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Lucchini: «Emergenza o no, a Roma si va per vincere»

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Lucchini: «Emergenza o no, a Roma si va per vincere»

Il difensore della Samp guarda oltre i problemi: «Siamo forti, sappiamo cosa dobbiamo fare per vincere anche in casa della Lazio. Sarà dura, ma abbiamo tutto per farcela».

09_lucchiniUn po' di scaramanzia non guasta mai. Figurati quando, uno dopo l'altro, Campagnaro e Accardi devono alzare bandiera bianca. Stefano Lucchini è uno di quelli che restano (anche perché lui, alla sfortuna, ha già dato l'anno scorso), e allora meglio far finta di niente: «Diciamo che 'stavolta sono a disposizione, e chiudiamola qui», sorride lui.

Il ritorno. Lucchini ha voglia di esserci, di star bene e di andare in campo senza fastidi. «Vengo da una stagione difficile – spiega, felice di aver girato pagina -. Mi ero fatto male subito, già a Burgas, e la caviglia ha continuato a darmi problemi per tutto l'anno: a fine partita faceva male, parecchio, era inevitabile fermarsi. Per questo dico che adesso l'importante è giocare, e magari riuscire a conservare il posto anche quando quest'emergenza finirà…». Vorrebbe dire che le cose sono andate bene, eccome: «Vorrebbe dire, soprattutto, che finalmente avrei potuto mostrare il mio valore».

Un ottimo spartito. Emergenza, dice Stefano. Ha ragione, di emergenza si tratta. Però un anno di lavoro non è passato invano, e si può anche guardare avanti con un filo di ottimismo: «Siamo tre difensori e ci aspettano sette partite in venti giorni – fa di conto lui -, logico che qualche preoccupazione ci sia… Ma allo stesso tempo non bisogna spaventarsi più di tanto: una partita ogni tre giorni la giocano tutti, e questa squadra ha già dimostrato di non avere nei singoli la propria forza». Vero anche questo: l'impressione è che la difesa regga anche perché si muove su uno spartito scritto bene e ottimamente recitato (da tutti i vari attori): «Il mister prepara ogni partita alla perfezione – conferma Lucchini -, e chiunque vada in campo le cose non cambiano: sappiamo come dobbiamo muoverci, cosa dobbiamo fare. E poi eravamo quasi tutti qui anche lo scorso campionato, conoscersi uno con l'altro aiuta a giocare meglio». L'altro, il nuovo, è Bottinelli: «Si è già ambientato e ha già fatto vedere di essere un ottimo giocatore. Forte sull'uomo, bravo in anticipo: uno di quelli vecchia maniera, difficile che lascino girare l'avversario».

Noi e la Lazio. A Roma serviranno, cose del genere. Perché la Lazio è partita meglio di tutti, perché ha entusiasmo e voglia di riscatto, perché Zarate e Pandev («E fortuna che non c'è Rocchi…») han già messo via tre gol in due. Lucchini pesa il tutto, e sorride lo stesso: «Di certo ci aspetta un avversario forte, una squadra che vuole migliorarsi dopo un'annata sottotono e che ha cominciato nel migliore dei modi. Ambiente caldo, poi. Ma anche noi andiamo lì per il massimo, per i tre punti: sarà difficile, d'accordo, ma anche con tutte le nostre assenze sappiamo cosa dobbiamo fare per vincere. Non mi pare che contro l'Inter la nostra difesa sia andata male, no?».

Conta giocare. Oltre la Lazio, allora, pensando all'Europa che arriverà a ruota e ad una stagione da cercare di vivere il più possibile in campo. «In Uefa vorremmo andare avanti – chiude Lucchini -, entrare nei gironi è un nostro obiettivo. E poi torna quel che dicevo prima, che conta solo star bene e giocare. Mi piace fare il centrale, credo sia il ruolo che più si adatta alle mie caratteristiche, ma alla fin fine anche a destra o a sinistra importa poco: mi abituo facilmente».

Nella foto Pegaso, Stefano Lucchini: per il difensore è la seconda stagione in blucerchiato.

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