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Palombo incontra gli studenti del Liceo King di Sturla

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Palombo incontra gli studenti del Liceo King di Sturla

Angelo Palombo al Liceo King per incontrare gli alunni nell'ambito dell'iniziativa "Parliamone Insieme", promossa dall'Asl 3 genovese. Domande e risposte per un'ora sui temi principali dello sport.

06_palombokingParliamone insieme, per stemperare i luoghi comuni e fissare nell'immaginario dei più giovani i concetti chiave dello sport, inteso come cultura della prestazione e – meglio – come purezza del percorso per raggiungerla. La sintesi dell'incontro di questa mattina al Liceo Martin Luther King di Sturla è grosso modo questa, incontro organizzato dall'Unità Operativa Medicina dello Sport di Asl 3 Genovese ed abbracciato dal direttivo dell’istituto e dall'U.C. Sampdoria, sempre sensibile a questo tipo di manifestazione.

Testimonial di lusso. Testimonial d'eccezione Angelo Palombo, uno – per rimanere ancora un momento sui luoghi comuni – che nel suo lavoro ce l'ha fatta, ma anche – e qui, per quanto possibile, ne usciamo – un ragazzo semplice, disponibile, determinato. Un personaggio che trasmette carisma, forza e vitalità. Logico dunque il peso doppio che le sue parole assumono nell'ottica dei ragazzi, rispetto ad un normale faccia a faccia con qualsivoglia esperto della materia.

Obiettivo raggiunto. Obiettivo raggiunto dunque per gli organizzatori di "Parliamone Insieme", due rappresentanti dei quali erano seduti vicino ad Angelo, questa mattina nell'aula magna del King. Primo a prendere la parola il Dottor Mauro Ferrari, direttore dell'Unità di Medicina dello Sport. «Un messaggio dato da un campione come Palombo – apre Ferrari – è ben più incisivo di altri, perché da sempre il calciatore rappresenta un modello tra gli adolescenti, un esempio da seguire. Siamo felici che la Samp e Palombo abbiano accettato il nostro invito, utile a stabilire un contatto tra realtà ben diverse, ma unite dalla stessa linea: lo sport». Breve intro anche per il direttore generale di Asl 3 Alessio Parodi. «Abbiamo qui oggi un ragazzo che si è fatto strada nello sport, con sacrifici e rinunce. Penso che sia importante per i ragazzi apprendere il metodo: forse non tutti diventeranno campioni, ma è fondamentale capire come ci si deve comportare nella vita per arrivare a qualunque obiettivo».

Le domande dei ragazzi. Preamboli evasi, si passa all'azione. Cominciano le domande dei ragazzi. E cominciano a spron battuto. Matteo, intraprendente studente del King, si butta secco sul capitolo fumo. Vuol sapere se i calciatori fumano e se le società li controllano. Angelo non fa una piega. «Io sono uno di quelli – e giù sorrisi in platea -, ma non esagero. So che nello sport, come nella vita di ogni giorno, le sigarette arrecano un grave danno. Fortunatamente il mio non è un vero vizio, fumo soltanto quando la tensione è alta e non supero mai un certo limite. Certo, smettere sarebbe meglio e ci provo. Anzi, dico a tutti che non si dovrebbe mai iniziare».

Angelo e la scuola. Tocca a Jacopo, il quale chiede lumi sul rapporto dell'alunno Palombo con la scuola. «Mi sono diplomato ragioniere, anche se non so far due conti… In ogni caso, avere un titolo di studio è importante, anche perché la carriera di calciatore mica dura in eterno. Anzi, nell'ultimo periodo mi è saltato in mente di iscrivermi all'Università e lo farei se non avessi così tanti allenamenti e altrettanti impegni». Interviene il Dott. Ferrari, che chiede ad Angelo come si trovasse coi professori, nel momento in cui aveva capito che la sua carriera di calciatore poteva raggiungere alti livelli. «Qualcuno mi aiutò, molti altri meno. Purtroppo giravano le solite voci, anche perché ho iniziato a guadagnare presto e alcuni prof. dicevano che ero un fannullone, che pensavo solo a giocare e non studiavo. Io penso che volere è potere: ho tirato dritto per la mia strada e mi sono anche diplomato, da studente normale, senza pretese, ma conscio del valore della scuola».

Dieta ed alimentazione. Si passa all'alimentazione, argomento caro al Dott. Ferrari, che vorrebbe lumi da Palombo. «Non seguiamo una particolare dieta, mangiamo cose normali come pasta, carne, pesce. Certo, non possiamo esagerare con alcolici, grassi, dolci, tuttavia non sono richiesti particolari sacrifici. Soltanto in ritiro siamo più controllati, il Dottor Baldari (il medico sociale Samp, ndr) stila pranzi e cene. Ma anche qui, non si tratta di enormi ostacoli da superare».

Droghe e doping. Argomento scottante in arrivo: le droghe. Matteo chiede se nella vita privata qualcuno propone sostanze stupefacenti ai calciatori e come questi reagiscono. «Ognuno ha la sua testa, ma se a me proponessero qualcosa, riderei loro in faccia. Facciamo il mestiere più bello del mondo, è stupido buttar via tutto così. In più, c'è il lato pubblico: essendo popolari, rischiamo di condizionare altri ragazzi e allora il danno è doppio». Sul doping, invece, Angelo risponde così: «Non è una cosa limitata allo sport, se ne vedono tante altre anche in altri mondi. Alcuni prendono sostanze per superare gli avversari, nel calcio come nello spettacolo, nell'atletica, dove volete. Io penso che si può anche vincere e farla franca, ma poi ti senti vuoto. E non lo dico perché son qua davanti a voi, è una cosa che penso al di fuori del ruolo di personaggio pubblico». Anche sul sistema di punizione e valutazione del doping Palombo ha la sua opinione. «Credo che qui in Italia si faccia confusione: viene punito meno un atleta che fa uso di trasfusioni rispetto ad un altro trovato positivo alla cocaina. La prima influisce sulla prestazione, la seconda no. Sono sicuramente da censurare entrambe ed è giusto che chi sbaglia paghi sulla propria pelle, ma la disparità di valutazione secondo me non ci sta».

Il valore dell'amicizia. Un altro studente chiede a questo punto della vicenda Flachi. «Francesco è un amico, prima di tutto fuori dal campo. Non dimenticherò mai ciò che ha fatto per me sei anni fa, quando sono arrivato alla Samp. Il valore dell'amicizia va ben oltre gli errori che uno può aver commesso». Amicizia e gruppo, la domanda su Cassano è opportuna. Viene chiesto ad Angelo come si è comportata la squadra dopo lo show di domenica scorsa del barese. «Cerchiamo di consolarlo, di dargli una mano. Lo sport è anche questo. Antonio ha sbagliato e, personalmente, mi sono anche arrabbiato con lui. Però lo capisco e non lo condanno, ha il suo carattere: l'importante è non farlo sentire solo».

Competizione all'interno del gruppo. Riguardo Cassano, si apre un altro dibattito, quello relativo alla competizione che nasce all'interno di qualsiasi gruppo, nello sport e fuori dallo sport. «Per me avere vicino un campione è uno stimolo in più e non genera alcuna invidia. Il talento ce l'hai quando nasci, nel caso di Cassano è evidente che sia più bravo di me. Averlo vicino significa più visibilità per tutti, significa maggiori motivazioni, maggior spinta a dare ancora di più. Per me è un bene, nel calcio e nella vita».

Fama e notorietà. Altro nodo pericoloso per la formazione dei ragazzi è la notorietà. Pur di arrivarci, molti sarebbero capaci di far chissà cosa. Palombo ci è arrivato, ma senza scorciatoie. «Devo dire grazie alla mia famiglia e anche un po' a me stesso, perché non è facile andar via di casa a 14 anni e cominciare a vivere da solo. Avrei potuto farmi distrarre da tante situazioni, ma non è accaduto. Forse la differenza è qui: ci sono ragazzi che hanno più doti di me, ma credo conti molto la testa e un pizzico di fortuna che non guasta mai».

Le ragazze. Nel mondo dei ragazzi è ancor più vivo il tema del sesso, nonché quello dell’amore. L'ultima domanda riguarda infatti il rapporto con le donne, per un calciatore giovane, ricco e famoso. «Fatico un po' a trovare una persona sincera, anche perché non sai mai quanto una ragazza sia interessata a te o al nome che porti. Capisco che il personaggio famoso attiri e, diciamolo chiaro: se ti vuoi divertire, ti diverti… Restano però i valori fondamentali e la tua testa, le uniche cose da seguire».

Il momento-Samp. Fine giochi, tutti di nuovo in classe. Angelo si alza e si imbatte nei cronisti, stavolta più interessati al campo che all'aula del King. Palombo torna capitano della Samp a tutti gli effetti e dice due battute. «Ci dobbiamo abituare a questo periodo difficile – comincia il centrale di Ferentino, analizzando la grande emergenza davanti dopo la squalifica di Cassano e le indisponibilità di Bellucci e Montella -, già da domenica. Abbiamo assenze importanti e giocheremo sul campo di una formazione che ha fame di punti: dobbiamo pensare che se il Parma ha fame di punti, la Samp deve averne due volte tanta. Ora si vedrà se siamo una squadra vera o no». Una squadra che il numero 17, sempre più leader e veterano del gruppo, dovrà prendere per mano. «Ci proverò, spero che non mi facciano fare l'attaccante altrimenti è un guaio… Non la metto dentro nemmeno con le mani». Ma al gol, secondo Palombo, ci penserà Bonazzoli. «Spero che si sblocchi e ci faccia vincere domenica a Parma, partita molto delicata sia per loro che per noi, ma si tratta di un incontro da vincere assolutamente per dare continuità ai risultati ed evitare di arrivare senza stimoli nelle ultime partite di campionato». Due parole su Cassano, troppo bersagliato dalla stampa dopo l'episodio di domenica. «Come ho già detto, Antonio ha sbagliato, però mi sembra eccessivo l'accanimento dei media contro di lui. Si esagera spesso nelle valutazioni, solo perché si chiama Cassano. Una persona può anche cambiare, anche se nel passato ha commesso errori».

Nella foto Pegaso, un momento dell'incontro tra Angelo Palombo e gli studenti del King.

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