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Bonazzoli: «E’ stata dura, ma ora riparto alla pari»

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Bonazzoli: «E’ stata dura, ma ora riparto alla pari»

Emiliano Bonazzoli e il primo vero ritiro blucerchiato. «Da quando sono qui non ho mai svolto la preparazione completa insieme ai compagni, è l'occasione giusta per ritrovare me stesso».

24_bonazzoliE' una nuova prima volta per Emiliano Bonazzoli, che un ritiro completo con la Samp non lo ha mai vissuto, che oggi si trova a Moena dall'inizio, come gli altri, alla pari – soprattutto – degli altri. Tre anni fa l'ariete di Asola giunse in Val di Fassa ad agosto, mentre negli ultimi due pre-stagione il bomber mantovano cominciò col differenziato, in entrambi i casi di ritorno da infortuni brutti, bruttissimi. E, simmetricamente, sfortunatamente, perfetti nella loro similarità.

Ricordi da scacciare. Ricordi da scacciare, nella fresca (anzi, freddina) estate moenese. Perchè adesso è un'altra storia: Bonazzoli preme il tasto play insieme ai compagni e sente addosso l'ottimismo di chi finalmente cammina su un piano orizzontale, non inclinato verso l'alto. «Da tre anni non cominciavo insieme al gruppo – attacca il centravanti – oggi finalmente ne ho l'opportunità e sono felice, perchè mi trovo a lavorare nella maniera migliore, soprattutto alla pari con gli altri».

Tornare alla pari. Alla pari con gli altri è un'espressione che Bonazzoli deve aver guardato per mesi come un obiettivo, una chimera, addirittura, in certi momenti. E non è il massimo, non serve un genio per arrivarci. Faticare come matti non per dare qualcosa in più, ma per essere in grado di lavorare per dare qualcosa in più è duretta da digerire. «Dopo due anni di infortunio – dice infatti Bombazzoli -, il fisico paga, non c'è nulla da fare; sudi per cercare la forma migliore e non sei mai al cento per cento, logico che il morale ne risenta».

Ritmo. Logico anche che l'impiego in campo non sia continuo, altresì logico che il ritmo partita venga meno e che le prestazioni ne siano condizionate. «Il problema è proprio questo – conferma il centravanti blucerchiato -: non è semplice entrare in un certo meccanismo quando giochi dieci, venti minuti a partita. L'anno scorso poi Antonio e Claudio hanno disputato una stagione strepitosa e lo spazio per me si è ulteriormente ridotto, era giusto che stessi in panchina anche se è sempre difficile da accettare. Oggi però, ho la possibilità di ricominciare da zero, ci saranno molte amichevoli e la situazione attuale della squadra mi mette in condizione di partire dal campo: devo saper sfruttare questa chance».

Fiducia. Con la fiducia da parte allenatore e società, che non è mai mancata. Ad inizio estate si era infatti parlato di un possibile trasferimento di Bonazzoli alla Reggina, cosa che l'attaccante ha sempre ritenuto lontana. «Questa voce mi è arrivata, ma ero sereno perchè il Direttore Marotta ed il mister mi hanno chiamato spesso, confermandomi la loro intenzione di tenermi. Si tratta di un attestato di stima importantissimo, di cui sono contento».

Nuovo ritorno. L'ennesima promessa di rinascita dunque per il bomber, che sogna – e con lui tutto l'ambiente doriano – di tornare ai livelli dei suoi primi mesi alla Sampdoria, quando fu in grado di segnare 7 reti in 7 partite. «E' chiaro che la speranza sia quella, ma il mio vero desiderio è potermela giocare alla pari con i compagni, cosa che mi sento dentro in questo momento. Non è un problema per me il modulo, nè la posizione: posso fare la prima o la seconda punta, ruoli entrambi familiari, anche perchè col gioco di Mazzarri ci si scambia parecchio. Chiedo solo di partire sullo stesso piano dei compagni».

Obiettivo stare bene. Non serve altro a Bonazzoli, che non teme nemmeno più di tanto la concorrenza. «Arriverà un altro attaccante, dite? Boh, non lo so, ma per me sarebbe soltanto una situazione positiva, visti gli impegni della squadra quest'anno. E poi, come ho già detto, per me conta solo stare bene, per essere in grado di far parlare il campo».

Nella foto Pegaso, Emiliano Bonazzoli al lavoro a Moena.

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