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Garrone sugli stadi: «L’obiettivo è riempirli, non svuotarli»

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Garrone sugli stadi: «L’obiettivo è riempirli, non svuotarli»

Infine
le tematiche più varie e di scottante attualità: dalle questioni di Lega agli stadi, passando
per le priorità del movimento e la spinosa vicenda del
calcio-scommesse. «Si dovrà arrivare
necessariamente, almeno entro quest'anno, a ridefinire la governance
della Lega di Serie A – puntualizza Edoardo Garrone dal ritiro
blucerchiato in Val di Susa -. Per il futuro del calcio italiano
credo che si debba chiudere l'accordo con l'Associazione Calciatori e
rendere così i contratti più flessibili. E poi c'è la legge sulla
costruzione degli stadi di proprietà: la speranza è che si possa
velocizzarne l'attuazione per essere competivi, consolidando il
patrimonio delle società, rendendolo più stabile e avere maggiori
introiti. Chi arriverà per primo alla costruzione di nuovi impianti,
ne ricaverà sicuramente dei vantaggi anche in termini di risultati
sportivi».

Sempre a livello di Lega,
farete qualcosa per riportare i tifosi negli stadi?

«Abbiamo lavorato molto
sia col presidente Abodi della Lega Serie B per cercare, di volta in
volta, di allentare la maglia delle restrizioni con le squadre
ospitanti e con l'Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive. A volte
ci siamo riusciti, ma le restrizioni degli impianti non ci hanno
permesso di portare quanti tifosi avremmo voluto al nostro seguito.
Ci vorrà un po' di tempo, ma credo che il concetto della Tessera del
Tifoso si supererà quando si capirà che non dovrà essere una carta
di credito o uno strumento di marketing, cosa che peraltro la
Sampdoria non ha fatto. Al momento però non so fare previsioni in termini di
tempo, anche se penso che, pian piano, la situazione stia
migliorando. Il primo obiettivo è riempire gli stadi, non
svuotarli».

Che idea s'è fatto sulle cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic?

«L'Italia è più povera,
così come l'Europa. I soldi che girano nel calcio sono la
conseguenza di come vive una nazione. Se il Paese è in difficoltà è
giusto ridimensionare le spese, credo sia una conseguenza logica, e
in tal senso si ridimensioneranno anche gli altri, non solo il Milan.
Non a caso la loro operazione è stata fatta con il Paris
Saint-Germain, una società che ha soldi e che viene gestita da un
gruppo proveniente da uno dei paesi più ricchi del mondo. Non è
comunque detto che non sarà un sistema calcio ugualmente
accattivante: anche prima dell'ingresso prepotente delle televisioni
nei budget delle società il calcio era divertente».

Come valuta le indagini sul
derby dell'8 maggio 2011?

«Quel derby è stato il
peggiore della mia vita. Sono doriano da quando avevo 4 anni, ne ho
visto molti, non tutti, ma molti. Per me è stato peggio di quello
perso con i tre gol di Milito. Peggiore perché ci giocavamo la
permanenza in A e quella sconfitta ci ha praticamente condannati alla
retrocessione. È stata la mia prima conferenza post-gara e ho dovuto
praticamente confermare che saremmo retrocessi, per questo preferisco
non parlarne più di quella partita per il male che mi ha fatto e per
la sofferenza che ha procurato a me, alla mia famiglia e a tutti i
tifosi. La nostra posizione è sempre la stessa: la Sampdoria non ha
nessuna responsabilità in questa vicenda e spero che i tesserati
della Sampdoria coinvolti in questa vicenda ne vengano fuori bene. Da
sempre, la trasparenza fa parte del nostro modo di fare calcio: se
scoprissimo che qualcuno sgarra, quel qualcuno verrebbe punito dalla
società. Spero che venga fatta chiarezza in tutti i filoni e che la
giustizia faccia il suo corso. La speranza è che in futuro il calcio
non venga più inquinato da fatti del genere e che vengano previsti
meccanismi, magari severi come per il doping, che tutelino le società
vittime di questi fenomeni».

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