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Da Costa, il pararigori: «Il segreto? Lavoro e fortuna»

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Da Costa, il pararigori: «Il segreto? Lavoro e fortuna»

L'estremo difensore brasiliano condivide la qualificazione ai quarti con il resto della squadra: «Il merito è di tutti: siamo un gruppo unito che ha reagito da grande nelle difficoltà».

19_dacosta-dicarloLa qualificazione ai quarti di finale è passata dalle sue mani. Angelo Da Costa ha sfruttato come meglio non avrebbe potuto la chance che Mimmo Di Carlo ha voluto concedergli, affidandogli la porta blucerchiata per le gare di Coppa Italia. Angelo Da Costa come Antonio Mirante due stagioni fa al "Friuli". Questa volta, al "Luigi Ferraris", l'estremo difensore brasiliano ha messo in mostra tutto il suo repertorio non solo dagli undici metri, ma anche durante i tempi regolamentari, strappando applausi al pubblico presente sugli spalti di Marassi. «Non sono solo io l'uomo della qualificazione – si schermische Da Costa -. Tutti abbiamo giocato bene, contro una grande squadra come l'Udinese. Questa vittoria è frutto del lavoro di tutti».

Joia. «Vincere partite come questa è molto importante per il morale – prosegue il portiere paulista -. Il gruppo ha dimostrato di essere unito nei momenti di difficoltà e anche oggi non ha mai mollato, anche quando s'è ritrovata sotto di un gol e in inferiorità numerica ad inizio supplementari. Centrare la qualificazione in questo modo è una joia immensa». Il pensiero poi va a chi ha creduto in lui, Di Carlo, e a chi lo aiuta quotidianamente, lavorando con lui sul campo giorno dopo giorno. «Avevo una gran voglia di giocare una partita e ringrazio il mister per avermi dato quest'opportunità – prosegue -. A chi dedico questa qualificazione? Alle persone che lavorano con me: il preparatore dei portieri Bistazzoni e i miei compagni Curci e Tozzo. Gianluca è stato un grande: durante i rigori è venuto sotto la Sud a tranquillizzarmi e a darmi alcune indicazioni sugli avversari».

Futuro. Già quando difendeva i pali dell'Ancona in Serie B, Angelo si era dimostrato un discreto pararigori. Questa sera il numero 1 verdecerchiato ha dimostrato di aver conservato, se non addirittura migliorato, questa dote. «Ad Ancona ho parato un paio di rigori, è vero – ammette -. Qual è il segreto? Il lavoro, cerco di studiare gli avversari, però in questi casi ci vuole soprattutto istinto e un pizzico di fortuna. Ora il Milan? No, ora pensiamo alla Juve, prossimo avversario domenica in campionato. Alla Coppa penseremo al momento opportuno, anche se prima di scoprire contro chi giocheremo in Coppa bisogna attendere il verdetto di Milan-Bari: in Italia non esistono gare scontate, magari passa il Bari…». Chissà che Da Costa, oltre a parare i rigori, non preveda anche il futuro…

Nella foto Pegaso, l'abbraccio a fine gara tra Angelo Da Costa e mister Di Carlo.

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