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Impariamo allo stadio: Gastaldello professore d’eccezione

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Impariamo allo stadio: Gastaldello professore d’eccezione

Il difensore professore d'eccezione per il primo dei sei appuntamenti di "Impariamo allo stadio": «Il calciatore è ricco e famoso, ma perdersi per strada è semplice. Bisogna sempre ragionare con la propria testa».

07_gastaldelloE' toccato a Daniele Gastaldello, classe 1983, inaugurare gli incontri della sesta edizione di "Impariamo allo stadio", la bella iniziativa voluta dalla Samp – in collaborazione con l'Assessorato allo Sport del Comune di Genova – per avvicinare i bambini delle scuole elementari alla faccia pulita del calcio professionistico. Il difensore della Samp è stato il professore d'eccezione per gli studenti delle scuole Tommaseo e Voltri 2, che hanno potuto scoprire gli angoli più nascosti e inaccessibili del tempio del calcio cittadino.

La vita del calciatore. Panchine, spogliatoi, sala stampa e infine il campo… Ogni angolo dello stadio Luigi Ferraris si è aperto davanti agli occhi entusiasti dei ragazzi, che tappa per tappa hanno potuto incontrare i responsabili della Samp e alla fine, seduti in tribuna, hanno chiacchierato con Gastaldello. «Il calciatore è sempre visto come un ragazzo ricco e famoso, ma bisogna stare attenti ai lati oscuri», ha spiegato il difensore alla folla attenta. Daniele, che nonostante la giovane età ha già vestito la maglia della Juve oltre a quelle di Crotone, Chievo Verona e Siena prima del blucerchiato, racconta ai bambini delle difficoltà cui si va incontro cercando un futuro nel calcio: «Devi lasciare casa molto presto, a 14-15 anni sei già lontano dalla tua famiglia, da solo in un'altra città. Perdersi è facile, perché non sempre si sfonda e si arriva a giocare in Serie A: io ho fatto tutte le categorie, dalla C a qui, e posso dire di essere stato fortunato. Quel che conta, alla fine, è mantenere sempre la testa sulle spalle». Ascoltatori attenti, e domane a pioggia. Del genere: è dura stare in panchina? Gastaldello risponde con un sorriso: «Quando il mister non ti fa giocare ti arrabbi, è vero, ma bisogna sempre rispettare le sue decisioni e rispettare il compagno che gioca al posto tuo. E poi star fuori deve servire come uno stimolo a impegnarsi sempre di più, per fare meglio di quanto si è già fatto. Il calcio è così, alti e bassi: non bisogna esaltarsi quando le cose vanno bene e non bisogna abbattersi se vanno male». Chiusura sulla Samp: «E' bello essere qui, Genova è una realtà diversa e più grande rispetto a Siena. E giocare per quella Gradinata è incredibile».

Il progetto. "Impariamo allo stadio" (prossimi appuntamenti in calendario il 14 e 28 marzo e nelle giornate del 4, 11 e 18 di aprile) è un modo per far conoscere il calcio ma soprattutto l'occasione, per la Sampdoria, di trasmettere quei valori che da sempre la società cerca di portare all'attenzione. Quel che interessa è far emergere e insegnare un modo di tifare pacifico, non violento, sempre ricordando quanto sia essenziale il rispetto reciproco delle regole e dei ruoli stessi. "Impariamo allo stadio" vuole essere un contributo per esprimere principi fondamentali e la vera essenza dello sport, perché i tifosi siano in grado di vivere il football in maniera equilibrata e piacevole. Perché il calcio è uno spettacolo di cui godere: ma senza rispetto, lo spettacolo viene meno.

Nella foto Pegaso, Daniele Gastadello durante l'incontro con i bambini delle elementari.

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