada è buia, ma si aprirà perché questa squadra è viva e ha delle capacità».

07_novellinoWalter Novellino non è uno che si tira indietro di fronte alle responsabilità, o vuol fuggire dai fatti: la sua Sampdoria ha perso due partite di fila, due trasferte insidiosa, e in classifica galleggia qualche punto indietro rispetto al previsto. Inutile negare, insomma: «E' un momento di difficoltà – spiega, sincero, tra un Palermo e l'altro -, un momento in cui qualche episodio ci condanna anche al di là, penso a domenica, di quella che è stata una buona prestazione. E' così, non c'è da lamentarsi ma soltanto da lavorare per migliorare e cercare di venirne fuori: questo è il mio compito, compattare il gruppo e cercare di trasmettergli serenità, concretezza, razionalità».

Serenità. E' la parola-chiave, l'obiettivo e insieme il mezzo per cambiare le carte in tavola e tornare a sorridere senza più pensieri. Novellino ripensa alle parole di Garrone dopo la sconfitta di Cagliari, e guarda oltre: «Dopo quella partita il presidente aveva pienamente ragione, ma la squadra, nonostante la sconfitta, a Palermo ha dato una risposta. Chiaro, sia a me sia a lui piace vincere e quando uno non ottiene i risultati è un po' più in discussione rispetto a quando porta a casa dei punti… E' logico e normale sia così, ma quel che devo fare io, lo ripeto, è pensare a vincere per dare anche al mio presidente quella serenità che merita».

Verso la luce. «La strada è buia, ma si aprirà». In queste parole sta Novellino, onesto e fiducioso: «Da qualche mese triboliamo, d'accordo – continua il tecnico -, ma la squadra è viva e ha delle capacità da esprimere. Datemi pure del pazzo, ma quest'anno nessuno ci ha messo sotto: mancano solo furbizia e cattiveria, oltre a quei tre punti che ci darebbero una classifica più vera, più nostra… Comunque io sono qui a lavorare con i ragazzi, sto zitto e lavoro. E sono sereno, tranquillo».

Il proverbio. Campionato 2002/03, l'anno della promozione. Novellino era al primo anno di Samp, e ripeteva spesso – sia quando le cose andavano bene, sia nei pur rari momenti di difficoltà – una frase che torna buona anche adesso: «I conti si fanno sempre alla fine». Così è pure oggi: «Sarà alla fine che valuteremo, non ora – dice ancora Novellino -, adesso quel che è importante è stare zitti, lavorare, capire che esiste un dispiacere del presidente e cercare di rimediare».

Tra fasce e centro. «Quel che ha fatto forte la Samp in questi anni è stato il gioco sugli esterni, pieno di ripartenze… Ultimamente invece andiamo troppo dentro al campo, mai larghi: è qui che bisogna rimediare». Si scende nel dettaglio, allora, per un'analisi tecnica cui il mister non si sottrae: «A uno forte come Bonazzoli occorrono dei cross – osserva Novellino -, quindi bisogna andare sul fondo e metter palla dentro. Ci stiamo lavorando su, senza considerare che senza Flachi viene anche a mancare un po' di genialità, l'uomo che salta l'avversario con una giocata. Mi conoscete ormai da cinque anni, a me piace un gioco lineare, mi piace avere un equilibrio tattico, cambiare poco e bene, e invece per esigenze varie adesso devo variare di più. Comunque è il mio lavoro, se qualcosa non va sta a me trovare dei correttivi e riuscire a dare nuovamente alla Samp quella facilità e quella continuità nell'andare sugli esterni».

La Coppa non si snobba. «Non è nella mia mentalità lasciare qualcosa per strada – continua Novellino, pensando alla doppia sfida col Palermo -, e non perché in campionato abbiamo perso io voglio vincere in Coppa Italia. Lo volevo anche prima, sempre. Chiaro però che vorremmo tutti quanti dare un segnale forte al nostro pubblico, perché non si veda tutto nero. Bazzani? Sì, giocherà come giocherà anche Berti, tutti e due dall'inizio. Fabio poi avrà mille motivazioni, e spero di cuore che possa festeggiare con il gesto della culla…».

Nella foto Pegaso, Walter Novellino.

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