Etwoo: la maglia di Krsticic per la decima “Asta del Match”
La storia di Nenad Krsticic è una di quelle storie che andrebbero
raccontate a tutti gli sportivi. O ai ragazzi che si abbattono alle
prime difficoltà e spesso non trovano la forza di rialzarsi dopo un
evento negativo. Il ragazzo arriva a Genova da dicottenne e, come molti
balcanici abituati alle difficoltà, il suo ambientamento avviene
prima del previsto. Deve essere una caratterisitica degli ex jugoslavi,
quella di prendere in mano le redini della propria vita, anche lontano da casa.
Generazione. Eppure non è stato sempre così. Un tempo, fino al '92 i calciatori che venivano dall'altra parte dell'adriatico dovevano aspettare i 25 anni di età per lasciare il proprio paese. Questo impedì a molti talentuosi giocatori della Stella Rossa e del Partizan, della Dinamo e dell'Hajduk di imporsi in importanti club europei anche in seguito alle loro cessioni. Andò male a Stojkovic (uno dei più grandi talenti jugoslavi) a Prosinecky, a Pancev. Nenad stava nascendo. E aveva un anno quando la Stella Rossa conquistò l'Europa battendo il Marsiglia nella finale di Bari. La generazione degli Jugovic, dei Savicevic e dei Mihajlovic gli stava spianando la strada.
Miracolo. Il 1° settembre del 2008 Nenad arriva a Genova, ma non sarà un'inizio facile, il suo. Gli viene affidata la maglia numero 55 e un avvenire certo. Ma a novembre si rompe un menisco e un mese dopo gli viene diagnosticato un linfoma molto aggressivo che lo costringe a numerose cure e a lasciare momentanemente il calcio. Ci vorranno due lunghissimi anni per rivederlo in campo, anni durante i quali solo la grande forza d'animo gli permette di sentirsi ancora un calciatore. E l'amicizia con i compagni di squadra. Uno di questi, incontrato mercoledì a Marassi prima della sfida con l'Inter gli dice: «Hai solo 18 anni, ne hai davanti altri 18 di carriera». Krsticic lo abbraccia, conserva il ricordo di quelle parole, aspetta il suo turno, lavora, suda e prega. Il miracolo accade.
Squadra. Torna in campo con la Primavera nel 2010 e nello stesso anno esordisce in Europa League. Si fa le ossa in Serie B, contribuendo alla promozione e finalmente, dopo 4 anni dal suo arrivo in Italia può coronare il sogno di esordire in Serie A. Lo fa alla scala del calcio, a San Siro, vincendo contro il Milan. Nenad fa parte di un progetto. Quello di far crescere un gruppo di talenti dal futuro assicurato e farli diventare una squadra. Obiang, Poli, Mustafi, Rossini e Icardi lo sanno. La classe e il talento non bastano. Per questo Delio Rossi sta lavorando su di loro, prima la squadra, poi tutto il resto.
Sorprese. Poi, qualche mese dopo, a dicembre, Krsticic segna il suo primo gol, a Firenze. Un'emozione indimenticabile, così come l'esordio in Nazionale (la sua Serbia) avvenuto meno di due mesi fa, proprio grazie a quel Sinisa Mihajlovic che alla Samp guidava la difesa e sbloccava le partite con le sue punzioni micidiali. Un'altra giornata memorabile per un giocatore che pochi anni fa avrebbe dovuto mollare tutto. E invece la vita porta con sé un sacco di sorprese. E molte sono ancora in… serbo.
Etwoo. A partire da adesso e fino alle 12 di domenica, la numero 25 blucerchiata – autografata da Nenad Krsticic nel post-partita di Doria-Inter – la
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