Mihajlovic vuole tre punti sotto l’albero: «Vincere per chiudere terzi»
«Non è stato un anno facile per Genova, ma in campo le due squadre hanno fatto benissimo, regalando un momentaneo terzo posto che battendo l'Udinese verrebbe confermato per almeno 15 giorni: questa è una partita davvero importante». Sinisa Mihajlovic ha un solo regalo da chiedere a Babbo Natale: i tre punti. «Domani servirà un Marassi pieno, un'autentica bolgia – invoca l'allenatore serbo -, perché i ragazzi se lo meritano per quanto hanno fatto dal novembre del 2013 sino ad oggi. Servirà una grande spinta per battere i friulani».
Aria. L'Udinese va soffocata sotto un cuscino di pressing. «Non vanno fatti respirare – spiega Sinisa -, bisogna togliere aria e campo alle punte, che sono molto pericolose. Se qualcuno fosse distratto, non gioca. Ma sono sicuro che i miei ragazzi siano concentrati e faranno il meglio. Solo dopo un successo potremmo rilassarci».
Duecento. Mihajlovic approfitta dell'ultima conferenza dell'anno solare per salutare stampa e tifosi: «Auguri di buon Natale, non Di Natale. Totò bestia nera della Sampdoria? Non solo, ma un po' di tutte. Se fai più di 200 gol in A non puoi non aver segnato a tutti. Parliamo di un giocatore straordinario. Con lui ho un ottimo rapporto, volevo persino portarlo a Firenze qualche anno fa, e lui sarebbe venuto, vista la vicinanza della moglie a Empoli, sua città natale. Poi però mi dissero che era vecchio: da lì in poi ha segnato 80 o 90 gol… Comunque sia, Di Natale è un giocatore con grandi colpi. Ma noi dobbiamo solo pensare a fare un gol in più dell'Udinese».
Padrino. Udinese da quest'anno fa anche rima con Stankovic. «Con Dejan – comincia il serbo parlando del connazionale, ora vice di Stramaccioni – ho un rapporto splendido: è quasi un fratello per me, oltreché il padrino dei miei figli, come io lo sono per i suoi. Ci sentiamo spesso, ma questa settimana non lo abbiamo fatto: è giusto così. Gli auguro un grande futuro, ma domani voglio dargli un dispiacere».
Centrali. Poi l'uomo di Vukovar viene riportato sui binari della tattica e dell'undici: «Domani gli unici assenti sono Romagnoli, che è squalificato, e Silvestre, infortunato. Mancano i centrali? Abbiamo delle soluzioni, almeno tre. Posso far giocare Fornasier, Regini o anche Cacciatore. La più logica delle tre soluzioni sarà quella che ho scelto». Il punto fisso è Gastaldello. «Sarà anche un vecchietto – scherza l'allenatore -, ma Gasta ha sempre fatto bene. Mi spiace lasciare sempre fuori un difensore, ma noi giochiamo con due centrali. E qualcuno a giro deve sedersi, anche se sono tutti titolari».
Correa. «Gastaldello è importantissimo nello spogliatoio – continua il tecnico balcanico sul capitano -, perché aiuta i più giovani a crescere, ed è fondamentale per l'armonia. Poi ogni volta che ha giocato ha fatto benissimo». C'è chi non si muove, proprio come il numero 28, e qualcuno, come Correa, pronto ad arrivare. «Non parlo di chi non ho ancora allenato – glissa l'ex difensore -, quando avrà firmato vi dirò la mia. Se ho voglia di allenarlo? Deve esser lui ad aver voglia di allenarsi con noi».
Boskov. Poi un paio di battute su uno degli uomini più importanti che Mihajlovic ha incontrato sul suo cammino professionale: Vujadin Boskov. «Boskov era un grande uomo, un grande personaggio e un grande allenatore. Era come mio padre – chiosa Sinisa -, ed è stato un brutto colpo per me sapere che se ne è andato». Infine, dopo questo saluto amaro ad una delle grandi figure blucerchiate che ci ha lasciato in questo 2014 ricco di cambiamenti, si torna sull'Udinese: «Fuoco di paglia? Macché. Il presidente disse così, ma ora non direbbe la stessa cosa».