Eder, Nenad e Pedro: quei bravi ragazzi dal futuro blucerchiato
Sessantotto anni in tre. Storie,
lingue, espressioni differenti. Un destino comune tinto dei colori
più belli di tutti. Eder Citadin Martins (26), Nenad Krsticic (22),
Pedro Obiang (20) sono i volti freschi e puliti della Sampdoria di
oggi. E, soprattutto, di quella che verrà. Saranno loro – il
brasiliano, il serbo e lo spagnolo – tre dei pilastri dell'idea di
calcio tracciata da Edoardo Garrone di concerto con l'amministrazione
e l'area tecnica. Loro che a Genova, a Bogliasco e dintorni si
sentono, ormai, come a casa: Nenad e Pedro per esserci cresciuti,
maturati e diventati grandi; Eder perché accolto fin da subito come
uno di famiglia, la grande famiglia blucerchiata.
Futuro.
Ora che i frutti paiono davvero maturi e le conferme di
un'esponente crescita collettiva si possono toccare con mano, a Corte
Lambruschini hanno deciso di mettere nero su bianco, di investire
nuovamente su un tris di ragazzi d'oro fuori dal campo e dalle enormi
prospettive all'interno del rettangolo verde. Eder, Nenad e Pedro
hanno infatti prolungato i rispettivi contratti già in essere con la
società. Tre firme fino al 2017, tre atti di fiducia che equivalgono
a nuova benzina verde nel motore del Doria di Delio Rossi, del
presente e del futuro.
Emozioni.
«Sto provando sensazioni bellissime – racconta emozionato Eder dopo
la sottoscrizione dell'accordo in sede -. Per me la Samp è una
società importante, tutti mi hanno sempre trattato benissimo, dai
compagni ai tifosi. Sono orgoglioso e felice di avere rinnovato: era
il mio obiettivo e spero di rimanere qui a lungo».
Krsticic è dello stesso avviso: «Anche
il mio desiderio era e rimane questo e non l'ho mai nascosto. Devo
molto alla famiglia Garrone e per ripagarla sogno di giocare ancora
tantissime partite con questa maglia». Pure l'ultimo a firmare in ordine cronologico, Obiang, non nasconde
la propria soddisfazione durante il rinfresco offerto in Sala Trofei
a tutti i dipendenti blucerchiati: «La
Sampdoria rappresenta davvero una grande famiglia e non finirò mai di ringraziarla. Sono molto
contento di poterne fare parte ancora per tanto tempo».