U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Mazzarri: «Momento importante del nostro percorso»

News

Mazzarri: «Momento importante del nostro percorso»

La sfida col Livorno, il rientro di Cassano, i complimenti che arrivano da tutte le parti: «Ma non bisogna pensare di vincere solo perché lo dice la classifica – frena il tecnico -. Col Livorno è una sfida decisiva».

04_mazzarriSampdoria-Livorno mischia insieme mille pensieri e mille motivi, e tocca a Walter Mazzarri trovare un filo logico che consenta di uscirne vivi. E' l'incrocio col passato (l'ennesimo, però: e il tecnico ci bada sempre molto poco), è la domenica del Gran Ritorno (Antonio Cassano, chiaro), è un momento forse decisivo nella corsa blucerchiata a sogni più grandi del previsto. E' sfida da vincere, punto e basta.

Il ritorno. Si parte da lì, da Cassano. Il calcio non è matematica, ma ogni tanto ci s'avvicina: cinque partite senza di lui, tredici punti. E senza quel rosso? «Magari con lui le vincevamo tutte, chi lo sa?», scherza Mazzarri. Che però ha idee chiare e nette: «Io non guardo ai risultati ma alle prestazioni, da sempre, e ricordo come stava giocando lui e come stava giocando la squadra prima della squalifica. E' un dato di fatto, Antonio ha fatto vedere qualcosa più degli altri e questo gli altri devono accettarlo: ha parlato il campo, ed è l'unica voce che ascolto. Se tornerà dall'inizio? Sì, lo merita».

Insidie. Un girone fa, la trasferta di Livorno segnò uno dei picchi più bassi della stagione doriana. Una sconfitta senza troppi appelli, nata in un niente. «Ma era un momento diverso e noi eravamo una squadra diversa – frena subito Mazzarri -, non ha senso fare confronti. Io ragiono sul presente, su un Livorno che ha saputo mettere sotto il Siena e che verrà qua con lo stesso atteggiamento che ha avuto il Cagliari due settimane fa». Non fu la miglior Samp possibile, quella: «Già, e non vorrei che visto il buon momento e tutti i riconoscimenti che ci arrivano pensassimo di esser diventati forti, forti al punto di poter dire che si vince senza pensieri. No. L'insidia grossa è questa, voglio che i ragazzi lo capiscano e ci mettano la tensione e il nervosismo che ho già in corpo io: ci aspetta una partita difficilissima, serve concentrazione, attenzione, e guai a far prendere coraggio al Livorno».

Orgoglio e soddisfazioni. Di complimenti, ha ragione Mazzarri, ne arrivano parecchi. Sono le partite e la classifica, a tirarli fuori. Lui, però, tira dritto: «Se pensiamo al credito che ci veniva dato a inizio anno e se pensiamo a quel che abbiamo fatto, beh, essere rispettati da certe squadre è motivo di grande orgoglio… Ma deve durare un secondo, due: non di più. Si prendono i complimenti e ci se li scorda subito, se non si vuol dilapidare tutto. Per questo torno al Livorno: è una gara da non sbagliare, per nessun motivo. Poi può andar male, un episodio che gira sorto e tanti saluti… Ma vorrei che la prestazione, quella sì, fosse all'altezza».

Siamo solo noi. Orgoglio, insomma. Lo stesso che sale quando ti accorgi che la Samp è in piena corsa per qualcosa di grosso, e che anche gli altri se ne sono accorti: «Io però non li guardo, gli altri – sfugge via Mazzarri -. Sono concentrato solo sulla gara di domenica, sui dubbi che ho, sulle scelte da fare… A guardare da un'altra parte si corre il rischio di andar fuori strada, di sbagliare qualcosa. E non possiamo permettercelo: questo è un momento cruciale del nostro percorso».

Nella foto Pegaso, il tecnico della Samp Walter Mazzarri.

altre news