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Mazzarri: «Voglio una gara giocata con intelligenza»

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Mazzarri: «Voglio una gara giocata con intelligenza»

Il tecnico della Samp a due giorni dall'esordio in Intertoto: «Loro saranno più brillanti di noi, dobbiamo usare la testa per anticiparne le giocate. E poi si gioca anche il ritorno…».

19_palombomazzarri«Non è che non dormo la notte, prima delle partite importanti. Però sì, questa è davvero una partita importante»: tradotto, consapevolezza degli ostacoli da affrontare e insieme la serenità che ti dà l'aver fatto quel che dovevi. Walter Mazzarri vive così la sua prima vigilia europea da allenatore – da secondo, ha già viaggiato insieme a Ulivieri -, calmo ed equilibrato come sempre. Calmo ed equilibrato come la Samp che sogna lui, la Samp che vuole vedere sulle rive del Mar Nero: davanti ci sarà una squadra giocoforza più brillante, più in forma, sta alla testa capire come uscirne comunque col sorriso.

Le incognite. Parte da un'analisi lucida, Mazzarri: «Abbiamo nelle gambe quindici giorni di preparazione – ricorda il tecnico della Samp – e davanti una sfida che conta, con una qualificazione in palio. Ci arriviamo senza test di rilievo alle spalle, con una condizione che non può che essere inferiore a quella del Cherno More. Grossomodo, a questo punto dell'estate, chiedo ai miei giocatori una sessantina di minuti: dovremo farne novanta». E poi ci sono un modulo nuovo da metabolizzare, nuovi metodi di allenamento, idee e pensieri: «Chiaro, riprendere un lavoro già iniziato sarebbe stata tutta un'altra cosa – ammette Mazzarri -. Qui invece volevo impostare da zero tutto quanto».

Istruzioni per l'uso. Quel che la Samp deve fare, Mazzarri l'ha ben chiaro in mente. E spiega: «C'è un'unica cosa che di sicuro non voglio, andar dietro ai loro ritmi, farsi costringere alla lotta. No. Bisogna essere intelligenti nel gestire le forze, smorzare il gioco, trovare le occasioni per recuperare le energie: d'altronde ho tre cambi soli…». Spazio allora a chi è già entrato in sintonia col 3-4-2-1 di Mazzarri: «Io inseguo una logica di gioco consolidata, sulla quale insisto – riprende lui -, e per questo a volte prediligo un giocatore che mi dia equilibrio, affidabilità, rispetto ad uno esclusivamente pimpante. Ho ancora due o tre dubbi, me li lascerò fino all'ultimo momento: di certo metterò i ragazzi che mi daranno le maggiori garanzie di aver capito quel che voglio, al di là della brillantezza. Perché quel che serve è lavorare tutti insieme nella fase passiva, prevedere con la testa, visto che le gambe gireranno poco, la giocata degli altri». Uno come Palombo, allora, fa comodo: «E' un giocatore importante, un ragazzo di valore. E penso ci siano buone possibilità di recuperarlo».

La doppia sfida. Gara difficile, insomma. Ma analizzare i propri difetti, le difficoltà oggettive che ti circondano, non vuol dire sentirsi battuti in partenza. E Mazzarri sgombra il campo dai dubbi: «Vogliamo passare, ci mancherebbe altro. Dico solo che dobbiamo ragionare sui 180', ricordarci che in Bulgaria bisogna limitare i danni e poi cercare di far fruttare al meglio il ritorno in casa. Quando dovremmo essere un po' più brillanti di adesso». Di buono c'è che la squadra risponde, che il test coi Monti Pallidi e le buone impressioni di sabato scorso non erano illusione: «Io devo ringraziare tutti i miei ragazzi – aggiunge infatti Mazzarri -, sin qui sono stati veramente eccezionali per l'attenzione che hanno messo in ogni cosa, in ogni dettaglio. Certo, le gambe non vanno granché, ma il cervello sì: dovremo usarlo per anticipare l'avversario, per far valere esperienza e intelligenza».

Nella foto Pegaso, Walter Mazzarri segue il lavoro di Angelo Palombo.

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