I Tranzilli incontrano e premiano “Bisontino” Cristin
L'indimenticato centravanti friulano del Doria a cavallo tra i '60 e '70 protagonista della rimpatriata organizzata dal gruppo di tifosi blucerchiati in occasione della trasferta di Udine.
Metti un sabato a pranzo a Reana del Friuli. Fai sedere un gruppo di tifosi in trasferta e un ex centravanti che, quasi 40 anni fa, a quegli stessi tifosi faceva sognare ogni domenica un futuro migliore. Aggiungici un po' di blucerchiato, un premio, una maglia e il gioco è fatto. I Tranzilli incontrano Ermanno Cristin e la festosa rimpatriata mangereccia prima di Udinese-Sampdoria resta forse l'unica cosa da ricordare di un sabato amaro.
Lacrime. «Ringrazio tutti, sono commosso e orgoglioso che questa gente non mi abbia dimenticato», dice Bisontino, 66 anni da compiere il prossimo 22 giugno e instacabile parlantina accentata di friulano. In mano stringe una statuetta che lo raffigura, una maglia donata dalla società col suo nome e il numero 9 stampati sulla schiena. I suoi occhi azzurri carichi di lacrime di gioia sono gli stessi di quando segnava all'Inter o alla Juve, di quando ci metteva cuore e fisico e regalava salvezze a quel Doria a cavallo tra i '60 e i '70.
Ricordi. «A Genova ho trascorso 9 anni indimenticabili – spiega Cristin nel "Memories" che Samp TV ha registrato in sua compagnia – e la mia fede sampdoriana me la porterò, il più tardi possibile, con me nella tomba». Tra autografi, ricordi e un mare di aneddoti, anche l'idea di aprire un club in Friuli («Ti credi che non lo faccia?»). Infine un immancabile brindisi alla squadra che gli è rimasta dentro e ha seguito sugli spalti del "Friuli". «Forse ci vorrebbe un Cristin – scherza -, ma sono convinto che ci riprenderemo presto. Forza Sampdoria!».
Nella foto Pegaso, Ermanno Cristin posa orgoglioso e commosso con la sua maglia numero 9.