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Rossi: «Vogliamo salutare in maniera degna i nostri tifosi»

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Rossi: «Vogliamo salutare in maniera degna i nostri tifosi»

«Il
prossimo sarà un anno delicato: confermarsi in categoria sarà
un grosso traguardo».
Fresco di rinnovo contrattuale, Delio Rossi non si limita a guardare
all'immediato futuro, ma nell'ultima conferenza stampa della stagione
estende le sue riflessioni ben oltre alla sfida di domani sera contro
la Juventus. «Voglio
che i giocatori che rimarranno e quelli che verranno abbiano delle
caratteristiche precise – spiega da Bogliasco il mister tracciando l'identikit del Doria del futuro -. Devono essere giocatori che abbiano fame e
che vedano la Sampdoria come un punto d'arrivo. Chiaro che non
verranno dei salvatori della patria, ma chiunque verrà e da
qualunque categoria verrà vogliamo che abbia queste
caratteristiche».


Oggi ultimo allenamento, domani ultima
partita, cosa si aspetta dal match contro i bianconeri di Conte?

«Mi
auguro che domani sera sia una festa. Ci capita un incontro di
cartello contro la squadra più forte d'Italia e tra le migliori
d'Europa, ma ci teniamo a fare bene, come ci terranno loro. Vogliamo
salutare in degna maniera i nostri tifosi».

Se
domani batteste la Juventus lei sarebbe l'unico allenatore ad aver
vinto due volte contro i Campioni d'Italia, può essere uno stimolo
in più?

«Per
il momento l'ho battuta una volta. Comunque sia il risultato di
domani dipenderà molto da come affronteremo la partita. Gli stimoli
ci sono sempre, se non ci sono bisogna crearli: bisogna sempre
guardare avanti. Giochi contro una squadra più forte della tua, è
già uno stimolo di per sé».

Ritiene che la vittoria dell'andata sia
stata la partita della svolta per la sua squadra?

«Sì,
direi di sì. Abbiamo fatto una partita importante e alla fine abbiamo
detto: ci siamo anche noi».

La Juve farà delle prove. Potrebbe
essere più facile da battere la squadra che si presenterà a Marassi
rispetto a quella che scese in campo a Torino?

«Non
cambia nulla. La Juve è una squadra fatta per vincere».

Questa partita è l'ultima del presente
o la prima del futuro?

«Io
penso che questa sia l'ultima del presente, non la prima del futuro».

Si sente di dire qualcosa ai tifosi?
«Ai
tifosi e all'ambiente devo solo dire grazie. Tutte le componenti
hanno remato per il verso giusto: ottenere una salvezza da neopromossi è fondamentale ed è un grande traguardo. Anche nei momenti
difficili i tifosi sono stati molto pazienti, e ci hanno dato la
spinta giusta».

Sei mesi fa arrivò a Genova dicendo
che le sarebbe piaciuto fare del calcio qui, ed è una stato di
parola: ha confermato il suo impegno firmando un biennale.

«Io
l'ho detto sin dal primo giorno: non sono un allenatore da mordi e
fuggi, non sono un allenatore per sei mesi, non sono un aggiustatore.
Io sono un allenatore che ha bisogno dei suoi tempi per capire.
Questo tra me e la società era un matrimonio che poteva
continuare, serviva solo la matematica salvezza».

Si è già fatto un'idea sul numero di
innesti da fare in questa squadra?

«Mi
son fatto un'idea e ne ho parlato con la società: questa rosa andrà
resa più omogenea. Non è un problema di numeri, ma la società già
sa dove dovrà andare a ritoccare».

Il modulo rimarrà lo stesso?
«Se
fossi al Real Madrid sarebbe più facile rispondere: sceglierei
giocatori e modulo, invece io devo basarmi sulle certezze trovate
quest'anno e farne un punto di forza. Se giocassimo a quattro dietro,
ad esempio, avrei bisogno di quattro esterni, quindi dovremmo mandare
via tutti. Bisogna avere le idee chiare ma anche saper ottimizzare».

La nuova Sampdoria nasce il 17 maggio.
Nasce in orario?

«Partire
il 17 di maggio significa partire in orario. Io credo che sia la
strategia a fare il risultato, e non il contrario. Ci sono state cose
fatte bene e altre no, ma con sei mesi in più di lavoro alle spalle
c'è più tempo per rimediare».

Palombo negli allenamenti settimanali
si è rivisto a centrocampo, il suo futuro è lì?

«Palombo
è un giocatore eclettico, ma la cosa importante al di là del ruolo
è che continui a fare ciò che sta facendo. Ha vissuto un momento
particolare e con orgoglio e attaccamento a questa maglia ne è
uscito fuori. Palombo deve pensare che la sua battaglia non sia stata
vinta: le battaglie non finiscono mai».

È
rimasto stupito dalle dichiarazioni che Sensibile ha rilasciato in
settimana?

«Io
non so chi è Sensibile. Non è che posso replicare a persone
che non conosco. So che fa il direttore sportivo ma non ho mai avuto
il piacere di conoscerlo, per cui non posso replicare».

Lei ha finalmente firmato e la squadra
è ricca di giovani. Si può aprire un ciclo?

«Questa
è una di quelle cose da letterina di Natale: noi dobbiamo
rimboccarci le maniche e non fare promesse. Gli obiettivi non vanno
dichiarati, vanno centrati. L'unica cosa che vi posso dire è quella
che farò il massimo in base alle mie possibilità».

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