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Bistazzoni: «La Coppa, Fiorillo… Una settimana perfetta»

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Bistazzoni: «La Coppa, Fiorillo… Una settimana perfetta»

Sei anni insieme al ragazzo di Oregina, quindi in pochi giorni la vittoria nella Coppa Italia Primavera e la gioia di vederlo esordire in A: «Domenica avevo la pelle d'oca».

16_fiorillobistazzoniA volte sei anni di lavoro possono passarti davanti in qualche giorno, mischiando insieme emozioni e pensieri e dando a quel che hai fatto un senso anche più compiuto di quel che potevi sperare. Quando succede, beh, la gioia è grande. Parecchio. Giovedì, la Coppa Italia vinta dalla Primavera: ai rigori, e Fiorillo ne para due. Domenica, prima squadra: Fiorillo che conquista la sua prima Serie A e un messaggio che dice "Mister, questo esordio è tutto suo". Suo, del preparatore dei portieri delle giovanili blucerchiate: di Guido Bistazzoni, insomma, che con Vincenzo ci lavora dai Giovanissimi in avanti. Sei anni, appunto. Se Fiorillo ha davanti a sé un futuro a colori, qualche merito passa anche di qua.

Mille emozioni, questa settimana…
«Non potevo chiedere di più. A Bergamo avevo un brutto presentimento, ai rigori eravamo già usciti al Viareggio e in più ne avevamo sbagliato uno in partita con Marilungo. Onestamente pensavo che non ce l'avremmo fatta: poi Vincenzo ha parato i primi due e ho cambiato idea… La Coppa l'avevo vinta due volte con la Samp, ma da allenatore è il primo trofeo: una gran bella sensazione. E poi domenica avevo la pelle d'oca, quando l'ho visto entrare: mi ha scritto subito, poi l'ho sentito. E' stata una soddisfazione enorme ripensare a come l'ho tirato su, a come abbiamo lavorato insieme sui fondamentali, sulla testa: consegno alla prima squadra un ragazzo a cui serve solo esperienza, nient'altro. Come settore giovanile, il prodotto è finito».

Colpisce la personalità, la calma con cui affronta cose più grandi dei suoi diciott'anni.
«Ha coordinazione, ottimi fondamentali, sa come mettere le mani. Ma di testa è cresciuto tantissimo, davvero ha bruciato i tempi: è forte, maturo. Ve lo ricordate Buffon? Aveva più o meno quell'età quando ha esordito in A, contro il Milan, e poi ha fatto quel che ha fatto. Ecco, Vincenzo ha quella testa lì».

Testa da Serie A, o per un ragazzo ha più senso farsi le ossa un gradino o due sotto?
«Per me l'importante è che giochi. Dove, beh, tocca alla società deciderlo. Certo, l'impatto con la A è grande e arrivare subito ad alti livelli sarebbe un bel salto… Penso alla mia carriera: io sono salito per gradi, ma la testa me la sono fatta strada facendo. Lui no, lui già ora ha i mezzi per reggere anche San Siro. Un errore e si brucia? No: non lo smonta niente».

Non solo Fiorillo, però. Come crescono i portieri del settore giovanile?
«Stiamo lavorando bene, davvero. Abbiamo Negretti negli Allievi, sono molto contento di lui: ha quasi due anni meno di Fiorillo e sto aspettando che cresca ancora di due o tre centimetri, ma tecnicamente è molto bravo e anche a carattere siamo messi bene. Poi Bregasi, Oddo… Tutti ragazzi che hanno qualità e fisico: un buon punto di partenza».

E' più difficile allenare la tecnica o la testa?
«Devi lavorare su tutto, ma è il carattere che fa la differenza: se un ragazzo non è sveglio a certi livelli non può starci. Prima ci si dà una mossa, in quel senso, e meglio è. Come Vincenzo».

Nella foto Pegaso, Vincenzo Fiorillo e Guido Bistazzoni con la Tim Cup Primavera.

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