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Bellucci: «A Marassi è la Samp che detta legge»

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Bellucci: «A Marassi è la Samp che detta legge»

Il numero 11 non usa giri di parole: «Sia noi che l'Udinese giochiamo un bel calcio, e loro in trasferta hanno vinto parecchio. Ma questa sfida vale l'Europa, e vogliamo continuare a vincere».

17_festabellucci1A poco più di un mese dal rientro, con l'infortunio al ginocchio definitivamente alle spalle, Claudio Bellucci è pronto. Il gol col Catania, poi qualche spezzone qua e là, la maglia da titolare a Reggio Calabria in una domenica storta: serviva anche questo, per ritrovarsi. E il momento, con l'Europa da conquistare e un calendario – diciamo così – insidioso, è quello giusto. «Io sto bene – giura Claudio -, ho fatto tanti sacrifici e forse era anche normale calare un po' dopo esser tornato in quel modo… Ora sono a posto».

Pomeriggio da dimenticare, quello del Granillo?
«Abbiamo già girato pagina, era l'unica cosa da fare. E' stata una gara difficile, apatica: un po' sulla falsariga di Catania e Livorno. Però credo anche sia stato un incidente di percorso, visto che era da tempo che non ci capitava di giocare così… Per questo nessuno si preoccupa, perché siamo già tutti concentrati sull'Udinese: è una sfida importantissima e vogliamo riscattarci».

Udinese, poi Fiorentina. Ci si gioca l'Europa, e ce la si gioca col peso di troppe diffide: un problema o solo un fastidio?
«Non ci lasciamo condizionare. E' vero, un'ammonizione a questo punto della stagione può fare la differenza, ma noi in campo ci mettiamo sempre e comunque la stessa determinazione. Ci aspettano due gare determinanti e serve uno sforzo per dare un senso a quel che abbiamo fatto sin qui: ma il nostro resterà comunque un campionato straordinario, che niente, in queste cinque giornate, potrà cancellare».

La testa alla Champions League, domenica, e di fronte una squadra che ama – come la Samp – giocare a calcio.
«Né noi né l'Udinese speculiamo sul risultato, in casa come in trasferta: giochiamo per vincere, e giochiamo bene. La mentalità è questa, e averla conquistata fa onore sia a noi che a loro. Però aggiungo una cosa: se abbiamo un punto in più qualcosa di buono l'abbiamo fatto vedere, no? E poi a Marassi abbiamo sempre dettato legge: dobbiamo continuare a farlo».

E' anche sfida di attacchi diversi e simili insieme. Fanno paura, Quagliarella, Di Natale e soci?
«Ce la giochiamo. Loro hanno il tridente, noi abbiamo scelto il sacrificio degli attaccanti per favorire gli inserimenti dei centrocampisti. La sfida con Fabio? La sentivo di più quando sono tornato a Genova e lui stava andando via, anche perché mi sarebbe piaciuto giocare con lui. Mi sento più simile a Di Natale, dev'essere perché dopo i 30 hai meno da dimostrare e rendi meglio…».

E se poi tornasse anche Montella…
«Forse con lui avremmo anche qualche punto in più. Lo aspettiamo tutti quanti».

Nella foto Pegaso, un'esultanza di Claudio Bellucci: in campionato, per lui, 10 gol.

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