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Sammarco: «Ho fatto bene a scegliere la Samp»

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Sammarco: «Ho fatto bene a scegliere la Samp»

Il sorriso aperto e felice del centrocampista ex Chievo in un'intervista esclusiva per sampdoria.it: «Il mister mi dà fiducia, di più non potevo chiedere. E poi Franceschini mi ha anche lasciato il mio amato 21…».

15_festasammarcoPaolo Sammarco la Samp ce l'ha nella testa da un bel po'. Da quand'era un ragazzino appena affacciato al palco magno della Serie A. «Tre anni fa, quando esordii nel Chievo – racconta il centrocampista comasco in un'intervista esclusiva per sampdoria.it -, si parlò di un interessamento della Sampdoria. Ne fui onorato, ma all'epoca ero davvero giovane e preferii restare a Verona per fare esperienza. Oggi, dico che è stata una scelta azzeccata perché ho potuto giocare parecchio e presentarmi pronto all'appuntamento con la Samp». Un appuntamento col destino dunque per l'ex clivense, classe '83, polmoni da vendere e piedi più fini ogni domenica che passa. «Ma non ho certo la qualità di Bellucci e Cassano…».

Fiducia. Già, Sammarco è pure umile, dote che nel calcio fa scalare le vette coi rampini del nonno. Umile sì, ma anche determinato. E, soprattutto, felice. Giusto? «Ovviamente sì e come potrei non esserlo? Fin qui ho avuto molto più spazio di quel che mi sarei immaginato, il mister mi ha sempre dato fiducia, considerandomi la prima scelta quando mancava qualche titolare. Si tratta di un fattore importantissimo per me». Il mister, allora. Che tipo è? «E' uno molto focoso, credo che si veda anche in panchina. Vuole che la squadra rifletta il suo temperamento, vuole che noi calciatori diamo tutto. E poi è un tecnico a tutti gli effetti, lavora parecchio sul campo e cura tantissimo i particolari». Si dice inoltre che Mazzarri dialoghi parecchio coi suoi uomini. «Assolutamente sì, spiega sempre le sue scelte e non è da tutti. Mi piace il dialogo che mantiene costantemente col gruppo». In una recente intervista, Palombo ha detto che Mazzarri ha un difetto: fuma troppo… «Probabilmente è vero…».

Alti e bassi. Sorride, Sammarco. Ragazzo alla mano, ma professionista serio. Che torna subito alla veste di calciatore interrogato sulla sua nuova esperienza e sulla sua nuova squadra. Che quando va, vola. E quando non va, scava un buco in terra stile meteorite. Ma la Samp è più alta o più bassa? «Non lo so, non saprei nemmeno spiegare il perché del rendimento altalenante che abbiamo avuto fino ad oggi. E' evidente comunque che quando andiamo in vantaggio giochiamo bene e troviamo pochissime difficoltà. Purtroppo è altrettanto evidente il contrario: se prendiamo gol, diventa durissima. L'unica gara in cui si è subita una rete senza danni è stata Siena, per il resto purtroppo parlano i risultati». Come si sta comportando la Sampdoria durante la sosta per provare ad uscire definitivamente da questa pericolosa oscillazione caratteriale? «In questo momento ci stiamo concentrando parecchio sul lavoro atletico per presentarci freschi alla ripresa del campionato e per scaricarci un po' mentalmente. La parte tattica la affronteremo la settimana prossima, a quel punto vedremo cosa ci dirà Mazzarri».

Scelta azzeccata. A proposito di tattica. La posizione in campo di Sammarco, oggi, dimostra che il calcio è davvero strano. Arrivato come vice della coppia Volpi-Palombo, ora gioca praticamente terzo d'attacco. «Già, è vero – risponde lui -. Il calcio è proprio strano… Si tratta di un ruolo abbastanza nuovo per me, ma non del tutto inedito. Qualche volta l'anno scorso avevo giocato più avanti, quindi conoscevo i movimenti. E poi adattarsi è sempre bene». Altra stranezza: Sammarco terzo d'attacco, Franceschini centrale di centrocampo. Due anni fa, al Chievo, sarebbe stata utopia. «Sembrava davvero impossibile una cosa del genere e invece… Con Daniele parliamo spesso, scherziamo anche su questa cosa. E comunque lo devo ringraziare». Perché? «Mi ha ceduto il numero 21, un numero che mi porto dietro dai tempi del Viareggio, quando lo vinsi, da ragazzino. Il giorno in cui ho firmato per la Samp gli ho mandato un sms dicendogli: "Mi dai il 21?". Lui l'ha tirata un po', ma alla fine si è preso il suo vecchio 19 e siamo tornati indietro di due anni…». E si va avanti, eguagliando il record personale di reti in Serie A: 2. «Vero. C'ho messo cinquanta partite col Chievo per segnare un gol e qui alla Samp me ne sono bastate appena dieci per farne due… Ho fatto bene a scegliere il blucerchiato».

Nella foto Pegaso, Paolo Sammarco esulta dopo un gol insieme ai compagni.

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