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Mazzarri: «Mi piace la Samp che sta nascendo»

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Mazzarri: «Mi piace la Samp che sta nascendo»

Intervista al tecnico blucerchiato alla vigilia della prima uscita stagionale: «Bilancio estremamente positivo, sin qui. C'è umiltà, c'è voglia di lavorare, c'è educazione: avanti così».

13_mazzarriallenamentoL'allenamento del mattino è finito da pochi minuti e Walter Mazzarri sale le scale che conducono al primo piano della palazzina del centro tecnico Cesare Benatti di Moena, dove da sette giorni la Sampdoria si sta preparando alla nuova stagione. Domani sarà trascorsa una settimana esatta dall'arrivo in Val di Fassa: tempo di sensazioni, tempo di primissimi bilanci. Il tecnico blucerchiato incontra per la prima volta la stampa da quando il Doria ha cominciato il ritiro e va a ruota libera. Spunti di interesse ce n'è quanti se ne vuole.

Mister, come sta andando?
«Direi molto bene, ho trovato una grande cultura del lavoro fin dai primi tre giorni a Bogliasco, merito della società e del precedente allenatore».

Il gruppo è parso motivato, attento, totalmente dedito ad ascoltare le sue direttive.
«Sì e sono soddisfattissimo, d'altronde nella scelta dei giocatori da parte della società ha pesato molto anche e soprattutto il profilo umano: volevamo ragazzi che rispettassero i ruoli, le regole, i compagni. Penso proprio che li abbiamo trovati».

E' possibile fare un parallelo tra questa prima settimana di ritiro e le altre di Mazzarri?
«In confronto ad altri gruppi che ho gestito, questo ha risposto veramente bene a sollecitazioni, durata, intensità e non era facile».

Tante facce nuove in casa Samp, compresa la sua. Come procede il processo di ambientamento di Walter Mazzarri?
«Bene, sto cercando di trasmettere la mia mentalità e cerco di farlo nella maniera meno pesante possibile per i giocatori; li sto pian piano conoscendo, anche se i più importanti naturalmente già li avevo visti moltissime volte, però non è mai come seguirli direttamente sul campo».

Domani la prima amichevole della stagione, il tradizionale test contro i Monti Pallidi. Come ci arriva la Samp?
«Ovviamente ci arriva imballata, ma non c'entra. L'obiettivo primario infatti è mettere in pratica quanto proposto finora, voglio che i calciatori pensino a ciò che ho chiesto loro di fare e provino a farlo. Non importa se si va nella zona corretta e il pallone non arriva, arriverà; ma è fondamentale essere lì. Ciò che non vorrei vedere sono azioni, magari anche belle, che provengano da un'idea di gioco del passato, indipendentemente da quale essa sia. Ripeto: meglio sbagliare ma tentare il movimento corretto secondo quel che ci siam detti sul campo in questi primi giorni di ritiro. Bisogna costruire e formare un'identità di gioco collettiva».

Dopo i Monti Pallidi, sarà già stagione vera. Sabato prossimo si andrà – probabilmente in Bulgaria – a giocare il primo turno di Intertoto. Obiettivo?
«Arrivarci in uno stato di condizione decente e cercare di disputare la prima gara fuori casa nella migliore maniera possibile, durante questa settimana abbiamo sperimentato come fronteggiare moduli diversi dal nostro. Insieme ai ragazzi ho visto come sfruttare gli spazi concessi da un avversario che adotta il 4-4-2, lo faremo anche per il 4-3-3, schieramento che utilizza il Cherno More Varna e che utilizzeranno domani i Monti Pallidi».

Più del lavoro tattico sul campo, delle idee, del modulo, l'ambiente blucerchiato è rimasto stupito dal clima che ha creato Walter Mazzarri al suo arrivo. Un clima disteso, entusiasta, sereno. Le torna, mister?
«A me interessa rendere partecipi i miei giocatori, mantenere e valorizzare le regole e se tutti i ragazzi si comportano come voglio io, allora perché non scherzare, perché mettere tensione inutile? L'autorità del mister è a prescindere, i calciatori sanno già che decido io e allora preferisco render loro la vita più facile possibile. Ho sempre tenuto questo atteggiamento e mi ha sempre ripagato, è chiaro però che non devono farmi arrabbiare…».

Lavoro sui singoli, lavoro sul campo e credibilità verso i propri giocatori. Che significano queste parole per lei?
«Beh, semplicemente direi che è il mio modo di intendere il ruolo dell'allenatore».

Andiamo per ordine, capitolo singoli.
«Nel passato ho avuto grandi soddisfazioni con calciatori anziani che erano caduti un po' nel dimenticatoio e sono rinati con me, o con giovani che si sono rivelati al grande pubblico. E tutti si sono trovati bene con me. Per un tecnico è fantastico, si tratta di un riconoscimento incredibile, per questo lavoro molto sul singolo, cercando di aiutarlo in ogni maniera. A patto che segua le regole, uguali per tutti, dal più anziano e più esperto al ragazzino della Primavera che si affaccia per la prima volta alla prima squadra».

Lavoro sul campo e credibilità.
«Al di là del risultato, conta la prestazione e la cultura della sua preparazione; poi a me per natura piace parlar chiaro coi giocatori, se c'è qualcosa la dico subito e non ho mai avuto problemi con nessuno in carriera. Qui sta la credibilità di un tecnico».

Diretto sì, invadente no. Mazzarri è uno che nel gruppo ci sa stare, ma quando vuole lui. Giusto mister?
«E' il mestiere perfetto per il mio carattere, questo. Quando ero calciatore dovevo stare per forza all'interno del gruppo e se non avevo voglia di parlare rimanevo fuori… Ora è tutto più semplice per uno come me: quando voglio star solo sto solo e quando voglio parlare parlo… Ma sempre nel rispetto dei ragazzi, senza invadenza. Bisogna guardare tutto e l'aspetto psicologico è uno dei temi fondamentali. Ad esempio, il riscaldamento ed altre fasi degli allenamenti le segue il mio secondo Frustalupi, non perché non ne ho voglia, ma perché è giusto che un calciatore stacchi la spina durante le dure sessioni di lavoro. Sentire sempre la voce del mister nelle orecchie può anche dar fastidio. Allora ti rilassi un attimo, lavori bene e poi mi stai a sentire al cento per cento per quella mezz'ora che conta».

Mister, parole da psicologo…
«No, dai. Però ci vuole sensibilità, quello sicuramente. Bisogna capire il gruppo ed indirizzarlo nei canali giusti attraverso il modo più tranquillo possibile: più i giocatori stanno bene, più si sentono a loro agio, più rendono. E' il mio modo di dirigere la squadra».

Una squadra rinnovata, con elementi da scoprire, conferme e nuovi arrivi. Tra cui un certo Vincenzo Montella, che potrebbe giungere alla Samp nei prossimi giorni. Mazzarri lo aspetta?
«Il valore tecnico di Montella è indiscutibile, sarei un pazzo a discuterlo io… Quindi, sarei contentissimo; nel calcio moderno però occorre star bene fisicamente, il segreto è tutto lì. Se Montella sarà al cento per cento, beh, allora sarà un bene per tutta la Sampdoria…».

Nel caso, lo schiererebbe prima o seconda punta?
«Nel caso, lo impiegherei dove ora siamo più carenti, cioè dietro la prima punta. Io vorrei giocare sempre all'attacco se è possibile, ma sono tutte cose che vanno viste sul campo. Senza trascurare il parere del ragazzo, importantissimo».

Un altro nome che si è fatto moltissimo in questi giorni è quello di Gigi Sala, quasi riesumato da Mazzarri dopo due stagioni deludenti. Mister, lei punta molto su si lui.
«Certo, è un elemento di grandissima esperienza, non dimentichiamo che ha fatto quasi dieci anni di Serie A se non sbaglio giocando in squadre importanti e vincendo anche. Non si mette insieme una carriera simile se non ci sono valori dietro, quindi io dico che se Sala ha ancora motivazioni deve dimostrarlo. Da parte mia c'è la massima fiducia, come in tutto il resto del gruppo: la fiducia è un'altra di quelle cose che fanno tanto bene ai calciatori…».

Domani sera, dopo il match coi Monti Pallidi, pizza per tutti. Mister, può raccontarci come lo avete deciso?
«In realtà sono stati i giocatori a proporlo e io ho detto: mi ci volete anche a me? Loro hanno detto sì e allora andiamo tutti insieme, l'unico problema è che quando bisognava decidere chi pagherà sono scappati tutti… Ho risolto io: paghiamo noi nuovi arrivati. Ma non i miei collaboratori, sennò stanno male per tre giorni… E' una battuta che è servita a distrarre un po' i ragazzi all'inizio di una giornata pesante, ecco».

Dentro e fuori dal gruppo. Soprattutto, dentro anche quando si è fuori. Questo è Walter Mazzarri.

Nella foto Pegaso, il tecnico della Samp Walter Mazzarri durante l'allenamento del mattino.

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