Samp Club Buenos Aires: dieci minuti con Ver

Riceviamo con piacere e pubblichiamo un articolo realizzato da Pietro Sorba, presidente del Sampdoria Club Buenos Aires e tra i protagonisti dell'ultimo video Blucerchiamoci.

Ricordo
con assoluta chiarezza i suoi gol. Parlo ovviamente di quelli segnati
quando indossava la nostra maglietta. Li ho rivisti in ripetuta
sequenza durante il viaggio che ci separava dal campo di allenamento
dell'Estudiantes de La Plata. A sessanta chilometri da Buenos Aires.
Il posto dove io ed il mio inseparabile compagno di tifo Roberto, qui
in Argentina, avremmo rivisto dopo tanti anni uno dei giocatori più
forti che la Sampdoria abbia mai avuto.

Una volta arrivati a
destinazione entriamo nella palazzina che ospita la sala stampa. Juan
Sebastián
è lì. A pochi metri da noi. Attorniato amichevolmente da quattro
giornalisti. È quello di sempre. Tirato, perfetto, rispettato.
Impegnato in una intervista televisiva in diretta con il canale Fox
Sports. Parla di calcio, di come dovrebbe essere il calcio ideale,
della sua possibile ascesa a presidente dell'Estudiantes. Ne sono
passati di anni. Però lui é sempre uguale. Un giocatore poco
comune. Una testa diversa.

Finisce l'intervista. Ci alziamo dal
divano sul quale eravamo seduti in trepidante attesa. Tiriamo fuori
da un sacchetto di carta una maglietta della Samp e la sciarpetta
d'ordinanza. Sembriamo due adolescenti. Verón ci vede. Sorride.
Riconosce i colori. Si avvicina. Ci saluta. Lo ricambiamo. Siamo
felici. Emozionati. Gli spieghiamo che siamo del Sampdoria Club
Buenos Aires. Chiede notizie sulla Samp e si informa sul meccanismo
dei playoff.

«Vorrei
fare un salto a Genova, è tanto tempo che non ci vado» dice con lo
sguardo che cerca il ricordo. Poche parole. Tanti amarcord. Ci firma
la maglietta. Si concede gentilmente per le foto di rito. Ci saluta e
sorridendo dice: «A presto!». Magari. Dieci minuti con Juan
Sebastián
Verón. Sembrano pochi. Ma in realtà non lo sono. Per nulla. Sono
dieci minuti di autentica gioia sampdoriana.