Gasparin elogia Di Carlo: «Lavora sempre per migliorarsi»
Il direttore generale accoglie a braccia aperte l'amico tecnico: «Era un calciatore che aveva i contenuti che oggi rispecchiano il suo modo di essere allenatore».
La promessa, qualche giorno fa, Sergio Gasparin l'aveva fatta: annunciare il nuovo allenatore della squadra blucerchiata nel giro di una settimana. Il compito non era facile, ma il direttore ha lavorato assiduamente, con fatica, e i frutti sono presto venuti fuori. Oggi infatti Di Carlo è il tecnico della Sampdoria. Un traguardo immediato non da poco per il nuovo direttore, che, nella conferenza stampa di presentazione del mister, non nasconde la propria enorme soddisfazione. «La settimana scorsa avevamo detto che avremmo annunciato il nuovo tecnico nel corso di sette giorni – comincia Gasparin -. Ora, essere qui addirittura a presentare Domenico, Mimmo per quelli che lo conoscono meglio, non può che essere motivo di grande soddisfazione, a dimostrazione che a noi piacciono, più che le parole, i fatti concreti. Di Carlo ha stipulato con la Sampdoria un contratto di durata biennale e il suo staff, per ora, è composto da Roberto Murgita, suo secondo, Gianni Brignardello, preparatore atletico, e dal confermato Guido Bistazzoni nel ruolo di preparatore dei portieri».
Rapporto. Sergio Gasparin, però, il buon Di Carlo lo conosceva già. Eccome se lo conosceva. Insieme – l'uno dirigente, l'altro giocatore – furono protagonisti dell'avventura di quel Vicenza dei miracoli, capace di vincere una Coppa Italia nel 1997 e di sfiorare, addirittura, la finale di Coppa delle Coppe l'anno dopo. Una soddifazione che lega i due da una grande amicizia. Una soddisfazione, insomma, che si spera si possa ripetere anche in blucerchiato: «Con Di Carlo la conoscenza è datata – ammette subito Gasparin -. Venne acquistato dal Palermo e, con la maglia del Vicenza, fece la cavalcata dalla Serie C fino alla semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea. Era un giocatore che aveva i contenuti che oggi rispecchiano il suo modo di essere allenatore: determinazione, applicazione, lavoro continuo per migliorare e per migliorarsi».
Qualità. «Vi racconto un aneddoto – dice poi il direttore generale blucerchiato -. Quando la squadra venne promossa in B, lui non era tra i giocatori tecnicamente più eccelsi; tuttavia, a distanza di tre anni, con la promozione nella massima categoria, venne eletto miglior giocatore della Serie A al termine del girone di andata, tramite una votazione fatta dai colleghi calciatori e allenatori. Questo è significativo e tale caratteristica se la porta dietro come allenatore. In ogni caso, bisogna sottolineare che queste sono le qualità che io ho apprezzato come giocatore; come allenatore, invece, la scelta è ricaduta sul suo nome, in accordo con la società tutta, per altri fattori: su tutti la sua grande professionalità».
Nella foto Pegaso, i sorrisi di Sergio Gasparin e Domenico Di Carlo all'interno della Sala dei Trofei.