Mister Gianluca Atzori e il suo coraggio delle idee
Giovane, emergente e motivato. Il profilo del nuovo allenatore blucerchiato, l'ex difensore di Collepardo che guarda ai giovani e applica un gioco spettacolare e offensivo.
L'uomo della rinascita, della rivincita, della risalita. L'uomo giusto per la nuova Sampdoria, come ha già avuto modo di definirlo Edoardo Garrone. Il profilo è quello di un tecnico giovane e coraggioso, emergente e motivato; un allenatore in grado di vincere attraverso la ricerca del gioco, meglio se spettacolare e offensivo. Il profilo è quello un po' da antico romano di Gianluca Atzori, cognome sardo e origini ciociare. Quarant'anni, capello corto e brizzolato, pizzetto sottile e ben rifinito. Sposato con Francesca, tre figli, un diploma da geometra e una laurea in Scienze delle Comunicazione nel mirino. Il bersaglio grosso da oggi in poi si chiamerà soprattutto Serie A: dopo l'esaltante avventura sulla panchina della Reggina, il neomister doriano ha una voglia matta di scommettere ancora su sé stesso, stavolta con addosso la divisa blucerchiata.
Centrale. Nella sua vita da difensore partita da Collepardo – 900 anime in provincia di Frosinone -, Atzori di divise ne ha vestite parecchie. Innanzitutto quella del Ciampino, dove la Lodigiani lo scova non ancora maggiorenne, gli consente di assaggiare la C2 e di mettere in mostra le qualità di centrale mancino, dotato di discreta tecnica e di un piglio da leader fuori dal comune. Ad apprezzarne le doti è subito il Torino, che nel '90/91 lo porta in Serie A ma senza dargli nemmeno un minuto di fiducia. Il giovane Gianluca prende allora la strada dell'Umbria.
Gavetta. In due stagioni col rossoverde della Ternana conquista da protagonista una promozione in B ('92/93); in tre col rosso del Perugia festeggia il secondo salto dalla C1 alla B ('93/94) e un ancor più esaltante balzo nel massimo campionato ('95/96). L'appuntamento con la Serie A, però, viene nuovamente rimandato. Prima di arrivarci, Atzori deve aspettare il 2002. Deve passare altri sei anni di gavetta cadetta: uno alla Reggina, quattro al Ravenna e uno all'Empoli, la squadra che gli permette di debuttare sul palcoscenico più prestigioso a 31 anni suonati.
Maestro. Dopo aver lavorato con decani del calibro di Castagner e Galeone, in Toscana Gianluca trova il promettente Silvio Baldini, col quale scatta un feeling immediato. Nel 2003/04 maestro e allievo si trasferiscono in B, al Palermo: per Baldini un'esperienza positiva – malgrado l'esonero coi rosanero in piena corsa per la promozione -, per Atzori – a causa di qualche problema fisico di troppo – il capolinea della corsa da calciatore. Un'altra corsa, proprio al fianco del tecnico massese, prende immediatamente il via.
Vice. Da allenatore in seconda, il trentatreenne di Collepardo segue Baldini a Parma (2004), a Lecce (2005/06) e a Catania (2007/08). Il divorzio tra lo stesso Baldini e il club rossazzurro nel febbraio 2008 pone fine al connubio. Atzori resta in forza agli etnei e fa da vice al subentrato Zenga fino al termine del campionato, quando il Ravenna gli propone quello che da sempre sognava: una panchina tutta sua. «A 18 anni avevo già chiaro che la mia strada era quella – rivelò in un'intervista -; a ventiquattro presi il patentino di Terza Categoria e a trentadue quello di Seconda».
Mister. A trentasette Gianluca conduce in prima persona i romagnoli al terzo posto in classifica e ai playoff di Prima Divisione Lega Pro, uscendo sconfitto dal Padova in semifinale. La mancata promozione non intacca comunque il curriculum e le credenziali del mister frusinate, che nell'estate 2009 prende in mano le redini del Catania. Nelle vesti di allenatore più giovane della Serie A, Atzori debutta – guarda caso proprio contro la Sampdoria – con un 4-3-3 frizzante e spregiudicato ma non raccoglie ciò che meriterebbe e dopo 15 giornate subisce il primo esonero della sua carriera.
Coraggio. Una delusione mitigata quest'anno dall'ottimo lavoro in riva allo Stretto, sponda calabrese e amaranto. Prima ancora di cominciare ecco la laurea al Supercorso di Coverciano (tesi "I movimenti offensivi nel 4-4-2"); poi arrivano i risultati, ironia della sorte praticando spesso e volentieri il 3-5-2 o il 3-4-1-2. Camaleontico – per l'appunto -, scrupoloso e ambizioso, mister Atzori conferma con la Reggina le proprie peculiarità. Virtù da psicologo, motivatore – mica per altro ha studiato neurolinguistica -, un'attenzione particolare verso i giovani e il coraggio di credere in ciò che fa, in ciò che vuole. Quel coraggio delle idee che al nuovo Doria serve come il pane.
Gianluca Atzori: la scheda
Luogo e data di nascita: Collepardo (Frosinone), 6 marzo 1971
Carriera da calciatore: Lodigiani (1988/90), Torino (1990/91), Ternana (1991/93), Perugia (1993/96), Reggina (1996/97), Ravenna (1997/01), Empoli (2001/03), Palermo (2003/04)
Stagione | Squadra |
2010/11 | Reggina (Serie B) |
2009/10 | Catania (Serie A) |
2008/09 | Ravenna (Prima Divisione) |
Nella foto Pegaso, mister Gianluca Atzori, nuovo tecnico della Sampdoria.