Editoriale: la via dei tre punti e della serenità

Eppure
ne abbiamo vissuti di momenti bui, anche assai peggiori di questo,
anche in frangenti della stagione in cui risultava molto più
complicato rialzare la testa e raddrizzare la situazione. Spesso, in
quei momenti, ci siamo disuniti. Non soltanto a livello di squadra o
di società, ma pure di tifoseria. E i risultati, puntualmente, non
sono arrivati. Di contro, è sempre arrivata, inesorabile, una
sentenza: le fratture, i dissidi, i dissapori non portano mai a
nulla.

La lezione auguriamoci di averla imparata tutti, dal primo
all'ultimo sampdoriano. Se si rema davvero all'unisono – dal primo
all'ultimo sampdoriano, appunto -, se vogliamo dare ancora una volta
prova della nostra splendida diversità, facciamo in modo che i
ragazzi si sentano davvero a casa oggi pomeriggio. Se siamo usciti
per cinque volte di fila a testa bassa la responsabilità è
soprattutto la loro, e siamo d'accordo, ma segnali di ripresa li
abbiamo visti, toccati con mano nella sfortunata notte di San Siro.

La voglia non manca, l'attaccamento, la serietà, la dedizione
neppure. Difettiamo un poco di esperienza e forse stiamo pagando lo
scotto di una squadra giovane, poco avvezza a determinati
palcoscenici e nient'affatto maliziosa. Allora mettiamo da parte i
mugugni e i fischi al primo passaggio sbagliato, sosteniamoli per
cento minuti e indichiamo noi a loro la retta via. La via dei tre
punti e della serenità, la via di un passo avanti verso il nostro
unico obiettivo.