Bollini: «Questi ragazzi hanno equilibrio e un grande cuore»
Il tecnico della Primavera si gode l'impresa: «Il gol a inizio ripresa poteva essere un contraccolpo difficile da superare, ma siamo stati bravi a reagire. L'Inter? Una grandissima squadra».
Lui uno scudetto l'ha già vinto: 7 giugno 2001, Jesi, 2-0 al Pescara. Il secondo ora non è più un miraggio, un sogno lontano. Alberto Bollini allarga il sorriso fiero di chi lo sa, di chi ha fatto qualcosa di grande eppure non ha ancora perso la voglia di andare oltre. «Da quel trionfo è passato qualche anno, ma qualcosa mi ricordo…», scherza non appena la partita è finita. E racconta: «Quella squadra non prendeva mai gol, dietro era molto forte (c'era anche quel Domizzi che sarebbe poi passato anche da queste parti, ndr) e aveva buone individualità davanti. Questa mia Samp invece esprime un calcio più corale, ha maggiore equilibrio tra i reparti e migliori ricambi».
Si capisce che gli piace, questa squadra. E se la prima, storica qualificazione alla fase finale di un anno fa, con Lombardo, era stato il punto di partenza per un'annata strepitosa (comunque vada sabato prossimo), questi risultati sono la base su cui poggia il futuro della società. Ed è giusto che Bollini si goda il suo lavoro e quello dei ragazzi: «Come spesso ho detto – aggiunge il tecnico -, il cuore e l'intelligenza sono prerogative necessarie di ogni squadra e noi abbiamo dimostrato ampiamente di possederle. Il gol subito in maniera balorda poteva rappresentare un contraccolpo difficile da reggere, eppure la squadra ha saputo comunque giocare un buon calcio, ordinata, ha reagito contro un avversario coriaceo e robusto in difesa: non era facile, merito ai ragazzi che ci hanno creduto riuscendo allo stesso tempo a mantenere l'equilibrio tattico che volevo. Soddimo per Da Mota? Danilo non gioca con continuità da due mesi, bisogna gestire i cambi anche perché a livello atletico qualche problema lo abbiamo. E Bruno, che ha qualità tecniche importantissime, a volte vuole strafare: è giusto sia così, perché i ragazzi devono crescere anche attraverso gli errori, ma il problema è che lui si innervosisce e finisce col perdere lucidità. E non voglio succeda: né per il suo bene, né per quello della squadra».
Attimi di paura, con quel rigore sbagliato da Soddimo. Bollini sospira: «Diciamo che mi sono venuti in mente brutti ricordi e ho passato cinque minuti difficili… Seriamente, poteva arrivare la beffa: un rovesciamento di fronte, una mischia… Invece abbiamo tenuto bene, arginando senza soffrire. Credo che la mia Samp abbia vinto una grande partita».
L'Inter, allora. Bollini chiude con lo stesso sorriso: «Una grandissima squadra. Ma d'altronde chi arriva in finale deve per forza essere una squadra di una certa caratura…». E non è un sogno: la Samp in finale c'è.
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Nella foto Pegaso, scene da una semifinale: Castellazzi in azione contro Scozzarella.