U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Primavera, un anno dopo il sogno è ancora tricolore

News

Primavera, un anno dopo il sogno è ancora tricolore

Un anno esatto dopo la notte di Bressanone, la Samp sogna ancora lo scudetto Primavera: le finali per il tricolore sono in programma in Abruzzo dal 2 all'8 giugno.

19_marilungoEra un anno fa, giusto giusto. Bressanone, una sera fresca e nell'aria la voglia di rimettere sul blucerchiato, secoli dopo, uno scudetto. Primavera, d'accordo: ma pur sempre tricolore. Un anno fa, giusto giusto, il sogno si spezzò ad un soffio dai supplementari. Rigore di Balotelli e fine della corsa. Un anno dopo, oggi, la Sampdoria sogna ancora: conquistate le fasi finali del campionato per la terza stagione di fila, la testa e il cuore pensano sempre e comunque a quello scudetto.

Le finali. Chieti, Ortona e Vasto, dal 2 all'8 giugno: lo scudetto ce lo si gioca in Abruzzo. Sulla strada, avversarie mica da ridere: dall'Inter rivale beffardo 365 giorni fa alla Juventus vecchia signora – spesso – anche della categoria. La formula non cambia – quarti, semifinale e finale, tutto in gara secca -, teste di serie le tre vincitrici dei gironi: vale a dire Juventus (giusto davanti alla Samp, per un sabato storto all'ultima giornata), Udinese ed Ascoli. Il 26 maggio, lunedì prossimo, il sorteggio. Poi parola al campo: lunedì 2 e martedì 3 i quarti di finale (due gare a Ortona, a mezzogiorno, e due a Vasto, alle 20), mercoledì e giovedì le semifinali (il 4 a Vasto e il 5 a Chieti, sempre alle 20), quindi due giorni di riposo prima della finale di domenica – ore 20, stadio di Chieti. Sette partite per uno scudetto, tutte in diretta su Sky.

Il cammino della Samp. Un sabato sciagurato a Cagliari, allora. Senza quella sconfitta, con rimonta subita e un uomo in meno, il Doria di Fulvio Pea entrerebbe in Abruzzo da testa di serie. Ma va bene lo stesso: migliorato il terzo posto dell'anno scorso, la Primavera blucerchiata ha dimostrato lungo le ventisei giornate della stagione regolare di avere tutte le carte in regola per puntare al bersaglio grosso: qualità, tecnica, organizzazione di gioco, i gol di Marilungo (mai così puntuale) e Scappini, la testa di Poli, la grinta di Signori, la spinta sulle fasce di Eramo e Bianco. E carattere: quello che, ad esempio, ha permesso di superare la Reggina dopo la sconfitta (ingiusta) dell'andata, mettendo sul piatto un 6-0 buono per le finali e per far la voce grossa con le avversarie. Il sogno è lo scudetto, insomma. Anche perché, insieme a quella Coppa Italia vinta il 10 aprile scorso nella pioggia di Bergamo, farebbe un figurone.

Le avversarie. Tante e di valore assoluto. L'Inter, campione in carica, vuole restare sul trono e chiudere l'accoppiata con il Viareggio, conquistato grazie soprattutto all'estro e ai numeri di Mario Balotelli – che nel frattempo non ha perso tempo andandosi a ritagliare uno spazio da protagonista anche nello scudetto dei grandi. Quella di Esposito è una squadra forte, completa, ma non imbattibile: il successo nella doppia semifinale di Coppa Italia (6-3 a Genova e 3-1 a Milano) dice che la Samp ha cancellato il divario. Poi la Juventus: non è più quella della generazione d'oro (Giovinco, De Ceglie, Marchisio, Lanzafame, prima ancora Mirante, Gastaldello, Palladino e un'altra marea di ragazzi diventati, a vario titolo, professionisti), ma sa sempre come graffiare. Pasquato, Essabr e Bottone possono portare l'ex doriano Chiarenza, all'ultimo anno in bianconero, ad un nuovo titolo, anche se in campionato – fermo restando il punto di vantaggio in classifica – è doppio successo per Koman e compagnia: 2-1 a Torino, 3-1 alla Sciorba. Le altre? L'Udinese è una multinazionale costruita a videocassette, e spaventa come spaventa il rendimento del suo attaccante principe, Laurito; tanto più che nessuno ha fatto tanti punti quanto i friulani (61: la Samp, seconda nel suo girone, ha chiuso a 65). Poi c'è l'Ascoli, che ha messo in riga tutti nel girone centro-meridionale rifilando sette lunghezze al Catania (poi eliminato dal Genoa – altra rivale: anche se i derby hanno sempre detto Samp), e c'è il Chievo capace di disfarsi di una nobile come la Roma con un 5-0 senza appello. Quindi la Fiorentina, passata nelle mani di chi – Alberto Bollini – un anno fa era su questa panchina. Incrocio in Coppa Italia, quest'anno, ed è andata avanti la Samp: il sogno tricolore potrebbe passare ancora da qui.

Nella foto Pegaso, Guido Marilungo in azione nella sfida con la Reggina.

altre news