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La sfida blucerchiata di Barillà

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La sfida blucerchiata di Barillà

Pur essendo relativamente giovane, l'esperienza non gli fa certo
difetto. 191 presenze tra Serie A, B e Coppa Italia, 169 delle quali
con la maglia della Reggina. La carriera di Antonino Barillà, per
tutti Nino, reggino purosangue classe 1988, si può racchiudere
quasi interamente in un solo colore: l'amaranto che lo ha visto
crescere, debuttare sul massimo palcoscenico e conquistare la
nazionale Under 21. Poi, per un motivo o per l'altro, le promesse di
questo esterno sinistro di corsa e buon piede non sono state
mantenute appieno. Forse gli è mancata la continuità, forse gli è
mancato quel coraggio di mettersi in gioco lontano da casa che,
invece, ha riscoperto in questa notte d'inizio settembre e di fine
mercato; una notte che lo farà risvegliare da blucerchiato.


Premesse
. Da capitano della Reggina di Gianluca Atzori – già due
presenze nell'ultimo campionato cadetto e altrettante in TIM Cup -,
Nino ha accettato la sfida che gli è stata prospettata dalla
Sampdoria e da quella massima serie persa nel 2009 e mai più
riassaporata. Eppure, le premesse del ragazzo di Catona, quartiere a
nord di Reggio Calabria affacciato su Messina, erano state
eccellenti. A 17 anni appena compiuti, Walter Mazzarri gli concede
una prima al "Franchi" viola e l'ingresso in pianta stabile
con la prima squadra dei miracoli, quella capace di annullare 11
punti di penalizzazione e di salvarsi in carrozza.

Chiavi. Nell'estate 2007, dopo 6 presenze complessive con il tecnico di San Vincenzo più una con il nuovo mister,
Massimo Ficcadenti, Barillà fa le valigie verso Ravenna e la Serie
B, una parentesi che dura una sola stagione ma che lo fa tornare alla
base più forte e deciso. La scelta di puntare su Nevio Orlandi, un tipo che
lo conosce fin dai tempi delle giovanili, gioca tutta a favore del
mancino, capace di conquistarsi, a vent'anni appena, le chiavi della fascia e le simpatie dell'ambiente. Grazie a 30 gettoni, al primo gol in Serie A – segnato alla Juventus il 26 aprile 2009 – e
alle sistematiche convocazioni nell'Under 21 di Pierluigi Casiraghi, l'amarezza per la retrocessione viene in parte mitigata.

Duttilità. Le aspirazioni di immediata risalita unite
all'attaccamento per la formazione del suo cuore convincono Nino
autore di una doppietta da azzurrino contro Lussemburgo – a sposare
ancora il progetto di Lillo Foti e del nuovo arrivato Walter Novellino, il quale lo impiega come quarto di centrocampo. Saggiatene
duttilità e propensione al sacrificio, Roberto Breda – terzo
allenatore del travagliato 2009/10 amaranto – prova in seguito a reinventarlo
mezzo sinistro, un esperimento che porta fin da subito buoni risultati.

Fiducia. Così, sia in mediana sia sulla corsia laterale, il soldatino Barillà – numero 17 dietro la schiena, cuore, polmoni e qualche rete all'attivo – si fa
trovare pronto da tutti i tecnici passati negli anni sulla panchina calabrese dello Stretto, diversi per
moduli e idee, concordi nel dargli fiducia. Ora, a 25 anni, nel pieno della maturità calcistica, dovrà
guadagnarsi la stima di Delio Rossi. Antonino, per tutti Nino, non ha
paura.

Antonino Barillà: la scheda

Luogo e data di nascita: Reggio Calabria, 1° aprile 1988
Altezza: 180 cm
Peso: 76 kg
Ruolo: centrocampista

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