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Cerezo: «Genova e la Samp sono nel mio cuore»

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Cerezo: «Genova e la Samp sono nel mio cuore»

Toninho Cerezo torna a Genova giovedì sera, per l'amichevole tra la Samp e il suo Al Shabab: «Sarà un'emozione grandissima, sono sempre un tifoso doriano».

17_cerezogarroneSplende il sole, su Genova. Brilla sul mare, si rompe in mille riflessi, mette in pace col mondo. Quando Toninho Cerezo risponde al telefono, sereno e disponibile, l'impressione è che anche lui si sia perso in quel capolavoro discreto che è Genova. Cadenza brasiliana, rotonda e gentile, a colorare con un sorriso le sue parole: parole emozionate, perché questa città gli è rimasta nel cuore e perché gli incroci del destino che giovedì lo riporteranno a Marassi (Sampdoria-Al Shabab) sono un regalo perfetto.

Cerezo, buongiorno. Due anni dopo Sampdoria-Peñarol, quando venne a salutare la Sud, la ritroviamo a Genova. Sarà ancora la stessa emozione?
«Di sicuro, perché tornare qui è sempre una cosa speciale. Genova è parte della mia vita, qui ho la famiglia e qui ho ancora moltissimi amici. L'ultima volta era stata una serata bellissima, l'affetto della gente come ai tempi in cui giocavo… Sarà anche meglio, questa volta: vengo da allenatore».

Così i tifosi della Samp potranno coccolarla per tutta la partita invece che per un giro di campo, no?
«Sarà fantastico. Anche perché io sarò in panchina a fare il tifo per la Samp… (e ride di gusto, n.d.r.)».

La sua Samp si spinse fino allo scudetto e a pochi centimetri dalla Coppa Campioni; quella di Garrone, Marotta e Mazzarri ha già conquistato un sesto posto clamoroso. Dove può arrivare?
«Questa è una squadra che gioca bene a calcio, una squadra completa con un fuoriclasse come Cassano e con alle spalle una società coi piedi per terra. Piano piano, con il lavoro, può succedere di tutto: anche il nostro tempo era cominciato così, no? Una Coppa Italia, l'Europa… E alla fine il campionato e la finale di Wembley».

E' il sogno di Cassano.
«E' un bel sogno, sono felice che uno come lui abbia voglia di portare il Doria così in alto. Lo vedi in campo e ti rendi conto di quanto gli piaccia giocare, di quanto sia importante per lui stare lì in mezzo. Ha una squadra che corre per aiutarlo, d'accordo, ma un giocatore di quel livello deve essere lasciato libero di inventare: e per inventare serve lucidità».

E magari un allenatore come Mazzarri, no?
«Non conosco il suo lavoro in allenamento, giorno dopo giorno, ma vedo quel che ha fatto. Fatevelo dire, tutto sommato il calcio italiano lo conosco molto bene: per ottenere i risultati che ha ottenuto, Mazzarri è davvero tra i più grandi. Da sampdoriano, sono felice che sia il nostro allenatore».

Nella foto Pegaso, Toninho Cerezo e il presidente Riccardo Garrone due anni fa a Marassi.

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