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Mister Iachini si presenta: «Samp, io ci credo»

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Mister Iachini si presenta: «Samp, io ci credo»

Fa un certo effetto vederlo senza cappellino e con la sciarpa al collo. Lo stesso
effetto che si prova quando Giuseppe Iachini apre bocca e pronuncia le sue
prime parole da sampdoriano. «Ringrazio la famiglia Garrone, il direttore Sensibile,
tutta la società per gli attestati di stima di queste ultime ore e di questi
ultimi giorni – comincia il nuovo allenatore blucerchiato nella Sala Doria
dello Starhotel -. Li ringrazio per questa opportunità di andare a vincere,
attraverso un progetto, una nuova battaglia. È un’avventura che affronto con
grande entusiasmo in una squadra che ho sfiorato da calciatore con Boskov, che
è stato uno dei miei maestri, e poi anche in stagioni successive. Ci arrivo adesso
da allenatore e sono contento di questo. Farò di tutto e di più per riportare
la Sampdoria e i suoi tifosi dove meritano: in Serie A».

Obbligo.
Parla chiaro Beppe Iachini. E parla pure bene. Sicuro di sé, convinto, preparato, pronto a
mettersi in pista e rimettere il Doria in carreggiata. «Se non credessi a
questo non sarei venuto – taglia corto -. La Sampdoria, visto come ha operato
sul mercato e visto il gruppo di ragazzi che ha a disposizione, credo che abbia
il dovere, l’obbligo di vivere da protagonista questo campionato. Non sono un
tipo da tanto fumo, alle parole preferisco i fatti. Credo solo nella serietà e
nel lavoro, mi metterò sotto, io con il mio staff per far sì che la Sampdoria
riesca a scalare questa classifica».

Passato.
«Ho vissuto situazioni differenti – racconta Iachini, interpellato sulle
promozioni ottenute in carriera -. Il Chievo ne veniva dai preliminari di
Champions, c’è voluto un tipo di “pasticca” particolare dal punto di vista
mentale, senza tralasciare il lavoro sul campo, l’organizzazione di gioco, l’identità
e lo spirito. Abbiamo fatto un gran calcio, vincendo il campionato, battendo
tanti record, di vittorie, di gol fatti. A Brescia invece sono subentrato e ho
incontrato altri tipi di difficoltà. Che situazione troverò a Genova? Prima di
dire qual è il problema valuterò nel corso delle prossime settimane la squadra
e tutti i ragazzi, andrà tutto valutato sul campo. Abbiamo grande voglia di
metterci sotto col lavoro».

15_iachinipresModulo.
Lavoro, lavoro, lavoro. Su che tipo di modulo è ancora presto per dirlo. «Ho
delle idee che mi possono far spostare l’ago della bilancia – dice -, ma i
moduli nel calcio li fanno le caratteristiche dei giocatori. Servirà un’identità,
un’anima, una fisionomia ben precisa per costruire e dare alla squadra il
vestito più giusto possibile. Una squadra che deve saper giocare, essere
intensa, imprevedibile, per costruirsi e conquistarsi il risultato in casa e in
trasferta. Il modulo lo vedremo strada facendo: mi è capitato di vincere col
4-3-3 a Verona, col 3-5-2 o 3-4-2-1 a Brescia. Dico solo che tutti i giocatori
devono dare il 120%, tutti devono sentirsi importanti e partecipi del progetto
e lavorare per questo».

Unità.

«Nel calcio di oggi è abbastanza normale avere rose abbondanti – prosegue il
tecnico ascolano -. Noi dobbiamo andare a lavorare per far sì che tutti gli
ottimi giocatori in rosa siano messi nelle condizioni di rendere al massimo.
Una volta potrà toccare a uno o all’altro, ma nel momento in cui saranno
chiamati dovranno fare il bene della Sampdoria. Solo col gruppo, con la
coesione e l’unità d’intenti si può raggiungere l’obiettivo. Un obiettivo forse
ritenuto scontato all’inizio dell’anno, ma a torto. Bisogna vincere sul campo, i
punti vanno sudati, sofferti, conquistati. E noi sul campo dovremo lavorare,
con giocatori validi che devono trovare fiducia e consapevolezza nei propri
mezzi».

Leader.
«Tutti si devono sentire importanti in un campionato lungo, difficile, intenso,
infinito come quello di Serie B – puntualizza Iachini -. Ci sono ragazzi con
esperienza e qualità importanti, ma tutti devono sentirsi leader. Mai nessuno
ha vinto con pochi giocatori. E per arrivare alla vittoria ci vuole un’organizzazione
di gioco, che sappia essere propositiva, imprevedibile. Nello stesso tempo la
squadra deve avere una mentalità che va curata prima in settimana in
allenamento e poi trasportata in partita. Dovremo essere in grado di andare a
200 all’ora tanto in settimana quanto il sabato, senza pensare mai che dopo una
partita vinta si sia ottenuto qualcosa. Qui non bastano 20 partite vinte, ne
servono di più».

Bolgia.
Serve ritrovare una strada smarrita, soprattutto tra le mura amiche del "Ferraris".
«Promesse ne vorrei fare tante ma la promessa più importante è il lavoro, è la serietà,
è la professionalità. Da qui si uscirà sempre dal campo avendo dato tutto per
vincere. Il pubblico? La Sampdoria è una
piazza con tifosi splendidi che devono essere il dodicesimo uomo in campo. Mi
aspetto questo perché lo hanno sempre dimostrato. Giocare in casa deve essere
una forza, non voglio sentir parlare di retrocessione, di timori, voglio una
bolgia, i nostri giocatori devono volare sulla spinta di Marassi. Il mio derby
personale? Io sono una persona seria e un professionista serio. E mi sono sempre
comportato da uomo di sport. Gli altri non li guardo, ora io tifo Sampdoria e
posso dire che c’è una gran voglia di fare il derby l’anno prossimo. Lavoreremo
per far sì che questo possa accadere».

Nella foto Pegaso, Beppe Iachini durante la conferenza stampa di presentazione.

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