L’ottava volta di capitan Gastaldello: «Partiamo con entusiasmo»
Passano gli anni ma otto son lunghi. Quel ragazzo, però, ne ha fatta di strada. Quel ragazzo si chiama Daniele Gastaldello, il capitano della Sampdoria pronta a rimettersi in moto ufficialmente per la nuova stagione. Quella del centrale di Campodarsego, 31 anni compiuti lo scorso 25 giugno, è l’ottava con addosso la maglia blucerchiata numero 28. Per la prima volta un raduno senza la famiglia Garrone ma con Massimo Ferrero al timone. «Si parte con una sorpresa per tutti – spiega Gasta in conferenza stampa -, una sorpresa che stiamo metabolizzando ma che ci fa partire con ancora più entusiasmo. Il presidente è una persona solare, diversa dalle figure del passato. Le sue parole trasudano voglia: parlando con ironia ci ha dato le giuste impressioni».
Cosa vi ha detto?
«Ha usato parole banali ma giuste. Sudare la maglia e dare sempre il massimo. Questo è ciò che vuole ed è un punto di partenza importante. Noi dobbiamo lavorare sul campo e la società deve farlo fuori».
Il mister vi ha già parlato? Che impressione aveva fatto a lui il presidente nell’incontro a Roma?
«Per ora non ha fatto discorsi. Nei quattro giorni di test ci ha detto che avrebbe parlato alla ripresa degli allenamenti. Per il resto sono cose che riguardano lui, la sua impressione l’ha detta a tutti: si sono stretti la mano e basta. Io penso che Mihajlovic parlerà a livello tecnico e tattico e non a livello societario».
Siete una rosa giovane e pressoché invariata rispetto all’anno scorso. Ripartire da Sinisa è un’ulteriore punto a vostro favore?
«A onor del vero qualcuno è andato via e sono arrivati dei giovani; ma il mercato chiude a fine agosto. Aspettiamo: abbiamo un mese e mezzo davanti. Certo, se fosse andato via il mister sarebbe stata una mazzata per il gruppo. Visti i risultati dell’anno scorso, è evidente che ci troviamo bene e che il percorso è quello giusto. Abbiamo fatto un’enorme crescita e dobbiamo continuarla».
Come vedi uno tra Mustafi e Romero sollevare la Coppa del Mondo?
«È una cosa che fa piacere a tutti i sampdoriani. In Italia poche squadre possono vantare due finalisti o potenziali campioni. Fa piacere per Shkodran e Sergio: questo risultato è la dimostrazione che nel calcio quando uno non molla e si impegna la fortuna ti assiste. È il caso di Mustafi, che era già stato tagliato e poi è rientrato per un infortunio di un compagno: sono contento per lui, ha fatto un’annata straordinaria e se lo merita.
El Chiquito vi farebbe comodo? Chi tiferete per la finale di Rio?
«Se è il Romero di queste ultime settimane chi non lo vorrebbe? Ha qualità immense, le ha fatte vedere anche qui, ma senza continuità. Come giocatore può diventare importante ma vanno fatte altre valutazioni sulle quali deciderà il mister. Germania o Argentina? A onor del vero stiamo ancora prendendo in giro i brasiliani per la batosta che hanno preso».
Si prevedono novità nelle intenzioni tattiche?
«Davanti c’è l’intenzione di fare qualche cambiamento ma, per quel che ci riguarda, il mister partirà dai quattro difensori: sappiamo già come muoverci, in fase difensiva ma anche in fase d’uscita, una prerogativa che il mister vuole. Vuole che si giochi la palla, uscire con la palla al piede e farla arrivare agli attaccanti tramite difensori e centrocampisti. Corri dei rischi ma con personalità e coraggio si può meritare ancora».
Per Soriano e Regini può essere la stagione della consacrazione?
«Non solo per loro. Roberto e Vasco hanno dimostrato di poterci stare e di valere tanto: hanno avuto un rendimento costante e da loro ci aspettiamo un altro campionato importante. Basta che non pensino di essere arrivati e provino a migliorarsi giorno dopo giorno».
Capitolo mercato. Si parla di Samuel, come ti vedresti accanto all’argentino?
«Samuel è sempre stato un punto di riferimento, sarebbe il massimo giocare con lui. I giocatori forti non vanno mai scartati: sarei felicissimo di un suo arrivo».