Samp sull’orlo del baratro: anche il Lecce sbanca Marassi
Di Michele e Olivera firmano il successo salentino al "Ferraris" che condanna i blucerchiati di Cavasin al quinto k.o. interno consecutivo. Inutile l'1-2 di Maccarone, espulso Mannini. E la classifica fa sempre più paura.
Sull'orlo del baratro. O, se vogliamo, sul filo del rasoio, come cantano i Negramaro. Salentini doc e perciò felici: il sacco di Marassi – il quinto consecutivo – è compiuto. Il Lecce può mettere la freccia in classifica e respirare aria di Serie A. In bilico, tra santi e falsi dei, resta la Sampdoria. Quartultima a quota 32, al fianco del Parma, e con una paura addosso sempre più tremenda. Paura capace di cancellare tutto ciò che di bello e positivo aveva accompagnato l'attesa di questa sfida salvezza: l'ultima spiaggia per molti, in fin dei conti l'ennesima delusione. Appelli e scooterata, cori, incitamenti e fumogeni, persino il ritorno delle coreografie, con tanto di cartoncini e palloncini a vestire per la festa uno stadio strabordante di tifo e colori. Tutto vano, come la novità iniziale di mister Cavasin: squadra più offensiva con Guberti alle spalle di Pozzi e Maccarone.
Ritmi. Passa un minuto e Poli trova il pertugio giusto per liberare il destro: fuori. Malgrado il gran caldo, i ritmi sono subito forsennati. Nel giro di un minuto due episodi dubbi in entrambe le aree di rigore. Al 4' Pozzi viene atterrato da Fabiano; al 5' Olivera trova la mano di Gastaldello. Tagliavento lascia correre. Non c'è un attimo di sosta: Di Michele spara col mancino sui cartelloni pubblicitari, Ziegler fa la barba all'incrocio con la sua specialità. Marassi sussulta ma non può ancora tornare a festeggiare. Si festeggia, intanto per i risultati dagli altri campi, ma Mesbah, al minuto 22, fa capire a Curci che il Lecce non punta alla comparsata.
Beffa. Mannini è costretto a fermare Mesbah con le cattive e si becca un giallo che se è già pesante di per sé – era diffidato: salterà il Milan – lo sarà ancor di più a posteriori. Poco dopo la mezzora, Big Mac crea scompiglio sulla mancina, spara un sinistro rasoterra a cui Rosati risponde da campione allungandosi in corner. Da corner leccese, al 39', nasce il vantaggio: Di Michele trova i rimpalli giusti, si incunea in area e batte Curci sul primo palo. È una beffa. Al Doria non gira niente. E lo si vede già in avvio ripresa. Guberti conclude da fuori, Rosati vola e si ripete immediatamente sul mancino a botta sicura di Maccarone.
Inferno. I blucerchiati premono sotto la Sud e assediano l'area salentina. De Canio si cautela con Donati al posto di Bertolacci, Cavasin richiama l'acciaccato Gastaldello e si gioca la carta Macheda. Mannini e Ziegler scalano sulla linea dei difensori e davanti si attacca a quattro. Forse ci si sbilancia troppo e a segnare è ancora il Lecce. 21': l'ex Olivera si prende il lusso di ceffare la prima conclusione e di trovare il tempo e il modo per riprovarci. Stavolta Curci è battuto. Non ci sono più parole, sembra l'inferno.
Cuore. Sembra la fine, ma Maccarone non ci sta e va a segnare rabbioso l'1-2. Sortilegio spezzato dopo 341 minuti. Ne restano ancora 20 per sperare. Le ali della riscossa vengono presto tarpate perché Mannini ostacola il guizzante Jeda e viene espulso per doppia ammonizione. Poi Palombo ha la palla buona per il 2-2 e la spreca – non da lui – andandoci di fioretto anziché di spada. L'inferiorità numerica non si sente, il Doria non si arrende, col capitano, col neoentrato Biabiany, persino con Curci. La gente ci mette la voce, i ragazzi ci mettono il cuore. Ma niente, non c'è niente da fare. E col cuore non ti salvi.
Sampdoria 1
Lecce 2
Reti: 39' p.t. Di Michele, 21' s.t. Olivera, 25' s.t. Maccarone.
Sampdoria (3-4-1-2): Curci; Martínez, Gastaldello (15' s.t. Macheda), Volta; Mannini, Palombo, Poli, Ziegler; Guberti (32' s.t. Biabiany); Maccarone, Pozzi. A disposizione: Da Costa, Dessena, Tissone, Laczkó, Zauri. Allenatore: Alberto Cavasin.
Lecce (3-4-1-2): Rosati; Tomovic, Giacomazzi, Fabiano; Munari, Olivera, Vives (32' s.t. Grossmüller), Mesbah; Bertolacci (5' s.t. Bertolacci); Jeda, Di Michele (44' s.t. Di Michele). A disposizione: Benassi, Sini, Piatti, Brivio. Allenatore: Luigi De Canio.
Arbitro: Tagliavento di Terni.
Assistenti: Ghiandai di Arezzo e Giordano di Caltanissetta.
Quarto ufficiale: Rocchi di Firenze.
Note: espulso al 27' s.t. Mannini per doppia ammonizione; ammoniti all'8' p.t. Vives, al 25' p.t. Tomovic, al 30' p.t. Mannini, al 36' p.t. Gastaldello, al 33' s.t. Mesbah e al 35' s.t. Martínez per gioco scorretto; recupero 1' p.t. e 5' s.t.; abbonati 18.543, paganti 8.078; terreno di gioco in buone condizioni.
Nella foto Pegaso, il gol del leccese Di Michele che ha rotto l'equilibrio di Marassi.