U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Volpi, Palombo, Sammarco: nel mezzo non si passa

News

Volpi, Palombo, Sammarco: nel mezzo non si passa

Intervista tripla a tre dei centrocampisti della Samp: i due veterani, ultimi reduci della promozione in Serie A, e il nuovo arrivo, umile ma deciso a giocarsi tutte le proprie carte.

04_palombosammarcovolpiSergio Volpi,  Angelo Palombo,  Paolo Sammarco: il centrocampo della nuova Sampdoria passa da questi sei piedi. Caratteristiche, carriere e storie sicuramente diverse per i tre centrali di Walter Mazzari, raccordate da pochi giorni in un'unica blucerchiata direttrice. Il Capitano e l'Angelo della Sud, da cinque anni ormai, non hanno lasciato un filo di paglia a chicchessia, inamovibili sempre e comunque, pilastri di un settore divenuto casa loro man mano che passavano le stagioni. A Sammarco il compito di inserirsi, con l'aiuto dei due senatori, per rappresentare un'alternativa valida e concreta ad una delle coppie centrali più affidabili di tutta la Serie A.

Paolo Sammarco, il nuovo arrivo. Arriva da una retrocessione che definire rocambolesca è poco, Paolo Sammarco, restano però le ottime prestazioni del centrocampista ex Chievo, bravo a stagliarsi tra i compagni e a convincere definitivamente la Samp che lo seguiva già da diverso tempo. I tre anni trascorsi in maglia gialloblu – tutti in Serie A – sono serviti al classe '83 come trampolino di lancio verso una piazza importante come Genova. «Per cui spero di essere pronto – parole sue -, so di arrivare in un club ambizioso e blasonato che quest'anno proverà ad aprirsi anche una porta sull'Europa. Naturalmente sono soddisfatto, contento, si tratta di un passo avanti per la mia carriera». Si diceva del duo Palombo-Volpi, è stato difficile per tutti fino ad oggi affermarsi partendo loro dietro: «So di avere a che fare con ottimi giocatori – ammette Sammarco -, ma ugualmente spero di poter giocare e di ritagliarmi uno spazio per meritare la riconferma l'anno prossimo. Arrivo in punta di piedi, con umiltà, ma anche con grande determinazione».

Angelo Palombo, il ragazzo veterano. 26 anni e già leader, da tempo, della Samp. Angelo Palombo non si nasconde, nonostante il tempo che passa e che fa riflettere, nonostante gli amici costretti a guardare il calcio da fuori: «Io e Sergio siamo gli unici rimasti della promozione in A – ricorda il ragazzo di Ferentino -, sarebbe bello se ci fosse anche Francesco (Flachi, ndr), ma purtroppo sappiamo tutti quel che è successo: per lui è un brutto momento e spero che passi. Lui sa comunque che se ha bisogno deve solo chiedere». La nuova Samp riparte dunque con due soli elementi della vecchia guardia ma riparte, e la nuova avventura inizia prima del solito. «Non conosco ancora bene il mister – prosegue Angelo -, ma posso dire che negli ultimi anni ha fatto cose straordinarie. Con le pressioni e le penalizzazioni che aveva alla Reggina, non poteva permettersi di essere morbido, quindi penso che sia molto bravo». Due battute sulla squadra, rinnovata rispetto al passato: «La società si è mossa bene come ha sempre fatto da quando sono qui, ci sono molti giocatori interscambiabili, adatti ai nuovi moduli e alle nuove idee che proporrà il mister. Sarà un'ottima occasione anche per me di imparare qualcosa che ancora non so». Tra una quindicina di giorni, poi, sarà già Intertoto. Come ci arriva la Samp? «Penso proprio che sarà dura, ci sono squadre che vogliono fare bella figura, si andrà a giocare su campi caldi, insomma non ci troveremo certo a passeggiare… L'importante è prepararsi bene, poi tutto viene di conseguenza». E il campionato? Sulla carta, sembra più difficile degli scorsi: «Sarà difficilissimo, speriamo di essere protagonisti ma non si fanno promesse perché poi si rischia di deludere la gente. State comunque sicuri che daremo il massimo». Tra le tante sfide appassionanti della prossima stagione, il derby. «Gara fantastica, una sensazione bellissima; credo che sia davvero la partita più bella d'Italia. Io ne ho giocati tre e ne ho vinti tre, spero di continuare su questa strada…».

Sergio Volpi, il capitano. Aria da capitano quando parla, perfino quando cammina. Unico superstite – insieme a Palombo – del primo ciclo dell'era Garrone, Sergio Volpi la Samp non poteva proprio lasciarla: «Il tempo passa – comincia Sergio – ma io resto e lo faccio volentieri perché ho un grande legame con pubblico, società e squadra. Non ho mai avuto dubbi sul mio futuro, anche se in estate si sono dette tante cose, la maggior parte delle quali non vere. Credo fermamente in questo progetto». Il tempo passa, si diceva, gli allenatori cambiano. Novellino va, Mazzarri arriva. Cosa cambia? «Penso che cambierà il modo di giocare e sono curioso di ascoltare le idee del mister, i suoi metodi, poi vedremo sul campo che cosa succederà». Capitolo Intertoto, una vetrina importante per tutta la Sampdoria: «Conta moltissimo, per i tifosi, per la società e per noi giocatori. Ci teniamo parecchio». Ultima battuta: un consiglio da capitano ai tanti giovani che anche quest'anno vestono per la prima volta la maglia blucerchiata. «Qui si sta benissimo – conclude Volpi -, c'è un ambiente perfetto per inserirsi, c'è un grandissimo pubblico che ti dà una mano incredibile e c'è una società che ti segue e non ti lascia mai solo. Bisogna solo avere voglia di lavorare sodo, dare tutto ciò che si ha e ci si possono togliere grosse soddisfazioni».

Speciale raduno Samp
Samp al via travolta dall'entusiasmo dei tifosi
Marotta: «Un grazie enorme ai nostri fantastici tifosi»
Mazzarri: «Sono alla Samp, è il posto giusto»
Caracciolo e Bellucci: «Abbiamo fame, è fame di Samp»
Gastaldello: «Ho scelto subito la Samp, sono felicissimo»
Conferme e arrivi tra i pali: parlano Castellazzi e Mirante
Guarda la galleria fotografica
Guarda le interviste video

Nella foto Pegaso, Palombo, Sammarco e Volpi insieme in allenamento.

altre news

Spring Pack Insieme