Ferrero coinvolge Garrone e lancia Zenga: «Ci porterà lontano»
Un colpo di teatro. O sarebbe meglio dire da cinema. In un anno esatto di presidenza, Massimo Ferrero ci ha abituato a numerosi effetti speciali. E per festeggiare al meglio i suoi primi 365 da patron blucerchiato ha scelto di presentarsi nel bel mezzo della conferenza stampa di presentazione di Walter Zenga in compagnia di Edoardo Garrone. «È l’unico sampdoriano vero che ho conosciuto – attacca -. Mi ha ceduto la società, mi ha dato fiducia e l’ho voluto qui oggi, non solo per scaramanzia, ma anche per ringraziarlo».
Solida. «Son venuto perché sono stato invitato – prende la parola Garrone -. Un anno fa c’è stato l’annuncio del cambio di proprietà: se andate a vedere cosa dissi io e cosa disse Massimo quel giorno direi che è andata meglio di quello che pensavamo. Come avevo previsto Ferrero è stato più bravo di me. La Sampdoria ha fatto molto bene: era una squadra solida ed è stata rinforzata, la società era solida ieri ed è solida ancora oggi».
Angelo. La replica di Ferrero non si fa attendere: «Non sono stato più bravo di lui. Ho soltanto avuto la fortuna di incontrare delle persone tipo Osti. La mia forza è che io non mi fido di nessuno. E poi ci ha aiutato una persona che ha vigilato su di noi, il papà di Edoardo, che è il mio angelo custode in questa avventura».
Soluzione. «Cassano? Cerchiamo di chiarire che sennò mi sfondate la testa con sto Cassano – prosegue il presidente -. Quando assumo non è che voglio una persona che debba fare quello che dico io. Chiaramente l’ultima parola è sempre la mia, ma voglio condividere con Zenga questa possibilità. Si fanno delle proposte e si condividono: se ognuno dice la sua e poi troviamo una soluzione si fa solo il bene della Sampdoria»
Preoccupato zero. Europa League a rischio? Ferrero ha le idee chiare: «Non sono preoccupato di niente perché non ho fatto niente, ho sempre confidato nella giustizia sia sportiva Il Torino è andato nelle nostre condizioni e andremo anche noi. Se vogliono chiederci qualcosa siamo a disposizione. Non siamo un società di un’altra serie rispetto a loro. Quindi preoccupato zero».
Partenze. Capitolo Eto’o. Resta o no? «Nel calcio non si può garantire niente – spiega -, lui mi vuole bene. Io mi affeziono alle persone e non alle professioni. Samuel è un uomo di grande spessore e umiltà, se deciderà di andarsene se ne andrà. Non mi ha fatto capire che vuole andare via, ad esempio non volevo andasse via Obiang che mi ha scritto un messaggio commovente».
Lontano. Le perplessità sulla carriera esterofila del nuovo mister Ferrero le spazza via così: «Che vuol dire che Zenga non allena in Italia da 5 anni? Non è mica giapponese. Sono favorevole alla continuità, se si fa un progetto e si segue credo che l’esonero faccia male solo alla saccoccia del presidente e pure ai tifosi. Per questo sosterrò Zenga fino alla morte. Sono convinto ci porterà lontano. Mihajlovic ha detto che i suoi successori fanno peggio? Mi sono un po’ arrabbiato per questo e gliel’ho fatto notare ma sono convinto: alla prima occasione Sinisa 0, Zenga 2. Segnatevelo».