Campagnaro firma il successo nella bolgia del Poljud
Una rete allo scadere del primo tempo del difensore argentino, appena entrato per Accardi, regala alla Samp un successo sofferto e prezioso a Spalato.
Non basta la bolgia del Poljud, non bastano le due traverse e il palo che fermano l'Hajduk nel primo tempo: la Samp ha cuore e cervello, oltre a quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Nessuna italiana aveva mai vinto, qui: ci riesce il Doria, conquistando un successo che vale mezza qualificazione.
Un inferno. Fanno un chiasso incredibile, i croati. Cominciano quando la partita è ancora lontana, clacson impazziti per le strade e cori da tutte le parti. In trecento stanno con la Samp, alzano le proprie bandiere e cantano, insieme alla loro squadra anche a Spalato: ma farsi sentire, all'inferno, è dura. C'è pure il primo ministro croato, Ivo Sanader, a tifare Hajduk: lui è nato qui, e si è portato dietro cinque membri del governo. In campo, ballano le Spalatine; sugli spalti, beh, è il tutto esaurito.
Le scelte di Mazzarri. Si era portato dietro un paio di dubbi, Walter Mazzarri. Li scioglie così, con Castellazzi tra i pali, Lucchini (preferito a Campagnaro) sul settore destro della difesa, Sala nel mezzo e Accardi dall'altra parte, con Zenoni e non Maggio largo e Pieri a sinistra, con Volpi e Sammarco nel mezzo e Delvecchio e Bellucci dietro a Caracciolo. E' il 3-4-2-1 su cui insiste il tecnico doriano, lo stesso che ha regalato il doppio successo sul Cherno More. Pudar, invece, sceglie la difesa a quattro: in porta manda Balic, dietro sceglie Rubil, Sablic, Buljat e Zivkovic, quindi Andric, Damjanovic e Hrgovic a centrocampo, Kalinic e Rukavina davanti e Cernat a far danni in mezzo alle linee. E stargli dietro, a questo Cernat, è affar duro.
Sofferenza. La partita la fa l'Hajduk: con quattro giornate di campionato nelle gambe, i croati vanno via da tutte le parti. Il primo pericolo lo crea Rubil, vicino al gol con un bel destro, poi ci pensa la traversa a graziare Castellazzi: Cernat la prende piena su una punizione a due dentro l'area, Andric fa uguale raccogliendo la respinta. Si sapeva, che sarebbe stata dura. Ogni tanto si può respirare, e tocca a Pieri creare qualche fastidio con un paio di cross da sinistra (il secondo trova Zenoni: spaccata e ribattuta della difesa), ma di fondo – finché le gambe girano – l'Hajduk gestisce la gara. Quando abbassano il ritmo, i croati vanno in difficoltà. E subiscono.
Festa Samp. Una distorsione al ginocchio sinistro, intorno al 40', toglie di mezzo Accardi: volti scuri, non ci voleva. Entra Campagnaro, a sinistra si sposta Lucchini. Passa un minuto, poco più: punizione di Volpi, l'argentino tocca quel tanto che basta a far fuori Balic: 1-0 Samp giusto allo scadere del primo tempo. E' un gol pesante, anche fortunato nel bilancio di un primo tempo vissuto in apnea, ma ci sta: questo Doria sa soffrire, e se resiste sa anche far male.
Ripresa equilibrata. Comincia avanti, la Samp: due minuti del secondo tempo, tacco al volo di Caracciolo e pallone che sfiora il palo. Un lampo per far capire all'Hajduk che no, essere in vantaggio non significa chiudersi a sperare che il tempo passi in fretta. Mazzarri mette dentro Montella, Pudor Pandza (a inizio ripresa) e quindi Bartolovic. Proprio lui, al 21', si mangia il pareggio: Rukavina lo vede in mezzo e quello – tutto solo – mette alto da sei, sette metri al massimo. Un buco, forse l'unico, che poteva costar caro. La risposta è un sinistro insidioso di Montella, poi tocca a Ziegler prendere il posto di Pieri (brutta botta alla caviglia) e quindi a Campagnaro salvare la baracca: Lucchini prima toglie palla a Rukavina e subito dopo scivola, Castellazzi non trattiene la conclusione e l'argentino, solo lui sa come, riesce a spazzare a un passo dal pareggio. E' l'ultimo sussulto, l'ultima paura: l'Hajduk ci proverà fino in fondo, niente da fare.
Il sacrificio paga. Ha vinto, la Samp, e questo conta. Mica facile venire a giocare qui, in mezzo a una bolgia di 35mila e passa tifosi e contro la regina del calcio croato. Mazzarri può godersi – oltre al successo – un'ulteriore conferma del cuore di questa squadra e della sua capacità di capire quando è il momento di sacrificarsi: era successo in amichevole, contro l'Albinoleffe, ed è stata una lezione preziosa. Gara interpretata alla perfezione, questo il senso del discorso: e l'1-0, prezioso come e più di quello di Burgas, è un tesoro sul quale sognare l'Uefa. Quella vera.
Hajduk Spalato 0
Sampdoria 1
Rete: 44' p.t. Campagnaro.
Hajduk Spalato (4-3-1-2): Balic; Rubil (13' s.t. Bartolovic), Sablic (1' s.t. Pandza), Buljat, Zivkovic; Andric, Damjanovic (35' s.t. Linic), Hrgovic; Cernat; Kalinic, Rukavina. A disposizione: Tomic, Cubrilo, Ljubicic, Peraic. Allenatore: Ivan Pudar.
Sampdoria (3-4-2-1): Castellazzi; Lucchini, Sala, Accardi (42' p.t. Campagnaro); Zenoni, Volpi, Sammarco, Pieri (32' s.t. Ziegler); Delvecchio, Bellucci; Caracciolo (18' s.t. Montella). A disposizione: Mirante, Maggio, Bastrini, Franceschini. Allenatore: Walter Mazzarri.
Arbitro: Duarte Paixao (Portogallo).
Assistenti: Baia Nogueira (Portogallo) e Fernandes Braga (Portogallo).
Quarto uomo: Irvine (Irlanda del Nord).
Note: ammoniti al 29' p.t. Kalinic, al 16' s.t. Sala, al 28' s.t. Andric, 30' s.t. Lucchini, al 34' s.t. Montella e al 37' s.t. Ziegler; spettatori 35.000 circa; recupero p.t. 3', s.t. 5'.
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Nella foto Pegaso, corpo a corpo per Gennaro Delvecchio.