U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Bellucci: «Sabato è stata una giornata speciale»

News

Bellucci: «Sabato è stata una giornata speciale»

Intervista esclusiva per sampdoria.it a Claudio Bellucci, anima della Samp uscita dalla crisi: «Ci siamo guardati in faccia, abbiamo fatto quadrato. E siamo ripartiti».

13_bellucciDi anni, da quando salutò tutti e lasciò Genova, ne sono passati. Tanti, come tante sono le cose che hanno segnato la sua carriera, la sua vita, e la storia della Samp. Oggi che è tornato, felice di riprendere un discorso in cuor suo mai interrotto, sembra che quel filo che lo legava al blucerchiato fosse semplicemente annodato, nascosto in chissà quale piega della memoria: spezzato no, mai. Sulla scia di una crisi spazzata con due vittorie di fila, quel ragazzo che sognava di battere l'Arsenal e che oggi corre come allora apre il cuore: le emozioni, la voglia, le difficoltà. Claudio Bellucci, signori.

Il tempo non ha cancellato nulla, anzi: l'amore è sfumato nella nostalgia, nella voglia di un ritorno. La Sud continua a cantare per te, Claudio.
«Ne sono orgoglioso, davvero. Io ci credevo, speravo di riprendere immediatamente confidenza con i tifosi e con tutto l'ambiente: quando lo stadio ti acclama sai che ti apprezza, ed essere riuscito a dimostrare sul campo quanto fosse grande la mia voglia di tornare è splendido… Sabato per me è stata una giornata speciale».

Migliore, senza dubbio, di quelle che l'avevano preceduta.
«Già, Catania e Milan. Diciamo che vincendo due partite di fila ci siamo un po' rimessi in pari… Seriamente: quello che aveva fatto preoccupare la nostra gente era stata la mancanza di reazione, soprattutto il crollo dopo il gol di Kakà. Avevano ragione i tifosi, ma perlomeno perdere in quella maniera ci è servito per renderci conto che avanti così non si poteva andare, che crollare così no, non dovevamo».

Vitale, per risollevarsi, il successo di Cagliari. Anche se Mazzarri aveva detto che la crisi non era ancora passata. E ora, dopo il 3-0 all'Empoli?
«Siamo ripartiti di slancio, come a inizio anno. Noi la partita abbiamo sempre cercato di farla, su ogni campo: anche contro il Milan, nel primo tempo. Siamo stati bravi a fare quadrato, a parlar poco preferendo i fatti. Volevamo uscirne, direi che ci siamo riusciti. E poi è sempre meglio perderne una in quel modo che cinque 0-1 di fila, no?».

Resta però un dato che il suo peso ce l'ha: una volta sotto, la Samp ha sempre perso; una volta in vantaggio, ha sempre vinto.
«Il campo dice che sotto questo punto di vista dobbiamo migliorare, inutile raccontarsi delle storie. Dobbiamo metterci in testa che anche se stai perdendo 3-0 la partita non è finita, che recuperare è sempre possibile… Sì, quando siamo stati sopra abbiamo sempre chiuso abbastanza facilmente, ma è quando sei sotto che devi rimboccarti le maniche: bisogna lavorarci su».

Intanto, però, la classifica è tornata tranquilla. Sono quel che la Samp merita, quei 17 punti?
«Guardando indietro, beh, potevamo fare meglio: in fondo il nostro potenziale non l'abbiamo ancora espresso appieno. E' importante guardare avanti, non accontentarsi di essere vicino a qualcuno di cui si parla bene: anche se forse sin qui si è un po' sopravvalutato il cammino di qualcuno tendendo a sottostimare il nostro, sono convinto che alla fine le cose vadano dove devono andare…».

Domenica davanti alla tv, dopo l'anticipo?
«Ho visto Fiorentina-Udinese, e sono rimasto impressionato. Quel che sta facendo Marino a Udine è davvero da applausi, vanno alla ricerca del risultato senza mai speculare: più o meno quel che stiamo cercando di fare noi».

Intanto migliora anche l'intesa fra voi attaccanti, e in una squadra costruita per offendere il che non è poi un dettaglio trascurabile…
«Avevamo solo bisogno di tempo, perché per lavorare insieme ci sono state ben poche occasioni e l'amalgama abbiamo dovuto cercarla durante le partite. Il mister vuole che si giochi sempre la palla, mai buttarla via, e mano a mano che andiamo avanti ci avviciniamo sempre più alla sua idea di gioco».

E tu giochi sempre.
«Magari andando in campo ogni tre giorni finisci per avere alti e bassi, ma credo che la squadra abbia quasi sempre saputo sopperire. Comunque lo so: sono fortunato. E felice».

Nella foto Pegaso, tutta la grinta di Claudio Bellucci.

altre news