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Pea: «Due anni per portare i ragazzi in prima squadra»

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Pea: «Due anni per portare i ragazzi in prima squadra»

Il tecnico della Primavera al lavoro a Bedonia: «Abbiamo una squadra giovane, di prospettiva. Lavoriamo per portare questi ragazzi nel calcio dei grandi».

04_peaDopo aver vinto tutto, riparti più o meno da zero. Nonostante la possibilità di tornare nel calcio delle prime squadre, nonostante progetti e offerte. Fulvio Pea ci ha ragionato su per un po', poi ha deciso che alla Samp – alla Primavera della Samp – il lavoro non era ancora finito: e quando il telefono squilla lui è a Bedonia, in ritiro con una squadra piena di ragazzi del 1991 e con le maniche tirate su.

Sono passati due mesi, da quei trionfi: è ancora un'emozione?
«Beh, diciamo che è giusto non pensarci più: quei momenti fanno parte del passato, della storia della Sampdoria. Il presente è un altro, è una squadra completamente nuova che deve diventare il futuro di questa società».

Cambio di prospettive, allora. E cambio di obiettivi.
«Esatto. Marotta è sempre chiaro e limpido, nelle sue richieste: lo scorso anno siamo riusciti ad accontentarlo, la speranza è di farcela di nuovo… Abbiamo un piano di due anni, in fondo al quale vorremmo portare i nostri ragazzi tra i grandi. Ci sarà da lavorare parecchio, perché abbiamo una squadra veramente molto giovane, ma l'entusiasmo e la concentrazione sono gli stessi di un anno fa».

Vale a dire, far capire loro che lo scudetto sul petto non va guardato come un imperativo?
«Quei simboli, lo scudetto e la coccarda della Coppa Italia, appartengono ad un altro gruppo: quello di oggi non ha vissuto le emozioni e i sacrifici che hanno portato ai successi della scorsa stagione, non può ancora capire cosa c'è stato dietro. Quel che sarà difficile è far capire ai ragazzi che i risultati, questa volta, vanno cercati a lunga scadenza».

Intanto, alcuni dei protagonisti di giugno sono a farsi le ossa con Mazzarri.
«Fa piacere che siano lì e soprattutto fa piacere che siano anche utili alla prima squadra: credo si sia riusciti ad eliminare il gap tra Primavera e prima squadra, e questo per un allenatore del settore giovanile è ancora più importante dei trofei che abbiamo conquistato».

Quant'è grande, quel salto?
«Quando un ragazzo lascia i compagni e affronta il calcio vero resta da solo, e a quel punto contano solo i numeri, quel che fai: devi essere forte di testa, superare l'impatto dal punto di vista psicologico».

Nel frattempo, si suda a Bedonia. Come procede il lavoro?
«Abbiamo cambiato tutto, rispetto a un anno fa: due leve di differenza si fanno sentire parecchio. Siamo un cantiere aperto, molto aperto».

Con delle prospettive?
«Di sicuro. Ragazzi interessanti ce ne sono, perché la società ha lavorato molto e bene soprattutto con i '92: mettiamola così, quella degli Allievi è un'annata destinata ad aprire un ciclo».

Nella foto Pegaso, il tecnico della Primavera blucerchiata Fulvio Pea.

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