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Pea: «Orgoglioso di questo Scudetto, grazie a tutti»

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Pea: «Orgoglioso di questo Scudetto, grazie a tutti»

Fulvio Pea nella storia della Samp dopo lo Scudetto Primavera: «Orgoglioso di aver compiuto quest'impresa. Grazie alla società e ai ragazzi, sono stati tutti meravigliosi»

pea2E' la vittoria di una società, in primis, di un gruppo, di molti collaboratori che lavorano lontano dai riflettori, dei tifosi che hanno seguito la squadra a 670 chilometri di distanza. Ma lo Scudetto 2007-08 – il primo nella storia del club blucerchiato – è anche e soprattutto merito di Fulvio Pea, uno che ha raccolto l'eredità pesante di Alberto Bollini, uno che ha raccolto la formazione vice-campione d'Italia e le ha tolto il vice, con l'aperitivo della Coppa Italia.

La grande sfida. Ecco, con una rosa così matura, così forte, così al punto giusto, si può dire che non si potesse perdere. Ma una cosa è dirlo, un'altra farlo. Pea lo ha fatto. «Era una sfida e lo sapevo dall'inizio – dice il tecnico campione d'Italia nella pancia dell'impianto di Chieti -, ma questo è il nostro lavoro e le sfide più difficili sono quelle più belle da vincere. Oggi l'ho vinta e sono felice».

Grazie a tutti. Naturalmente Pea è ben lungi da prendersi tutto il palco, nonostante la soddisfazione gliela si legga negli occhi senza bisogno dei tarocchi. «Il primo pensiero va alla società, una società forte, sana, competente, che ha puntanto tutto sui giovani da qualche anno a questa parte. Voglio ringraziare il presidente Garrone, una persona splendida, e tutto lo staff dirigenziale. Anche se il mio grazie più grande è per i ragazzi, splendidi».

Gruppo. Ecco, proprio qui sta il punto. Qualche giorno fa, Pea aveva suonato l'allarme, preoccupato per un gruppo che rischiava di disunirsi per via dell'assenza di ben cinque nazionali. Rischio concreto, ai tempi, ma dimostratosi poi solo un rischio. «Già, perchè i miei giocatori si sono allenati con grande professionalità e altrettanta motivazione, cementando ancor di più uno spogliatoio già sano ed alimentando un approccio psicologico particolare, non facile da vedere in giovani di 18 anni».

Mentalità. Anche qui batte il sole, proprio sulla testa. Tra i motivi principali del successo in campionato. «Esatto, senza la giusta mentalità non si va da nessuna parte, per lo più contro una squadra come l'Inter, dotata di elementi capaci di risolvere le partite da un momento all'altro. Alla vigilia pensavo partissero loro coi favori del pronostico, invece i miei hanno saputo dimostrare di essere superiori grazie alla coesione e al bel gioco, che secondo me abbiamo proposto per tutto l'anno. E ne vado fiero».

Appuntamento con la storia. Da qui, una doppietta storica: Coppa Italia e Scudetto, i primi trofei da toccare con mano nell'era Garrone. «Ed è un orgoglio che ci godiamo, non posso nasconderlo. E' bellissimo essere entrati nella storia di questa società». Emozioni una dopo l'altra allora, anche se tra poco tutto sarà già un ricordo. Verrà presto il momento di pensare al futuro, quale sia quello di Pea nessuno lo sa. «Ci penso da domani – dice il mister, per il quale si vocifera una chiamata del Foggia -. Il Foggia? Bella città, anche se la conosco poco. Ma alla Samp sono stato troppo bene, non ho mai trovato un'organizzazione del genere. Vedremo».

L'alba di tante carriere. Da domani, sarà tempo di futuro anche per i campioncini d'Italia, all'alba della propria carriera. «Sì, il loro cammino inizia ora – chiude Pea – ed è stato importante arrivare a questo punto sulla rampa di lancio. Saranno in vantaggio rispetto a molti altri, ma guai sedersi, solo col lavoro si ottengono risultati. Io lo so bene: non ho mai giocato a calcio ad alti livelli eppure grazie alla dedizione sono qui, mi ritengo fortunato e spero di poter dare l'esempio».

Nella foto Pegaso, Pea abbraccia Cucciniello al termine della finale.

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