Samp da dimenticare: il Palermo passa a Marassi
Samp brutta e poco reattiva, vincono i rosanero: decide Bresciano, autore di una doppietta. Esordio in blucerchiato senza gloria per Pazzini, prima volta in A per Marilungo.
Finisce tra i fischi Sampdoria-Palermo, la gara che l'anno scorso segnò la svolta della meravigliosa stagione blucerchiata e che oggi invece, più che una svolta, dà un volto ed un'identità precise ai fantasmi che da qualche tempo aleggiano sull'ambiente doriano. La situazione in cui si trovano il rientrante capitan Palombo e compagni si chiama crisi, purtroppo. E i musi lunghi nella zona spogliatoi, con l'incontro tifosi-squadra – va detto, civilissimo – a sancire il tutto, confermano le ipotesi delle ultime settimane.
I fischi. Mazzarri e ragazzi si sono persi, vittime probabilmente dei fasti dell'anno scorso, quando la Samp era talmente bella da non sembrare reale e, forse, del tutto reale non lo era davvero. Vittime di sè stessi, quindi, perché il gruppo è assolutamente identico all'anno passato. Meno Maggio, bisogna dirlo, come bisogna dire che è esistito solo un calciatore nella storia in grado di cambiare da solo le sorti delle partite. Ma si chiama Diego Armando Maradona e non gioca più da un pezzo. Essere vittime di sè stessi rappresenta una colpa, per i tifosi, che oggi pomeriggio non hanno risparmiato il fiato fino al 95', come al solito e poi, giustificatamente o no – ma questa è una valutazione del tutto personale e, dunque, da rispettare – ne hanno tirato fuori ancora un po', per cacciare qualche fischio. Di certo non è stato un bel sentire, come non è stato un bel fischiare, perché situazioni del genere nessun tifoso vorrebbe mai doverle vivere.
Problema di testa. Però è così e questi sono sostanzialmente i motivi. La Samp fisicamente non è più straripante, in più ha paura, tanta paura, anche nelle giocate più semplici. Gli avversari, poi, non sono più sorpresi dal modulo e dalle dinamiche tattiche dell'anno scorso e si presentano al Ferraris, o su tutti gli altri campi, con ben differente accortezza nei confronti dei blucerchiati. Salta quindi la possibilità di fregare le squadre sul tempo, saltano di conseguenza molti risultati positivi che un anno fa alimentavano il morale e permettevano di dare quel qualcosa in più, di cui una formazione di medio livello ha bisogno per stare in alto. Il problema è qui: la testa. I ragazzi di Mazzarri non erano fenomeni prima e non sono brocchi adesso, solo che attualmente la mentalità è perdente, invece che vincente. E la cosa si paga. Lo 0-2 di oggi contro il Palermo, probabilmente, non si sarebbe mai verificato la scorsa stagione, almeno non così. Perché la Samp non ha saputo reagire, non ha saputo rientrare in partita, non ha fatto altro che buttarsi in avanti sperando nel colpo, per poi andare all'assalto col cuore. Gli episodi non l'hanno aiutata, gli errori sotto porta nemmeno.
Manca il mordente. E allora il problema torna a monte. A questo atteggiamento non si deve arrivare, perché – senza metodo – un gruppo con buone ma non eccezionali qualità tecniche non va da nessuna parte. A difesa di Palombo e compagni va detta però una cosa. La sorte non gira e qui non si piange, si dice la pura verità. 40': Cassano va giù in area, strattonato da Bovo. Rigore c'è, rigore non viene concesso. 42': Sammarco si mangia il vantaggio su sponda di Pazzini, a tu per tu con Amelia. 45': Palermo in vantaggio su mischia in area doriana, dopo aver perso scioccamente palla in mezzo. Questa è cronaca. Tutto vero allora: la Sampdoria non ha più il mordente cui aveva abituato i suoi tifosi, ma sta anche vivendo un campionato stregato. Il ritorno di Angelo Palombo può aiutare, perché il capitano è trascinatore vero, dentro e fuori dal campo. L'acquisto di Pazzini anche, perché il Pazzo è forte e oggi – nonostante non aver sostenuto praticamente nemmeno un allenamento tattico coi nuovi compagni – lo ha dimostrato. E poi c'è Cassano, che al mondo ce l'hanno in pochi. Nonostante il siparietto nel finale con la Sud. Ma, come si dice? Quanto più due innamorati soffrono le stesse pene, quanto più litigano. E tanto più, alla fine, si amano.
Sampdoria 0
Palermo 2
Reti: 45' p.t. Bresciano; 13' s.t. Bresciano.
Sampdoria (3-5-2): Castellazzi; Lucchini (18' s.t. Stankevicius), Gastaldello, Accardi; Padalino, Sammarco (36' s.t. Marilungo), Palombo, Franceschini, Pieri (23' s.t. Delvecchio); Cassano, Pazzini. A disposizione: Mirante, Ziegler, Dessena, Raggi. Allenatore: Walter Mazzarri.
Palermo (4-3-2-1): Amelia; Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti; Migliaccio (48' s.t. Gio. Tedesco), Liverani, Nocerino; Simplicio (37' s.t. Guana), Bresciano; Cavani (40' s.t. Succi). A disposizione: Ujkani, Cossentino, Capuano, Mchedlidze. Allenatore: Daniele Ballardini.
Arbitro: Stefanini di Prato.
Assistenti: Di Fiore di Aosta e Franzi di Verbania.
Quarto uomo: Mazzoleni di Bergamo.
Note: ammoniti al 12' p.t. Migliaccio, al 39' p.t. Palombo e al 46' p.t. Lucchini; spettatori 30.000 circa; recupero p.t. 2', s.t. 4'.
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Nella foto Pegaso, Giampaolo Pazzini all'esordio in blucerchiato: ma è stata una domenica nera.