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Mazzarri: «E’ bello poter lottare per certi traguardi»

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Mazzarri: «E’ bello poter lottare per certi traguardi»

Il tecnico della Samp si gode il momento ma non abbassa la guardia: «Abbiamo fatto grandi cose, ma a Firenze voglio attenzione e lo spirito giusto. E i nostri tifosi ci daranno una mano».

25_mazzarri25 aprile sul lavoro per Walter Mazzarri, mentre la gente comune sta su prati e spiagge, mentre i tifosi della Samp salgono a Bogliasco per star vicini alla squadra. D'altra parte, il momento è di quelli delicati e l'abbraccio del suo popolo il Doria lo accoglie come si accoglie il bel sole in un giorno di festa.

Una stagione splendida. Domenica si va a Firenze, cercando l'impresa, cercando di rendere magica una stagione già fantastica. Parte da qui il tecnico blucerchiato, da un bilancio ormai nemmeno più troppo parziale. Perché il tempo a disposizione è trascorso quasi per intero. «Domenica sappiamo di andarci a giocare una bella sfida – comincia l'uomo di San Vincenzo -, ma è già una grande soddisfazione essere arrivati a questo punto. Non dimentichiamo come siamo partiti, non dimentichiamo con chi ci troviamo a pari in classifica in questo momento, non dimentichiamo che la Fiorentina programma da diversi anni campionati importanti, noi siamo soltanto al primo. Ora possiamo dirlo, indipendentemente da come andrà a finire al Franchi: abbiamo fatto qualcosa di davvero bello in questa stagione».

Missione vittoria. Pancia piena? Nemmeno a parlarne, perché in Toscana ci si andrà per vincere. «Ci proveremo, perché l'atmosfera è la stessa che si respirava prima dell'incontro con l'Udinese. Ma da qui a dire che andremo a Firenze per attaccare a testa bassa ne passa, come sapete noi badiamo molto alla fase difensiva, lo abbiamo sempre fatto: è da lì che si costruiscono le vittorie. Dovremo avere attenzione dietro anche contro i viola, soprattutto contro i viola». Che però rinunciano a Pazzini, squalificato. «D'accordo, ma Prandelli ha gente di qualità in ogni reparto, penso ad Osvaldo, Papa Waigo e agli altri. C'è una sola ricetta: attenzione e dedizione, come nelle ultime gare. Non serve pensare a chi giocherà di là».

Scorie da Uefa. Può essere utile invece valutare l'impegno di ieri sera a Glasgow, dove la Fiorentina ha pareggiato 0-0 la semifinale di andata di Uefa contro i Rangers. Tossine nelle gambe a favore della Samp? Ecco che ne pensa Mazzarri. «Mi verrebbe da dire che la partita di ieri non l'ho vista – scherza il tecnico – per eliminare ogni problema… Invece dico che il match di Ibrox non fa testo, perché è un'altra situazione, perché andremo al Franchi e non verranno loro a Marassi. Io e il mio secondo Frustalupi abbiamo studiato maggiormente le partite interne dei viola. Sulla stanchezza, dico che in un momento del genere conta relativamente: incontriamo una formazione in semifinale di Uefa, in piena zona Champions, credo che l'adrenalina sopperirà le eventuali carenze fisiche».

Tifosi e arbitri. Quindi, sarà dura. Ancor più dura perché il Doria scenderà in un catino infuocato, con soli 2.000 e rotti tifosi al seguito. Una sorta di trasposizione del film 300, trasferito a Firenze. «Purtroppo i biglietti erano quelli e i nostri sostenitori li hanno bruciati in poco tempo. Confido che si faranno sentire come al solito e confido nella tradizione positiva degli esodi di questa stagione. Per il resto, sto lavorando come sempre sulla mentalità dei ragazzi: non bisogna considerare l'ambiente più di tanto, occorre solo concentrarsi sul match». In questi faccia a faccia, non è solo il baccano da tribuna a decidere. Spesso, sono gli arbitraggi che fanno la differenza. Mazzarri lo sa ed abbraccia la scelta di Rosetti come direttore d'orchestra. «E' un arbitro esperto, sono contento. Vorrei che Fiorentina-Sampdoria fosse diretta con grande equilibrio, al di là degli umori della gente sugli spalti, vorrei che i mezzi falli che spesso vengono concessi per via dei borbottii in gradinata non ci fossero. Per questo sono felice che ci sia Rosetti: non si farà condizionare».

Il passato. Firenze per Mazzarri è anche una fetta di passato, una delle tante per uno che l'Italia – da calciatore prima e da allenatore poi – l'ha girata parecchio. «Ma non mi sento un ex vero, perché non ho lasciato un grande segno. Ai miei tempi, ero considerato una promessa a livello di Primavera, però davanti a me in prima squadra e nello stesso ruolo c'era un certo Antognoni, che doveva essere ceduto alla Juve e che poi non se n'è mai andato – sorride -… Alla fine non ho trovato spazio ed ho cercato altre soluzioni, senza pensare che, sacrificandomi, avrei potuto forse coesistere con lui. Con una persona che mi avesse aiutato a cambiare intendimento sul mio tipo di gioco, forse sarebbe stato diverso. Ma ormai è così che è andata e non ci penso più».

Antonio e Vincenzo. Fenomeni di ieri, fenomeni di oggi: Antonio Cassano, pedina che potrebbe rivelarsi fondamentale a Firenze. «Lui deve solo saper gestire questa grande carica che arriva da incontri simili. Quando tutti ti fischiano, devi sapere trasformare la rabbia in energia positiva per la squadra. Se Antonio ci riuscirà, il resto verrà da solo». Per un'icona dei tifosi che si è disegnata negli ultimi mesi, ce n'è un'altra indelebile, che torna: Vincenzo Montella. «Vincenzo sta bene, se mi dimostra come ha fatto fino a ieri di essere in forma, allora penso proprio di convocarlo per Firenze. Chissà che non possa già fare uno spicchio di partita, servisse. In panchina comunque dovrebbe esserci». E non si tratta di roba da poco.

Nella foto Pegaso, il tecnico della Sampdoria Walter Mazzarri.

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