La ballerina dà

Non
ci sarebbe stato modo migliore per onorare il Presidente, la sua
memoria e la sua bontà. La seconda vittoria in Serie A più ampia di
sempre è arrivata proprio nel pomeriggio a lui dedicato. Uno
spettacolo, un segno del destino. Vincere per Riccardo Garrone. Delio
Rossi lo aveva chiesto alla vigilia, la sua Sampdoria lo ha fatto
schiantando il Pescara con un perentorio 6-0, battendo una diretta
concorrente e giocando sulle punte, come una ballerina.

Monologo.
Il primo tempo si sviluppa come un monologo doriano. Già al 4'
Icardi stacca su cross di De Silvestri, all'8' Eder fallisce
un'occasione d'oro. Disturbato da Terlizzi, il brasiliano arriva
scoordinato sull'invito a nozze di Palombo che taglia in due la
retroguardia in maglia gialla. Da due passi il destro del numero 23
finisce alto, proprio come al 20' a conclusione di una dirompente
azione di De Silvestri. Il terzino va vicino al vantaggio sette giri
d'orologio più tardi, ma Perin vola reattivo sul proprio palo e gli
nega la gioia della rete.

Sagra.
Rete soltanto rimandata. Su corner di Estigarribia, Terlizzi
trattiene Gastaldello, Tommasi indica il dischetto. Della battuta
s'incarica Eder, che spiazza Perin e guarda al cielo. La dedica è
tutta per il Presidente. Potrebbero arrivarne altre di dediche, già
nella prima frazione: Icardi (col mancino, praticamente a porta
vuota), Eder, Poli, Costa (di testa, miracolo dell'estremo ospite) e
ancora Icardi (altro sinistro da dimenticare) mancano in serie
l'appuntamento col raddoppio nella sagra del gol mangiato.

Velluto.
Alla terza, però, Maurito non sbaglia. Fantastica progressione a
bersi Balzano e Capuano e chirurgico piatto destro sul secondo palo:
Perin, stavolta, non può farci nulla. Lo stesso accade al 5' della
ripresa, quando Obiang decide di mettere fine all'astinenza di centri
da professionista con un destro pulito e a fil di palo, quello che
vale il 3-0 e l'ammonizione per aver mostrato un “grazie” sotto
la maglia: diffidato, Pedro salterà Torino. Il Doria viaggia sul
velluto, il Pescara è alle corde e, in rapida sequenza, capitola
ancora.

Poker.
Tra l'11' e il 13', Icardi cambia passo e fulmina il Delfino per la
quarta e la quinta volta. Prima sfuggendo in contropiede, scartando
il portiere e depositando a rete sguarnita; poi sfruttando un assist
d'oro di Eder. Per Maurito è l'apoteosi, potenziata al 27', quando
l'ingresso nella storia del giovane argentino diventa completo. Con
l'aiuto del neoentrato Soriano, il numero 98 completa l'opera calando
sestina e poker personale, che in una sola partita non si vedeva dal 2
aprile '61 (l'autore fu Brighenti).

Orgoglio.
Poco prima della mezzora, Rossi concede la standing ovation al
bomberino albiceleste. In campo dopo il lungo stop torna Maxi López.
Il 10 vorrebbe prendere parte, Perin ci mette una pezza. Poco male,
anzi, nessuno. Braccia al cielo, striscione sotto la Sud, lacrime
agli occhi. Il Presidente sarebbe orgoglioso. Anzi, chissà dove, lo
è di sicuro.

Sampdoria
6
Pescara     
0
Reti:
p.t. 32' Eder rig., 42' Icardi; s.t. 5' Obiang, 11', 13' e 27'
Icardi.
Sampdoria
(3-5-2): Romero; Gastaldello, Palombo, Costa; De Silvestri, Poli (23'
s.t. Munari), Krsticic, Obiang, Estigarribia; Eder (15' s.t.
Soriano), Icardi (29' s.t. Maxi López).
A
disposizione: Da Costa, Berni, Renan, Castellini, Mustafi, Tissone,
Poulsen, Rossini, Savic.
Allenatore:
Delio Rossi.
Pescara
(4-3-1-2): Perin; Balzano, M. Capuano, Terlizzi, Bocchetti; Blasi (38'
s.t. Nielsen), D'Agostino, Cascione; Bjarnason; Caraglio (18' s.t. Rizzo), Celik (8' s.t. Vukusic).
A
disposizione: Pelizzoli, Zanon, Abbruscato, Togni, Vukusic, Cosic,
Bianchi Arce, Caprari.
Allenatore:
Cristiano Bergodi.
Arbitro:
Tommasi di Bassano del Grappa.
Assistenti:
Stefani di Milano e Vuoto di Livorno.
Quarto
ufficiale: Marrazzo di Tivoli.
Giudici
di porta: Doveri di Roma 1 e Candussio di Cervignano.
Note:
ammoniti al 48' s.t. Capuano per proteste, al 6' s.t. Obiang per
comportamento non regolamentare, al 7' s.t. Blasi per gioco
scorretto; recupero 3' p.t. e 0' s.t.; abbonati 20.059, paganti
2.200; terreno di gioco in non perfette condizioni.