Rossi tra analisi e recriminazioni: «Ci saremmo meritati il 2-0»
Tutto, o quasi, ruota attorno a quei centesimi di secondo che
hanno diviso la Sampdoria dal 2-0. Già, perché i blucerchiati, a
cui il fischio di Gervasoni ha negato la gioia della seconda rete, con il doppio vantaggio in tasca già al rientro negli spogliatoi,
avrebbero potuto affrontare la ripresa in un altro modo. Un fattaccio
che Delio Rossi commenta prendendolo alla larga: «Io
ho passato la fine del primo tempo a calmare i giocatori: non è
facile. C'è una tattica di principio ed una di sviluppo: entrambe stavano pagando con il terzetto
davanti, ma gli attaccanti erano stanchi ed Eder aveva solo 15
minuti, per cui ci siamo dovuti arrangiare. Stavamo giocando
bene, e ci saremmo meritati il 2-0, anche se non voglio entrare
troppo nello specifico dell'episodio. Nel secondo tempo poi loro
giocando a tre ci hanno però creato dei problemi».
Recupero. «Fare
l'arbitro è molto difficile – dice il mister rispondendo alle
insistenti domande della stampa sull'episodio incriminato -, ma devi
applicare il regolamento. Eravamo nel recupero, e c'è stato un fallo
con ammonizione, con più di qualche secondo per sistemare la
barriera, magari il recupero sarebbe stato da allungare. E se
qualcuno l'avesse presa di mano in barriera avrebbe
fatto calciare il rigore o no?». «Dalla panchina il nostro mi sembrava rigore – rivela cambiando discorso -, ma magari se me
lo avessero dato contro mi sarei arrabbiato. Comunque sia, quando
devi fare punti, casi come questi influiscono sulla condizione
psicologica della squadra».
Psicologia. Se
esiste una cura a livello mentale? Rossi la pensa così: «Devi affidarti al lavoro,
non c'è bisogno di terapeuti, santoni o maghi, anche se noi non
siamo ancora una squadra in grado di gestire queste situazioni. E lo
abbiamo dimostrato. La soluzione è nel mercato? Parlarne
ora è sciocco: noi dobbiamo vivere in funzione di quello che succede
ogni domenica, non di quello che capita a giugno o gennaio. I
ragazzi, pur con qualche limite, possono fare meglio, e sta a me
trovare l'alchimia giusta».
Diavolo. «Gabbiadini
giù di tono? Ha un problemino al polpaccio – svela il tecnico blucerchiato ai
microfoni -. Mi ha chiesto pure il cambio ma non avevo sostituti adatti.
Poi il diavolo ci ha messo il coperchio – dice in riferimento al
momentaneo pari di Immobile -, e così ho dovuto rivedere delle
scelte che volevo fare. Se giochi con due punte e una mezza punta devi
avere delle alternative».
Piatti. «Uno
non cambia perché ha il gusto di cambiare o deve inventarsi
qualcosa – conclude Delio – cambia il base alla risultanza delle partite. E noi subivamo poco ma eravamo piatti. D'accordo con i
giocatori abbiamo allora deciso di cambiare. E così anche nel corso
della partita: noi siamo passati a quattro contro le tre punte, ma davanti
siamo calati e siamo stati costretti ad andarci a prender la palla
molto più indietro».