Alessandro De Vitis: «Spero di meritare presto questa maglia»
Alla Sampdoria continua la linea verde. Puntare su giovani prospetti interessanti per assicurarsi un futuro roseo, ricco di soddisfazioni. E un elemento interessante è certamente Alessandro De Vitis, centrocampista classe 1992 in arrivo dal Parma e figlio di Antonio, meglio conosciuto come Totò, rapinatore d'area tra la fine degli anni '80 e la fine degli anni '90, soprattutto a Piacenza (dove Alessandro è nato) e Verona, sponda Hellas.
Una trattativa lampo quella che ti ha portato alla Sampdoria: quali sono le prime impressioni da calciatore blucerchiato?
«Le prime sensazioni sono assolutamente fantastiche e positive. Tutti mi avevano dipinto la Sampdoria come una società ottima, perfetta per un giovane ambizioso. Sono arrivato in club che non devo certo presentare io, con una storia e un blasone di altissimo profilo. La trattativa era avviata ormai da tempo e appena mi hanno chiesto un parere sull’eventualità di questo trasferimento ho da subito dato il mio assenso. Ho saputo della Samp qualche settimana fa e che proprio la società di Corte Lambruschini aveva proposto il mio nome nell’inserimento del passaggio di Munari al Parma».
Quanto ha inciso il parere di papà De Vitis nell'accettare la proposta della Samp?
«Papà è entusiasta quanto me. Riconosce alla perfezione il valore del club e la serietà della sua dirigenza. E poi la Samp, pur non essendo mai entrata direttamente nel suo percorso da uomo di calcio, ha sempre esercitato su di lui un fascino particolare così come credo eserciti un po’ su tutti quanti. Mi ha invitato fin da subito di accettare l’idea del trasferimento in blucerchiato, ma il suo ruolo è stato per così dire secondario. Papà tende a non entrare troppo nelle mie scelte e a mantenersi piuttosto distaccato come è giusto che sia. Detto ciò so benissimo che nessuno meglio di lui può consigliarmi per il meglio in questi frangenti».
Cosa conserverai degli anni a Parma?
«Lascio una società seria per un club altrettanto serio. Sodalizi capaci di regalare moltissima attenzione ai rispettivi settori giovanili. Purtroppo a Parma ho avuto poche opportunità per mettermi in mostra a livello di prima squadra, ma ho sempre mantenuto un buon rapporto con tutti. Chiusa una porta per me si è aperto un portone».
L'immediato futuro però non sarà a Genova, bensì a Carpi: quali obiettivi ti poni per questa stagione?
«Nel momento in cui la trattativa per il mio passaggio alla Samp si è concretizzata il mio agente ed io avevamo già trovato un accordo con il Carpi pur disputare in Emilia la stagione. Ho parlato con la dirigenza blucerchiata e con il direttore Osti e abbiamo concordato entrambi che quella in biancorosso fosse per me una opportunità per crescere, mettermi in mostra e provare a disputare un campionato da protagonista. Ho bisogno di continuità dopo un paio di stagioni fatte fondamentalmente di alti e bassi. Con le mie prestazioni spero in breve poi di arrivare a meritarmi la maglia più bella del mondo».
Che giocatore è Alessandro De Vitis? Presentati ai tifosi blucerchiati.
«Direi un centrocampista abbastanza completo. Che magari ancora non ha completato la fase della maturazione fisica, ma che tecnicamente e tatticamente non presenti particolari punti deboli. Sono fondamentalmente un mediano di inserimento, amo buttarmi tra le linee per provare la conclusione a rete. E penso di sapermi destreggiare adeguatamente in entrambe le fasi, passiva e attiva. Ho bisogno di giocare e trovare la tanto famosa continuità: conto di farlo quest’anno a Carpi, con l'obbiettivo di tornare alla Sampdoria il prima possibile».