La Samp schianta anche il Catania: sempre più su!
La Samp supera anche il Catania, ennesima vittima dell'effetto-Marassi. Reti tutte nella ripresa: Palombo apre le danze, quindi – dopo il pareggio ospite – 3-1 firmato Accardi e Bellucci.
Maturità, personalità, coesione, identità. Forza. Caratteriale, proprio. Spunti interessanti da sbobinare, dopo Sampdoria-Catania, una di quelle partite che è facile ad un certo punto pensare: "Non la vinco più". Per fortuna, però, quelli che vincono in campo pensano molto poco a ciò (e a chi) dal campo resta fuori.
La rotta. E i blucerchiati di Mazzarri, per merito, non ci hanno ragionato probabilmente mai sui grandi aforismi del calcio, nè sui grandi esclusi, lasciandosi alle spalle tutti i possibili macigni di assenze croniche e cronologiche, attaccando anzi l'erba con il furore di una squadra obbligata da sè stessa a dimostrare di valere, a prescindere. Mazzarri – dalla trasferta di Coppa Italia a Roma – continua a ripetere che il suo gruppo il nord lo segue in ogni caso, sia che guidi uno, sia che guidi l'altro, sia che non guidi nessuno. Guidano tutti. Così si va lontano. Ad esempio al sesto posto solitario, dove il Doria si insedia grazie al successo contro il Catania, superando l'Udinese e mettendo dietro con buon margine le rivali-Uefa. Bello, bellissimo. Sei punti in due partite, dopo la maxi-squalifica di Cassano. Bello, bellissimo. Ma non si è fatto quasi nulla. Il calcio insegna che bastano pochi minuti a vanificarne molti altri, quindi è giusto esultare per una linea guida onorata e consolidata, è giusto esultare per un nord che resta nord, ma non è giusto credere di esserci così vicini. Sebbene i segni sul sentiero siano tutti uguali.
Poche idee. Incontro che insegna molto, quello di oggi. Con un primo tempo tra i più brutti dell'intera stagione e senza idee, o almeno senza riuscire a realizzarle. Una grande occasione però la si conta – sul finir del primo parziale -, con Gastaldello che alza da difensore un pallone da attaccante. Punto. Gli ospiti – in netta tradiziona negativa fuori casa, dove in stagione non hanno mai vinto, collezionando 8 sconfitte nelle ultime 8 trasferte -, fanno la bocca allo 0-0, appena varcano la porta che conduce agli spogliatoi, nell'intervallo. Mazzarri e ragazzi iniziano a credere che sia più dura del previsto. L'attacco funge pochino, Bonazzoli si muove lento e Delvecchio non lo aiuta granchè. Maggio spinge, ma non è servito come al solito, mentre in mezzo Palombo spacca le pietre senza trovare il petrolio. Dietro, tuttavia, si rischia nulla e allora è lecito confidare in una ripresa che ricomincia su basi di solidità e sicurezza.
Comincia Palombo. Squadre di nuovo in campo, Romeo di Verona – peccato non fosse San Valentino – riapre le ostilità ma per dieci minuti almeno accade molto poco. A bordo campo il gancio con la Samp che si conosce. Eccolo lì: Claudio Bellucci, dopo appena 13 giorni dall'intervento al menisco. Quasi record, perché quando scende in campo, il Bello batte pure Franco Baresi a Usa '94 (17 lune), che a Pasadena però il rigore lo aveva calciato su Taffarel, mentre il furetto romano… Insomma: 17', Mazzarri butta dentro il numero 11 – che gioca coi punti ancora addosso, li toglierà solo domani -, la Sud scalda Marassi. 23', gol. Lo zampino di Bellucci c'è – preludio a ciò che accadrà -, anche se la rete che sblocca l'incontro va tutta e per tutta ad Angelo Palombo. Il capitano recupera da iena sull'ex compagno Edusei, prendendosi il fallo sui trenta metri. Bellucci batte corto, quando tutti aspettano il cross. Su Palombo, il quale spara spedito e dritto, trovando in Bizzarri un amico prezioso. Papera del portiere e 1-0 Doria.
Delusione e gioia. Strada verso il nord in discesa. Entra Volpi per uno sfinito Bonazzoli (stamattina febbricitante), il regista si dimostra ancora una volta esempio di professionalità ed amore per la maglia, facendo subito sua la causa. Ma la festa va sudata, così il Catania fa il suo e pareggia al 29', su uno dei ben pochi tiri in porta indirizzati verso Castellazzi. Vargas si beve Sammarco, centra e trova Stovini pronto e attento: 1-1. Poco prima Izco – appena entrato per Edusei – aveva colto un clamoroso legno. E' qui che il gruppo Samp cresce. Due minuti, angolo dall'altra parte. Batte Palombo, secondo palo, Accardi c'è e mette dentro dopo un terzo tempo da basket. E' il primo gol con la maglia della Samp per il difensore palermitano – che a segnare al Catania, tra l'altro, sarà contento poco… -, il secondo in assoluto da professionista.
Ed ecco Bellucci. Ora sì che la strada verso il nord è meno dura, anche se gli etnei non mollano per niente e tentano fino in fondo di recuperare. Rischio al 37' quando Mascara alza dal dischetto un rigore in movimento, rischio anche al 39' quando Castellazzi prolunga in corner una punizione velenosa di Baiocco. Fine giochi al 41', quando Maggio si inventa un recupero da pazzo, guadagnando rimessa laterale e servendo Bellucci, a quel punto a tu per tu con Stovini. Dribbling e sinistro a beffare Bizzarri – ancora imperfetto – sul suo palo. Delirio, miracolo completato e decima rete finalmente raggiunta. Che è poi il record personale di Claudio in Serie A. Per portare la Samp a quota 42, sulla strada giusta verso il grande nord.
Sampdoria 3
Catania 1
Reti: 23' s.t. Palombo, 29' s.t. Stovini, 31' s.t. Accardi, 41' s.t. Bellucci.
Sampdoria (3-5-2): Castellazzi; Lucchini, Gastaldello, Accardi; Maggio, Sammarco (37' s.t. Ziegler), Palombo, Franceschini (15' s.t. Bellucci), Pieri; Delvecchio, Bonazzoli (26' s.t. Volpi). A disposizione: Mirante, Sala, Zenoni, Kalu. Allenatore: Walter Mazzarri.
Catania (4-3-3): Bizzarri; Silvestre, Silvestri, Stovini, Vargas; Baiocco, Edusei (27' s.t. Izco), Tedesco; Pià, Spinesi, Mascara. A disposizione: Polito, Alvarez, Sabato, Terlizzi, Sottil, Colucci. Allenatore: Silvio Baldini.
Arbitro: Andrea Romeo di Verona.
Assistenti: Alessandro Petrella di Termoli e Francesco De Luca di Pescara.
Quarto uomo: Riccardo Pinzani di Empoli.
Note: ammoniti al 17' p.t. Silvestre, al 23' p.t. Franceschini, al 39' p.t. Sammarco, al 22' s.t. Edusei e al 43' s.t. Tedesco e Vargas; spettatori 13.000 circa; recupero p.t. 0', s.t. 2'.
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Nella foto Pegaso, tutta la gioia di Pietro Accardi: è suo, a conti, fatti, il gol decisivo.