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Mazzarri: «Rispetto sì, sempre, ma paura di nessuno»

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Mazzarri: «Rispetto sì, sempre, ma paura di nessuno»

Il tecnico della Samp chiude il capitolo Napoli («Vincere in Serie A è sempre difficile, non ci si può aspettare lo spettacolo tutte le volte) e aspetta il derby: «Sappiamo quanto conta».

12_mazzarriWalter Mazzarri a tutto tondo nel martedì pre-derby. Il tecnico blucerchiato parla sì dell'attesissima partita di domenica – sarebbe d'altra parte impossibile svicolare i quesiti dei giornalisti -, non senza soffermarsi però sul match contro il Napoli, da cui il tecnico toscano trae spunti importanti. Specialmente concentrandosi su alcuni aspetti del day after che non gli sono piaciuti granchè.

Precisazioni. «Prima di parlare del derby – comincia Mazzarri – volevo chiudere definitivamente la vittoria contro il Napoli. Ho avuto la sensazione, leggendo i giornali ed ascoltando i commenti in televisione, che qualcuno abbia storto il naso, raccontando di una Samp non perfetta. Volevo ricordare a tutti che la Serie A è durissima, che a vincere fanno fatica anche squadre importanti come la Juventus, che la Samp occupa una posizione di classifica assolutamente invidiabile nonostante non abbia investito i capitali che, ad esempio, hanno profuso squadre come il Napoli. Non dimentichiamo che domenica abbiamo battuto una formazione forte, piena di talenti pagati diversi milioni. Non si deve commettere l'errore di aspettarsi sempre prestazioni come quella contro il Palermo, di far fatica ci sta. E poi, comunque, domenica il Napoli ha creato una sola palla gol, sull'1-0 per noi. Per il resto, la mia squadra ha controllato benissimo l'incontro».

Quel cambio. Anche le parole e le voci sulla sostituzione mancata di Delvecchio hanno infastidito il tecnico blucerchiato. Prima del gol del vantaggio Samp, Bonazzoli era pronto per sostituire il numero 40, che poi è invece rimasto in campo. «Sembra sempre che si debba cercare qualche cosa che non va bene quando invece tutto va bene – prosegue Mazzarri -, ci sta nel calcio di cambiare le decisioni in corsa. E la mia era soltanto una soluzione tattica, perché volevo metter dentro Bonazzoli per cercare di vincere la partita, non certo per penalizzare Delvecchio. Gennaro poi ha fatto gol, sono felicissimo per lui. Tengo a precisare che queste sono cose che i ragazzi sanno benissimo, anche perché sarei poco furbo io a tenerle nascoste, nello spogliatoio si parla…».

Mentalità vincente. La critica si aspetta dunque, secondo Mazzarri, una Samp di ferro a Marassi, sempre e comunque e fa i musi se ciò non accade. Una corrente di pensiero che non trova riscontro invece tra i tifosi. «Quando incontro i nostri sostenitori per strada – racconta l'allenatore livornese – mi dicono sempre che sono contenti della mentalità vincente della squadra, è una grande soddisfazione per me». Ma guai a parlare di obiettivi, altro tasto che non suona musica per Mazzarri. «Penso che si debba tener conto della nostra realtà, del fatto che è il primo anno che siamo insieme, del fatto che è meglio non pensare a nulla per ottenere qualcosa di bello. L'ho detto il primo giorno: non accontentiamoci mai e lo ripeto, ma occhio a vendere fumo alla gente. L'obiettivo nostro è migliorarci, punto e basta. Non mi piace sentir parlare di Uefa, anche se non sono così falso modesto da dire che penso alla salvezza. Penso solo al bene della mia squadra e a vincere sempre, poi è il campo che comanda».

Le regole e Cassano. Altro piccolo chiarimento, prima di parlare di derby. Riguarda Antonio Cassano, ospite domenica sera a "Che tempo che fa", la nota trasmissione di Fabio Fazio. «Antonio gli schemi li segue bene – precisa Mazzarri, riferendosi alle battute (peraltro assolutamente ironiche) del barese nel programma di Fazio -, lo avete visto domenica contro il Napoli. Quando Palombo ha battuto la punizione ed Antonio si è trovato davanti al portiere eravamo tutti soddisfatti, perché lo schema aveva funzionato. Cassano segue esattamente tutto ciò che propongo, come gli altri ragazzi. E' rispettoso e si applica molto. E, soprattutto, non porta nessuno in ritiro… Alle regole ci teniamo tutti qui alla Samp». Riguardo il rapporto di Cassano con le bandierine, il mister del Doria si dimostra invece assai comprensivo. «Speriamo ne prenda a calci tante…».

Un derby diverso. Imboccata per entrare finalmente nell'argomento derby. «Ma qualche domanda tenetevela anche per venerdì», scherza l'ex trainer della Reggina. Che poi comincia: «Arriviamo ad un impegno che è inutile stare a dire quanto sia importante in maniera diversa rispetto all'andata. In quel periodo c'erano tanti problemi, la squadra doveva ancora trovare la propria identità, c'era la Coppa Uefa, c'erano tanti giocatori infortunati, alcuni addirittura dovevano ancora inserirsi e partivamo svantaggiati rispetto agli avversari, che invece si conoscevano dall'anno prima e avevano meno impegni. Oggi ci troviamo con una precisa identità di gioco e con una classifica, sia noi che loro, importante. E con una settimana interna per prepararci, che non è poco».

Spettacolo e classifica. La sfida di domenica sarà, oltre ad un caldissimo derby, anche un match d'alta classifica. «Sì, però credo che con lo spettacolo c'entri poco perché, come ha detto anche Roberto Mancini, qui a Genova 'sta partita è troppo sentita per parlare di punti o graduatoria. Conterà soltanto il risultato, le due fazioni ci tengono in maniera incredibile». Che cosa deve fare, allora, un allenatore prima di un incontro del genere? Caricare i ragazzi? Studiare l'avversario? Mettere a punto schemi nuovi? Ecco che ne pensa Mazzarri. «Caricarli? Sarebbe inutile, penso anche dannoso. I miei giocatori sanno benissimo l'importanza del match, io e il mio staff dobbiamo solo metterli in condizione di arrivarci al top, consapevoli di aver fatto tutto ciò che potevano per allenarsi al meglio. Punto».

Le assenze. Qualche dubbio in difesa, dove Gastaldello – sia per squalifica che per infortunio – non sarà certamente disponibile. «Il ballottaggio è tra Sala e Lucchini, anche se in questo momento è Sala il candidato numero uno. Deciderò a fine settimana, a seconda delle indicazioni ricevute sul campo». Non si conoscono invece i destini di Volpi e Sammarco. «Dobbiamo capire come stanno, so che Volpi ha anche avuto la febbre negli ultimi giorni, quindi è un problema in più. Da oggi ripartiamo e vediamo che succederà. Naturalmente, bisogna considerare anche il massimo rispetto per chi è sceso in campo domenica contro il Napoli. Ci sono molte situazioni da tener presente». Ad esempio quella di Delvecchio. «Sta tornando ai suoi livelli, ma è naturale che mi aspetti da lui qualche cosa in più. Domenica è stato bravo, soprattutto dopo il gol, credo gli sia servito per sbloccarsi psicologicamente. Bello anche il colpo di petto per Franceschini, complimenti a Gennaro».

L'avversario. Capitolo cugini. Ecco come li dipinge Mazzarri. «Abbiamo rispetto per loro, come per tutte le altre squadre che affrontiamo. Si tratta di un organico forte, diretto da un ottimo allenatore, e composto con investimenti importanti. Parlo solo di Leon, la cui situazione conosco direttamente: venne preso a gennaio contro la mia volontà per 4 milioni. Sintomo che la società credeva in lui e soprattutto aveva voglia di far bene, di creare un progetto. Come Leon ci sono altri ottimi giocatori, dovremo stare attenti. La mia squadra però, se sta bene, può giocarsela con chiunque, quindi paura no. Ma rispetto, sì. Sempre». In più, secondo Mazzarri, la Samp potrà contare sui suoi tifosi. «Questa per me non è una trasferta, ricordo ad esempio quando siamo andati a Torino contro la Juve, l'esodo più importante dei nostri supporters quest'anno. Abbiamo fatto risultato. Domenica saranno 11.000 e sono sicuro che si faranno sentire, nonostante l'inferiorità numerica. Abbiamo bisogno dei tifosi blucerchiati, sono un'arma fondamentale per noi».

Nella foto Pegaso, il tecnico della Samp Walter Mazzarri durante la sfida col Napoli.

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