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Mazzarri: «Meglio di così sarebbe davvero difficile»

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Mazzarri: «Meglio di così sarebbe davvero difficile»

Il tecnico della Samp si gode squadra e classifica. Anche se… «Anche se mi è dispiaciuto rimanere in 10, perché c'era la possibilità di provare a vincere. E non mi sarebbe dispiaciuto».

02_volpimazzarriParole sue, schiette: «Sono fatto male, quando penso si meriti di vincere e non si vince ci resto male». Non è un reato, però: a Walter Mazzarri un successo, contro una Lazio forte e tosta, non avrebbe mica fatto male. «Più che altro perché credo sia sempre il caso di raccogliere quel che si semina – aggiunge poi il tecnico della Samp -. Verranno tempi in cui saremo meno brillanti e gli avversari saranno più bravi, e allora non vorrei rimpianti. Bisogna martellare, e fare i punti quando si può».

Il sorriso. Messa così, sembra un Mazzarri incavolato. No, è il Mazzarri che si presentò allo Starhotel: «Mai accontentarsi, voglio sempre di più». Però il pareggio gli sta bene, altroché. E la sua felicità ha molte basi: «Un allenatore nuovo che non conosce i calciatori con cui andrà a lavorare e un sistema di gioco completamente diverso per buona parte della rosa – si parte da qui -, questa era la situazione. Credo che far meglio di così, in questi due mesi, fosse quasi impossibile: siamo riusciti a far coincidere buone prestazioni e risultati di prestigio, perché passare due turni di Coppa non è cosa semplice, e allo stesso tempo abbiamo già trovato un'identità. Certo, fosse entrata quella palla di Sammarco… Ma far meglio, oggi e in questo avvio di stagione, era veramente difficile».

I rimpianti. La soddisfazione c'è, è il punto di partenza. Poi Mazzarri ci aggiunge i dettagli, quel che non gli è andato bene: «Ho il rammarico di essere rimasti in 10 – spiega -, mi ero accorto che Ziegler poteva rischiare il rosso ma avevo sia Lucchini sia Campagnaro con i crampi e non potevo rischiare il terzo cambio e poi perdere uno dei due… Dispiace perché stavamo bene, Montella era fresco ed era forse il momento migliore per provare ad andare a vincere. Detto questo, e reso merito ad una Lazio davvero forte, dico che le occasioni più nitide probabilmente sono state le nostre: un pizzico di fortuna in più e mica li buttavo, i tre punti».

L'analisi. Primo tempo così così, ripresa di qualità. A grandissime linee, siamo lì. Mazzarri amplia il concetto: «Siamo partiti contratti, tutte le mezze palle erano loro – ricorda l'uomo di San Vincenzo -. Ci strappavano il pallone e ripartivano. Noi stanchi? Di certo due giorni in meno di riposo rispetto a loro pesano, sicuro, ma non è questo il punto: nella ripresa siamo stati più sciolti, più decisi, e mi sembra che in difesa non si sia rischiato nulla… E guardate che questo era un test probante, attendibile: l'attacco della Lazio non scherza».

L'ora di Cassano. Quando è sbucato dal tunnel, Antonio Cassano, la Sud è impazzita e con lei lo stadio intero. «Diciamo che ho voluto fare una sorpresa al ragazzo», sorride Mazzarri. Che chiarisce la via che l'ha portato a scegliere per la convocazione del fuoriclasse di Barivecchia: «Sta lavorando parecchio, fa tutto quel che gli chiediamo mantenendo ogni promessa e ogni impegno preso appena è arrivato qui da noi. Credo fosse il momento giusto per fargli respirare l'aria dello stadio, per fargli sentire l'affetto dei tifosi… L'idea era quella di regalargli anche qualche minuto alla fine, se la gara me l'avesse consentito, perché il calcio è spettacolo e i tifosi lo aspettavano. Ma anche così gli servirà, stando in panchina ha potuto vedere da vicino quel che voglio dai miei attaccanti: e quando toccherà a lui, sarà pronto».

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Nella foto Pegaso, le indicazioni di Walter Mazzarri a capitan Sergio Volpi.

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