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Mihajlovic è pragmatico: «Lavorare e niente drammi»

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Mihajlovic è pragmatico: «Lavorare e niente drammi»

La vera sfida di stasera è salvare
qualcosa dall'andare a picco nella delusione. Perché se la partita dell'"Olimpico" fosse stata uno spareggio, saremmo usciti
bucherellati dai dubbi; per nostra fortuna, invece, la stazione romana è
solo una delle tante che toccheremo nel nostro viaggio. E nella
speranza che nessun'altra le assomigli, nella forma e nelle
proporzioni, le parole giuste per commentare il match le trova senza troppe difficoltà Sinisa Mihajlovic: «È una sconfitta, lavoriamo e non facciamo drammi. Abbiamo sbagliato molto, ma credo nei miei giocatori. Prima o poi doveva capitare, speriamo sia l'ultima volta».

Drammi. C'è una distanza siderale tra questo k.o. e quello contro Inter. «È vero – annuisce il tecnico doriano -, ma per 30 minuti la gara è stata equilibrata, poi però abbiamo sbagliato troppe ripartenze e pure molti passaggi in uscita, prendendo gol in una di queste situazioni. Subire il raddoppio dopo 3 minuti ci ha tagliato le gambe. E dopo, nessuna reazione: non è stata la mia Samp. Abbiamo perso tutte le seconde palle, e la Lazio è stata meglio di noi sotto tutti i punti di vista. Spero che non succeda più: niente drammi, comunque».

Coraggio. Nella posizione che vale i preliminari di Champions ora ci sono i biancocelesti, da soli. «Noi ci siamo trovati con merito al terzo posto – ricorda Sinisa -, per il nostro modo di giocare con coraggio e aggressività. Tuttavia, se caliamo da questi punti di vista dobbiamo accontentarci di stare a sinistra della graduatoria e non di più. Niente drammi, i miei giocatori lo sanno, sono maturi ormai. Ora l'Empoli, che è un avversario che gioca molto bene».

Mercato. «Abbiamo provato coi cambi – spiega il mister facendo riferimento ai rimedi cercati in corsa -, ma avevo giocatori che con la testa erano altrove. Rischiavamo brutte figure, io e loro. Noi dobbiamo rinforzarci e speriamo di farlo il prima possibile con il mercato, ma questo tipo di distrazione è un effetto collaterale. La partenza di Gabbiadini è stata un problema? No, tanto non avrebbe giocato per via della squalifica».

Demeriti. Contro di noi, Dybala come Messi, e Anderson? «Un po' come Ronaldo, stasera – commenta l'allenatore blucerchiato -. È stato soprattutto merito suo, anche se noi abbiamo avuto i nostri demeriti. Siamo stati mancanti di cattiveria, poco cattivi. Ora bisogna vincere e ripartire, cosa per cui abbiamo tutte le carte in regola».

Europa. «Noi siamo cresciuti rispetto all'anno scorso – ricorda l'uomo di Vukovar a margine della sconfitta -, siamo passati dalla parte bassa della classifica alla zona europea, per cui dobbiamo essere soddisfatti. Le partite come quelle dopo le soste sono strane, e una battuta d'arresto ci sta. Se succederà di nuovo saremo costretti a cambiare, però. Domani analizzeremo il tutto. Dobbiamo ricordarci di dare tutti il massimo in campo, sennò possiamo perdere con chiunque. Obiang? Non era arrabbiato per la sostituzione, ma per la partita. Ed è giusto così».

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