Il sospiro di Padelli: «Ero convinto di uscire pulito»
Giustizia
è fatta. Nel caso di Daniele Padelli sembra proprio il caso di
dirlo. «È stato un periodo molto brutto della mia vita, sia
come giocatore che come uomo – spiega a Samp TV il portiere blucerchiato,
prosciolto ieri dall'accusa di illecito sportivo per la partita
Palermo-Bari del 7 maggio 2011 -. Essere accusati di una cosa che non
hai assolutamente fatto è qualcosa di tremendo, soprattutto perché
non ho avuto molte possibilità di difendermi. Col senno di poi sono
venuto a sapere che questi "zingari" avevano scommesso sul 3-1 o sul
2-0 per i rosanero e fortunatamente io ho parato il rigore di
Miccoli, non consentendo a questa combine di andare in porto. Questo
mi ha dato la spinta o comunque la speranza di poter uscire pulito,
perché era la dimostrazione della mia totale estraneità ai fatti».
Cosa hai passato in questi mesi?
«Ho
rischiato tre anni di squalifica e quindi ho rischiato di cambiare
vita, mestiere e qualsiasi cosa per nulla. Ho rischiato questo perché
una persona, tale Gervasoni, aveva dato il mio nome e da qui io ero
risultato indagato. Mi
sono passate per la testa tantissime cose, ma d'altra parte ero
fermamente convinto di uscire pulito, visto che non c'entravo nulla
con questa situazione».
È
cambiato qualcosa sul piano dei rapporti umani?
«Tantissime
persone mi sono state vicino, anche persone che non pensavo potessero
farlo in un momento così difficile. Viceversa altri che pensavo
fossero di famiglia si sono allontanati subito, andando dietro
all'opinione pubblica. Nella mia valle ci sono paesi piccolini e sono
subito stato additato come corrotto».
La
società, il mister, lo staff, nessuno ti ha mai lasciato solo.
«Tengo
a sottolineare che mi sono stati vicini anche i miei compagni. Tanti
di loro li conosco solamente da poco tempo, eppure penso che abbiano
ben compreso il tipo di persona che sono. La Sampdoria già lo aveva
ben presente e mi è stata molto vicina in questo periodo, non posso
far altro che ringraziarla».
Cosa
ti resta, in fondo, di questa vicenda?
«Di
questa situazione mi rimane un profondo amaro in bocca perché credo
che il mondo del calcio vada risanato. D'altro canto provo comunque
tanta felicità: ho capito che la giustizia alla fine viene fuori e
le persone oneste e pulite possono guardare negli occhi tutti».
Qual
è il tuo obiettivo ora?
«Il
mio obiettivo primario era quello sistemare questa situazione e,
adesso che posso pensare solo al rettangolo verde, spero di riuscire
a trovare un posto da titolare in qualche squadra. Mi sono allenato
con serietà e spero che questi sacrifici possano venire ripagati».
Nella foto Pegaso, Daniele Padelli sorridente in Carinzia.