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Sammarco: «Lo spirito è lo stesso dell’anno scorso»

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Sammarco: «Lo spirito è lo stesso dell’anno scorso»

Il centrocampista della Samp e la voglia di superare il momento delicato: «Andiamo in campo per vincere, ovunque e contro chiunque. E la sosta ci è servita parecchio…».

16_sammarcoMilan-Sampdoria: si riparte così, e (forse) non è un bel ripartire. Perché sì, la sfida è di quelle che aprono ai sogni e portano bei ricordi. Ma quando i risultati non arrivano, trovarsi davanti a San Siro Kakà e compagnia è poco bello – a meno di non uscirne a testa alta, felici e contenti, e allora il discorso cade e si riparte con un sorriso largo quanto la Sud. E' questo quel che frulla nella testa di Paolo Sammarco, ex milanista prima di diventare (con profitto) blucerchiato: andare lassù, a Milano, e ritrovare i punti della Samp 2007/08.

Milan: ha un significato particolare, per te?
«Il Milan fa parte del mio passato, quando ci gioco contro qualcosa c'è sempre. Però sono un giocatore della Sampdoria, felice di esserlo, e questa partita diventa una come tante altre: difficile, certo, ma niente più».

Si dice che in estate da quelle parti pensassero ancora a te…
«E' l'ultima cosa che mi passa per la testa, adesso come adesso. Io spero solo di uscire da San Siro con dei punti».

Giusto. Come si fa?
«Tocca fare una partita perfetta, o quasi, come è stato con Inter e Juventus. Chiudere gli spazi, ripartire come non si riesce a fare contro squadre di bassa classifica, cercare quel gol che altre volte ci è mancato… E magari si vince».

Un lungo tour de force, la sosta, un altro mese bello pieno. Come sta la Samp?
«Questa pausa è stata molto, molto importante: avevamo bisogno di lavorare sulla forza e sull'intensità, di ritrovare energie fisiche e mentali che avevamo esaurito, di recuperare dagli infortuni. A Bergamo ci siamo arrivati col fiato corto, ma dopo un mese di partite senza praticamente mai allenarci è normale… Ora siamo pronti: sappiamo di aver commesso degli errori e stiamo facendo il possibile per rimediare».

Pesa, dare un occhio alla classifica?
«Potrebbe pesare, sì. Ma dobbiamo essere bravi a non pensarci e giocare anche a Milano come niente fosse. Questo è lo spirito con cui lo scorso anno siamo arrivati sesti: cercare di far punti ovunque e contro chiunque».

Esiste ancora, quello spirito?
«Certo che esiste, abbiamo ragionato così fin dalla prima giornata. Mancano dei punti, ma alla fine l'unica volta in cui abbiamo veramente sbagliato partita è stata con l'Atalanta: per il resto, come gioco e intensità non siamo stati inferiori a nessuno».

Kakà, Ronaldinho, Pato, Shevchenko, Borriello, Seedorf e pure qualcun altro. Chi può far (più) male?
«Kakà su tutti. E' il giocatore più forte e determinante che hanno. Poi Seedorf: il gioco passa da lui, se ripete quel che ha fatto nel derby è dura tenerlo».

Dovrebbe toccare a te, visto che Palombo è fermo. E' dura, giocare al posto di Angelo?
«E' una responsabilità, ma me la prendo volentieri. Tatticamente mi si chiedono altre cose rispetto al mio solito ruolo, devo pensare alla fase difensiva e non salire più di tanto, ma credo di poterlo fare: cancelliamo Bergamo e vediamo come va domenica…».

Non sembri soddisfatto di quel che stai combinando.
«Sono onesto, speravo di riuscire a fare di più. Sia come singolo, sia come squadra. Credo sia normale, dopo una stagione come la scorsa… Però il tempo c'è, e la voglia pure: cercheremo di recuperare».

Nella foto Pegaso, il centrocampista blucerchiato Paolo Sammarco.

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