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L’Italia va ai quarti di finale, con un Euro-Cassano

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L’Italia va ai quarti di finale, con un Euro-Cassano

L'Italia di Donadoni batte la Francia dopo 30 anni (ultimo successo nei 90' datato 1978) e va ai quarti di Euro 2008. Ottima prova di Antonio Cassano, che si candida come titolare anche per la prossima sfida.

18_cassanoinnoE l’Italia con Cassano, l’Italia
– almeno un po’ – di Cassano, va. Sì, la Nazionale centra i quarti dell’Europeo,
battendo la Francia dopo 30 anni (l’ultimo successo azzurro nei 90’ era datato
1978) ed approfittando della contemporanea vittoria olandese sulla Romania. 2-0
qua, 2-0 là e ora ci tocca la Spagna, domenica sera. Molti avrebbero detto il
contrario, molte valigie erano belle e pronte, pochi si aspettavano una serata
da notti magiche come questa.

Inno a squarciagola. Tra quest’ultimi, sicuramente, Antonio Cassano,
uno che il legame con la maglia azzurra non lo ha mai nascosto, uno che ancora
una volta – ce ne fosse stato bisogno – ha dimostrato l’attaccamento al
tricolore fin dall’inno di Mameli, chiuso a squarciagola di fronte a telecamere
ed obiettivi.

Modulo convincente. Poi, la partita. Antonio, schierato a furor di popolo dal primo
minuto, si affianca a Toni, con Perrotta leggermente arretrato. Il modulo
convince fin dall’inizio. Peter Pan nel primo quarto d’ora la tocca poco, ma
quando il pallone gli arriva tra i piedi fa sempre caldo per i francesi. Senza
esagerare, mettendoci suppergiù il 30% della tecnica in suo possesso, il barese
giostra la sfera, mandando i compagni con tocchi di prima deliziosi, utili e
ponderati soprattutto.

Sempre al proprio posto. A dire la verità, ciò che più ha colpito di Antonio
questa sera è l’approccio ad una gara così delicata. Mai una nota fuori rigo,
nessuna impennata d’estro, nemmeno col pallone, a testimonianza di quanto
quello che ormai può essere definito il nuovo Cassano abbia compreso lo spirito
di sacrificio al servizio della squadra. Certo, sul piatto c’erano premi non da
tutti i giorni: l’accesso ai quarti di Euro 2008 – obiettivo per cui il barese
ha combattuto non poco -, un posto fisso nella selezione di Donadoni, la riabilitazione,
se così la si può chiamare, nei confronti della critica internazionale. Non
roba da poco, però Antonio – crediamo – va oltre: nel progetto Italia ci crede
davvero, in sé stesso – nella via giusta – ancora di più.

Viene in mente la Samp. Viene in mente la
Samp, adesso, che l’ha rilanciato, che con lui si è rilanciata. Avere uno così
in Nazionale, titolare – ma cos’altro può fare Cassano se non il titolare? –
decisivo, acclamato e amato dalla tifoseria azzurra, sereno, imprendibile, vivo
e motivatissimo è una grande soddisfazione. Il pensiero va a Beppe Marotta, che
un anno e mezzo fa prese il genio di Barivecchia per i capelli e lo tirò fuori
dal limbo in cui ristagnava, il pensiero va a Walter Mazzarri, che si è
occupato del calciatore e dell’uomo, ai compagni della Samp, al presidente
Garrone che Peter Pan l’ha adottato come un figlio, ai tifosi blucerchiati che
lo hanno amato fin dal primo giorno. Ecco, il successo di Antonio – e speriamo
sia solo il primo -, oggi, è anche bello pensarlo un po’ sampdoriano, come se
Cassano giocasse con il blucerchiato sotto l’azzurro. Che di per sé, è già un’immagine
da sogno. Non fosse che è vera.

Nella foto Pegaso, Antonio Cassano durante la parte conclusiva dell'inno di Mameli, prima di Francia-Italia.

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